Eventi
21 dicembre 2012: data profetica o fenomeno mediatico?
L'interpretazione dello scrittore Matteo Bonadies. Presentato a Barletta il suo ultimo libro
Barletta - lunedì 23 gennaio 2012
0.40
Ormai se ne parla da anni, e infine la fatidica data si avvicina. Il 21 Dicembre 2012 sembrerebbe segnare la fine e l'inizio di un qualcosa non meglio decifrato, un cambiamento, un passaggio. Molte sono le profezie e le leggende che vi girano attorno, e a parlarcene questa volta è un importante scrittore barlettano che venerdì sera ha presentato la sua ultima creazione, intitolato per l'appunto: "21 dicembre 2012 William e Jane".
L'autore racconta la notizia che è sulla bocca di tutti, romanzando in maniera utopica e fantasiosa ciò che quel giorno potrebbe accadere attraverso le gesta di due giovani: Jane, giovane ragazza australiana, e William, 22enne statunitense, armati di tute spaziali, zaini sulle spalle, reattori direzionali e accomunati da una passione: l'ingegneria spaziale.
Sebbene si parli di catastrofi, distruzioni e fine del mondo, lo scrittore affronta l'apocalittico argomento con lievità e passione, riuscendo a costruire una favola che sapientemente coniuga la fede con la scienza. Il romanzo è un modo per dare libero sfogo al proprio pensiero, perché questo è stanco e provato a causa di questo mondo che l'uomo ha distrutto e rovinato - sia nella morale che nell'aspetto - isperando in un cambiamento miracoloso in grado di migliorare l'essere umano mai domo nella sua sventurata opera. Ormai davvero solo un miracolo potrebbe risolvere tutti i danni generati?
L'autore racconta la notizia che è sulla bocca di tutti, romanzando in maniera utopica e fantasiosa ciò che quel giorno potrebbe accadere attraverso le gesta di due giovani: Jane, giovane ragazza australiana, e William, 22enne statunitense, armati di tute spaziali, zaini sulle spalle, reattori direzionali e accomunati da una passione: l'ingegneria spaziale.
Sebbene si parli di catastrofi, distruzioni e fine del mondo, lo scrittore affronta l'apocalittico argomento con lievità e passione, riuscendo a costruire una favola che sapientemente coniuga la fede con la scienza. Il romanzo è un modo per dare libero sfogo al proprio pensiero, perché questo è stanco e provato a causa di questo mondo che l'uomo ha distrutto e rovinato - sia nella morale che nell'aspetto - isperando in un cambiamento miