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Abolizione province: dalla Sicilia all’Italia?

Vendola: «Invidia per Crocetta. Giusto chiudere le province». Bersani la mette nei punti di governo e spera nell’appoggio del M5S

Il tema dell'abolizione delle province ritorna centrale in questa convulsa fase post-elettorale, che al momento vede all'orizzonte solo l'ingovernabilità. Negli 8 punti che Bersani e il PD vogliono portare in Parlamento, nella speranza (o utopia) di ottenere la fiducia per un governo dal Movimento 5 Stelle, c'è infatti anche l'abolizione delle province. Una mossa che richiama l'attenzione sul cosiddetto "modello Sicilia", dove la giunta regionale del governatore Crocetta, va avanti sulla base di una convergenza su singoli provvedimenti tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle.

In Sicilia, infatti, in questi giorni si è dato il via all'iter per l'abolizione delle nove province regionali. "Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge la Regione, con propria legge, istituisce i consorzi di comuni per l'esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali". Questo prevede il DdL presentato dal presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta, che arriverà in aula martedì prossimo, dopo il passaggio in commissione Affari Istituzionali. E' prevista innanzitutto l'approvazione di una norma stralcio, che porterà al commissariamento delle nove amministrazioni provinciali siciliane, che giungeranno tutte a scadenza naturale nel maggio prossimo. Entro sei mesi poi seguirà l'istituzione dei consorzi, che avranno natura di enti territoriali di secondo livello, e popolazione non inferiore a 150.000 abitanti. Contestualmente saranno istituite le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Sul tema c'è stata in Sicilia una nuova posizione comune tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle.

A rilanciare il tentativo politico di avvicinamento al M5S, sembrerebbero essere anche le parole di Nichi Vendola, che plaude l'iniziativa siciliana e critica la situazione pugliese. «Volevo esprimere la mia invidia nei confronti del collega Rosario Crocetta che con i poteri di uno statuto autonomista ha potuto chiudere la storia penosa delle province, di questi enti fatti di chiacchiere e di spreco - ha detto il governatore della Puglia - Penso con grande rammarico all'immobilismo incredibile che c'è soprattutto nella provincia di Bari per quanto riguarda, ad esempio, il funzionamento dei centri territoriali per l'impiego. Le Province sono luoghi in cui si sovrappongono e si moltiplicano i poteri, le prerogative e le competenze. L'esperienza fatta in Puglia è questa: tranne pochissime e lodevoli eccezioni, sono luoghi che rispondono con una scarsissima qualità di governo alle poche prerogative che hanno, dovrebbero fare poco e lo fanno molto male Spero che il prossimo governo metta mano quanto prima a questa vicenda. È meglio chiuderle le Province, sarebbe prima di tutto un buon risparmio - ha ribadito - La Regione Puglia ha espresso più volte un marcato disaccordo in merito all'approccio del governo Monti su questo tema che, come è sotto gli occhi di tutti, ha provocato solamente un gran pasticcio naufragato malamente. Speriamo nel nuovo Parlamento ma nel frattempo, le Province pugliesi farebbero bene ad occuparsi della gestione delle competenze loro ancora spettanti».

Aperture, corteggiamenti, confronti. Sono questi ed altri i termini che in questi giorni vengono utilizzati per dipingere le speranze di governo del centrosinistra (che, come ha detto Bersani, è arrivato primo alle elezioni, ma non ha vinto), che dipendono tutte dal M5S. Basterà calare questi assi per far nascere quell'asse di governo, che al momento è solo un miraggio? Il tema dell'abolizione delle province sarà centrale? Vedremo.
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