Servizi sociali
A che servono € 350.000 per il trasferimento della Asl a Barletta?
Pesa di più il fitto da pagare ad Andria o la rete informatica da spostare a Barletta?. Servono risposte depurate da ogni provincialismo del caso
Barletta - giovedì 5 luglio 2012
Si è parlato tanto dell'opportunità o meno di trasferirne la sede legale della Asl Bat da Andria a Barletta (e quindi trasferire tutta l'intera struttura a Barletta) o lasciare l'azienda sanitaria locale ripartita tra Andria e Barletta. Pareri favorevoli e pareri contrari a riguardo, e discussioni che sono andate avanti per mesi. Alla fine, martedì scorso il consiglio ha approvato, con una maggioranza risicata (29 favorevoli, 28 contrari, 4 astenuti), l'emendamento alla legge regionale di assestamento e di prima variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, presentato dai consiglieri regionali barlettani Filippo Caracciolo (Pd) e Giovanni Alfarano (Pdl), che ha introdotto un capitolo di spesa per il trasferimento della sede legale Asl da Andria a Barletta, e ha stanziato un finanziamento di € 350.000. Subito si sono susseguite le dichiarazioni di soddisfazione dello stesso Caracciolo e dell'altro consigliere regionale barlettano Franco Pastore, che hanno messo in evidenza il risparmio che questa scelta comporterà, con l'interruzione dei pagamenti dei canoni di affitto dei locali in cui è ubicata la Asl ad Andria, e il trasferimento a Barletta nella sede dove sono già ubicati gli uffici amministrativi.
Ci si chiede allora a cosa serva un finanziamento regionale di € 350.000? Questa è una domanda cruciale, alla quale i nostri consiglieri regionali di Barletta devono rispondere, e di cui devono dimostrare la sensatezza, in virtù della logica del risparmio che loro stessi hanno attribuito all'approvazione di questo emendamento, che sancisce il trasferimento in questione. Nella relazione con la quale illustravano la loro proposta di legge regionale per l'individuazione della sede legale della Asl Bt, i consiglieri barlettani (per il Pd di Andria, «il Quartetto Cetra della politica locale») evidenziavano che "la sede legale della Asl Bt è ubicata in Via Fornaci n. 201 (ad Andria ndr) in un immobile non di proprietà della stessa Azienda, e che per il predetto bene immobile l'Asl Bt paga un canone annuo di circa € 50.000" e che "lo stesso bene immobile di Via Fornaci n. 201 non riesce più a soddisfare la completa allocazione degli uffici amministrativi della stessa Asl Bt, basti considerare ad esempio che la struttura Burocratica Legale [ufficio di staff della Direzione Generale] è collocata in altro plesso immobiliare per il quale bene l'Asl paga un altro canone di locazione", e quindi che "nella situazione attuale di Piano di Rientro della regione Puglia e nell'ottica di ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, spostare la sede legale della Asl Bt dal comune di Andria al comune di Barletta è la soluzione più giusta ed equa che la politica può e deve fare, poiché nel comune di Barletta vi sono interi immobili [sede dei vecchi uffici della AUSL BA/2], ancora in ottimo stato, che potrebbero ospitare, senza oneri aggiuntivi per i cittadini, gli uffici della Direzione Generale della Asl Bt" e inoltre che "tale risparmio di spesa, dopo interrogazione urgente presentata dal consigliere regionale Mennea (n. 252), è stato perfino dichiarato ed accertato dall'assessore alle Politiche della Salute che nella nota prot. AOO_02.02.2011_0001248, afferma e conferma che il trasferimento della sede legale dell'ASL BT nel comune di Barletta comporterebbe un risparmio effettivo di € 70.000 ed uno potenziale di € 226.000".
Oggi dobbiamo ricordare che a tale emendamento è stata espressa contrarietà proprio dall'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e anche dall'assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, oltre ad una contrarietà latente che è emersa dalle pagine web del consiglio regionale e da alcune parole del presidente della regione Nichi Vendola, con le quali si invitavano i consiglieri regionali a ritrovare il buon senso che non hanno dimostrato approvando con voto segreto tale emendamento. Una contrarietà, argomentata con motivazioni, che lo stesso direttore generale della Asl Bt Giovanni Gorgoni aveva espresso, rispondendo a noi di Barlettalife, a Gennaio, in occasione di un consiglio comunale monotematico sulla sanità, così: «L'accentramento delle strutture Asl in un unico spazio, peraltro più ampio, come quello di Barletta, sarebbe sicuramente positivo, ma sottolineare un problema di eccesso di spesa da poter risolvere con questo trasferimento, è in realtà un falso problema. Nella sede di Andria, infatti, è ormai impiantata da alcuni anni la rete dei servizi informativi regionali, che comprende server, cablaggi e dorsali telematiche, il cui smantellamento avrebbe un costo di centinaia di migliaia di euro, e la cui temporanea interruzione provocherebbe comunque problemi per la rete regionale. Sarebbe perciò poco realistico poter cessare immediatamente il pagamento dei canoni d'affitto di quei locali, dopo un eventuale trasferimento in altra sede dell'amministrazione». Ci chiediamo quindi se, nel portare avanti questi intendimenti, siano stati messi sui due piatti della bilancia, da una parte i canoni di affitto nelle sedi di Andria, e dall'altra parte le spese di trasferimento complessive e in particolare quelle relative alla rete informatica, per ben ponderare quale fosse la scelta più oculata da attuare. Nella relazione già citata, i nostri consiglieri regionali così concludevano: "Tutta la classe politica è chiamata oggi ad assumere un atteggiamento di maggiore sobrietà ecco perché viene presentata la presente proposta di legge di eliminazione di uno spreco di danaro pubblico in quanto non ha senso pagare un canone per la palazzina ed altri appartamenti che ospitano gli uffici amministrativi della Direzione Generale nel comune di Andria, quando nella città di Barletta la stessa Asl Bt possiede locali gratuiti, in ottimo stato di conservazione e fruibili nell'immediato senza oneri aggiuntivi". Qual è invece la situazione attuale? Abbiamo un finanziamento regionale per il trasferimento di € 350.000, cioè circa l'equivalente di sette canoni annuali di affitto negli immobili di via Fornaci ad Andria. C'è quindi assoluta necessità di spiegare alla cittadinanza quale sia la ragione e la destinazione di tale finanziamento, in virtù di ciò che è stato precedentemente detto. I nostri consiglieri ci dimostrino come questo provvedimento possa ritrovarsi nell'espressione, da loro stessi utilizzata, "senza oneri aggiuntivi".
Ma l'ombra incessante dei provincialismi sembra purtroppo ancora dietro l'angolo, anzi forse manifesta, anche se tutti si affrettano a far intendere il contrario. Allora ecco il Pdl di Barletta che così parla di questa approvazione: «Una scelta oculata, scevra da ogni logica campanilistica e che ben recepisce il momento di difficoltà attuale. In tale situazione di crisi economico-finanziaria, di tagli agli enti pubblici, di sobrietà, di razionalizzazione della spesa, tale scelta assume connotati di particolare valore e rilevanza. Tale scelta, difatti, oltre a notevoli vantaggi logistici, porterà ad un risparmio dei costi del canone annuo di locazione. Ad Andria si è pagati un fitto di 50mila euro l'anno circa per sette anni. A Barletta la struttura sarà completamente gratuita in controtendenza al passato. L'ospedale di Barletta è dotato di uffici nuovi di zecca e sarà facilmente raggiungibile da personale e cittadini fruitori dei servizi. E' questa la direzione da seguire se si vogliono veramente combattere gli sprechi». Così però ha risposto, in senso diametralmente opposto, il consigliere regionale Nino Marmo, esponente del Pdl di Andria: «Un consiglio regionale trasversale a trazione Pd, delibera di sperperare 350 mila euro per trasferire la sede legale con gli uffici amministrativi della Asl da Andria a Barletta. Nel momento in cui il mondo crolla, sotto i pugni della crisi economico-finanziaria e del debito, gli omuncoli si occupano dei piccoli affari di bottega! Mai il Consiglio Regionale aveva soddisfatto gli istinti bassi di un campanilismo "trinariciuto" che segna la sconfitta -non di una persona- ma di una classe dirigente, che avrebbe dovuto lavorare unita per i veri interessi di una intera comunità (..) Si avvia un'operazione tutta in perdita, sia perché per la sede di Andria della ASL sono ormai concluse le operazioni del trasferimento definitivo dal Comune al patrimonio della stessa ASL, senza alcun costo, sia perché comporterebbe costi certamente superiori a 350.000 euro. L'Assessore Attolini, infatti, motivando il parere contrario, spiegava che i costi reali avrebbero superato i due milioni e mezzo e gravi sarebbero stati i disagi ai già ansimanti Servizi dell'Ente, sia -per effetto di lunghe e complesse operazioni di trasferimento- all'intera utenza della Bat ancora una volta sacrificata sull'altare di un miope e strumentale campanilismo a meri fini auto-propagandistici personali. E' il bottino insano di un aperto ricatto ai danni dello stesso Governo regionale che, consapevole del misfatto che si sarebbe compiuto, aveva espresso parere contrario. Non tanto i cittadini di Andria, ma soprattutto quelli dell'intera Bat è giusto che giudichino serenamente un atto ingiusto e prepotente, che non ha nulla da spartire con il loro diritto alla Salute, e che sottrae ai Sindaci il diritto dovere di indicare la sede definitiva (..) Spetta ai Sindaci decidere, non a un Consiglio Regionale sotto ricatto!». A Marmo ha risposto Alfarano, chiedendo rispetto per la libertà di voto del consiglio regionale: «Comprendo il tentativo di qualcuno che cerca di spostare l'asse del dibattito da quelle che sono le reali prerogative del trasferimento a motivazioni meramente opportunistiche, campanilistiche, strumentali (..) Oggi, i cittadini tutti chiedono un risparmio della spesa pubblica ed è inevitabile che la sfida del futuro parta proprio da questo. Ecco spiegato il motivo della scelta di Barletta dove, si usufruirà di un immobile di proprietà pubblica a costo zero (..) A questo si sommano altri criteri come quello della funzionalità, della ricettività, della possibilità di usufruire di uffici nuovi di zecca presso il nuovo ospedale Dimiccoli di Barletta, dotato di parcheggio e facilmente raggiungibile da operatori sanitari e cittadini utenti del servizio sanitario regionale». Per non parlare poi dell'altro fronte politico, in casa Pd, nel quale i democratici di Andria hanno usato parole forti, pubblicate venerdì su Barlettalife, verso i consiglieri regionali barlettani, alle quali al momento il Pd di Barletta non ha offerto una replica.
Quando riusciremo a venir fuori da questo perenne incubo, che è il provincialismo (o campanilismo) latente, che ci perseguita in ogni questione politica, piccola o grande che sia, ma che comunque attiene all'interesse dei cittadini? Così non si può andare avanti. E' allucinante dover continuare a leggere dichiarazioni di esponenti degli stessi partiti, totalmente opposte fra loro, solo per il fatto di provenire da città diverse, nel tal caso Andria e Barletta. Ciò che serve e urge sono solo risposte serie e concrete. Risposte che siano drasticamente depurate da questi penosi retaggi culturali, che, come fardelli, sembriamo ancora non in grado di scrollarci di dosso.
Ci si chiede allora a cosa serva un finanziamento regionale di € 350.000? Questa è una domanda cruciale, alla quale i nostri consiglieri regionali di Barletta devono rispondere, e di cui devono dimostrare la sensatezza, in virtù della logica del risparmio che loro stessi hanno attribuito all'approvazione di questo emendamento, che sancisce il trasferimento in questione. Nella relazione con la quale illustravano la loro proposta di legge regionale per l'individuazione della sede legale della Asl Bt, i consiglieri barlettani (per il Pd di Andria, «il Quartetto Cetra della politica locale») evidenziavano che "la sede legale della Asl Bt è ubicata in Via Fornaci n. 201 (ad Andria ndr) in un immobile non di proprietà della stessa Azienda, e che per il predetto bene immobile l'Asl Bt paga un canone annuo di circa € 50.000" e che "lo stesso bene immobile di Via Fornaci n. 201 non riesce più a soddisfare la completa allocazione degli uffici amministrativi della stessa Asl Bt, basti considerare ad esempio che la struttura Burocratica Legale [ufficio di staff della Direzione Generale] è collocata in altro plesso immobiliare per il quale bene l'Asl paga un altro canone di locazione", e quindi che "nella situazione attuale di Piano di Rientro della regione Puglia e nell'ottica di ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, spostare la sede legale della Asl Bt dal comune di Andria al comune di Barletta è la soluzione più giusta ed equa che la politica può e deve fare, poiché nel comune di Barletta vi sono interi immobili [sede dei vecchi uffici della AUSL BA/2], ancora in ottimo stato, che potrebbero ospitare, senza oneri aggiuntivi per i cittadini, gli uffici della Direzione Generale della Asl Bt" e inoltre che "tale risparmio di spesa, dopo interrogazione urgente presentata dal consigliere regionale Mennea (n. 252), è stato perfino dichiarato ed accertato dall'assessore alle Politiche della Salute che nella nota prot. AOO_02.02.2011_0001248, afferma e conferma che il trasferimento della sede legale dell'ASL BT nel comune di Barletta comporterebbe un risparmio effettivo di € 70.000 ed uno potenziale di € 226.000".
Oggi dobbiamo ricordare che a tale emendamento è stata espressa contrarietà proprio dall'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, e anche dall'assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, oltre ad una contrarietà latente che è emersa dalle pagine web del consiglio regionale e da alcune parole del presidente della regione Nichi Vendola, con le quali si invitavano i consiglieri regionali a ritrovare il buon senso che non hanno dimostrato approvando con voto segreto tale emendamento. Una contrarietà, argomentata con motivazioni, che lo stesso direttore generale della Asl Bt Giovanni Gorgoni aveva espresso, rispondendo a noi di Barlettalife, a Gennaio, in occasione di un consiglio comunale monotematico sulla sanità, così: «L'accentramento delle strutture Asl in un unico spazio, peraltro più ampio, come quello di Barletta, sarebbe sicuramente positivo, ma sottolineare un problema di eccesso di spesa da poter risolvere con questo trasferimento, è in realtà un falso problema. Nella sede di Andria, infatti, è ormai impiantata da alcuni anni la rete dei servizi informativi regionali, che comprende server, cablaggi e dorsali telematiche, il cui smantellamento avrebbe un costo di centinaia di migliaia di euro, e la cui temporanea interruzione provocherebbe comunque problemi per la rete regionale. Sarebbe perciò poco realistico poter cessare immediatamente il pagamento dei canoni d'affitto di quei locali, dopo un eventuale trasferimento in altra sede dell'amministrazione». Ci chiediamo quindi se, nel portare avanti questi intendimenti, siano stati messi sui due piatti della bilancia, da una parte i canoni di affitto nelle sedi di Andria, e dall'altra parte le spese di trasferimento complessive e in particolare quelle relative alla rete informatica, per ben ponderare quale fosse la scelta più oculata da attuare. Nella relazione già citata, i nostri consiglieri regionali così concludevano: "Tutta la classe politica è chiamata oggi ad assumere un atteggiamento di maggiore sobrietà ecco perché viene presentata la presente proposta di legge di eliminazione di uno spreco di danaro pubblico in quanto non ha senso pagare un canone per la palazzina ed altri appartamenti che ospitano gli uffici amministrativi della Direzione Generale nel comune di Andria, quando nella città di Barletta la stessa Asl Bt possiede locali gratuiti, in ottimo stato di conservazione e fruibili nell'immediato senza oneri aggiuntivi". Qual è invece la situazione attuale? Abbiamo un finanziamento regionale per il trasferimento di € 350.000, cioè circa l'equivalente di sette canoni annuali di affitto negli immobili di via Fornaci ad Andria. C'è quindi assoluta necessità di spiegare alla cittadinanza quale sia la ragione e la destinazione di tale finanziamento, in virtù di ciò che è stato precedentemente detto. I nostri consiglieri ci dimostrino come questo provvedimento possa ritrovarsi nell'espressione, da loro stessi utilizzata, "senza oneri aggiuntivi".
Ma l'ombra incessante dei provincialismi sembra purtroppo ancora dietro l'angolo, anzi forse manifesta, anche se tutti si affrettano a far intendere il contrario. Allora ecco il Pdl di Barletta che così parla di questa approvazione: «Una scelta oculata, scevra da ogni logica campanilistica e che ben recepisce il momento di difficoltà attuale. In tale situazione di crisi economico-finanziaria, di tagli agli enti pubblici, di sobrietà, di razionalizzazione della spesa, tale scelta assume connotati di particolare valore e rilevanza. Tale scelta, difatti, oltre a notevoli vantaggi logistici, porterà ad un risparmio dei costi del canone annuo di locazione. Ad Andria si è pagati un fitto di 50mila euro l'anno circa per sette anni. A Barletta la struttura sarà completamente gratuita in controtendenza al passato. L'ospedale di Barletta è dotato di uffici nuovi di zecca e sarà facilmente raggiungibile da personale e cittadini fruitori dei servizi. E' questa la direzione da seguire se si vogliono veramente combattere gli sprechi». Così però ha risposto, in senso diametralmente opposto, il consigliere regionale Nino Marmo, esponente del Pdl di Andria: «Un consiglio regionale trasversale a trazione Pd, delibera di sperperare 350 mila euro per trasferire la sede legale con gli uffici amministrativi della Asl da Andria a Barletta. Nel momento in cui il mondo crolla, sotto i pugni della crisi economico-finanziaria e del debito, gli omuncoli si occupano dei piccoli affari di bottega! Mai il Consiglio Regionale aveva soddisfatto gli istinti bassi di un campanilismo "trinariciuto" che segna la sconfitta -non di una persona- ma di una classe dirigente, che avrebbe dovuto lavorare unita per i veri interessi di una intera comunità (..) Si avvia un'operazione tutta in perdita, sia perché per la sede di Andria della ASL sono ormai concluse le operazioni del trasferimento definitivo dal Comune al patrimonio della stessa ASL, senza alcun costo, sia perché comporterebbe costi certamente superiori a 350.000 euro. L'Assessore Attolini, infatti, motivando il parere contrario, spiegava che i costi reali avrebbero superato i due milioni e mezzo e gravi sarebbero stati i disagi ai già ansimanti Servizi dell'Ente, sia -per effetto di lunghe e complesse operazioni di trasferimento- all'intera utenza della Bat ancora una volta sacrificata sull'altare di un miope e strumentale campanilismo a meri fini auto-propagandistici personali. E' il bottino insano di un aperto ricatto ai danni dello stesso Governo regionale che, consapevole del misfatto che si sarebbe compiuto, aveva espresso parere contrario. Non tanto i cittadini di Andria, ma soprattutto quelli dell'intera Bat è giusto che giudichino serenamente un atto ingiusto e prepotente, che non ha nulla da spartire con il loro diritto alla Salute, e che sottrae ai Sindaci il diritto dovere di indicare la sede definitiva (..) Spetta ai Sindaci decidere, non a un Consiglio Regionale sotto ricatto!». A Marmo ha risposto Alfarano, chiedendo rispetto per la libertà di voto del consiglio regionale: «Comprendo il tentativo di qualcuno che cerca di spostare l'asse del dibattito da quelle che sono le reali prerogative del trasferimento a motivazioni meramente opportunistiche, campanilistiche, strumentali (..) Oggi, i cittadini tutti chiedono un risparmio della spesa pubblica ed è inevitabile che la sfida del futuro parta proprio da questo. Ecco spiegato il motivo della scelta di Barletta dove, si usufruirà di un immobile di proprietà pubblica a costo zero (..) A questo si sommano altri criteri come quello della funzionalità, della ricettività, della possibilità di usufruire di uffici nuovi di zecca presso il nuovo ospedale Dimiccoli di Barletta, dotato di parcheggio e facilmente raggiungibile da operatori sanitari e cittadini utenti del servizio sanitario regionale». Per non parlare poi dell'altro fronte politico, in casa Pd, nel quale i democratici di Andria hanno usato parole forti, pubblicate venerdì su Barlettalife, verso i consiglieri regionali barlettani, alle quali al momento il Pd di Barletta non ha offerto una replica.
Quando riusciremo a venir fuori da questo perenne incubo, che è il provincialismo (o campanilismo) latente, che ci perseguita in ogni questione politica, piccola o grande che sia, ma che comunque attiene all'interesse dei cittadini? Così non si può andare avanti. E' allucinante dover continuare a leggere dichiarazioni di esponenti degli stessi partiti, totalmente opposte fra loro, solo per il fatto di provenire da città diverse, nel tal caso Andria e Barletta. Ciò che serve e urge sono solo risposte serie e concrete. Risposte che siano drasticamente depurate da questi penosi retaggi culturali, che, come fardelli, sembriamo ancora non in grado di scrollarci di dosso.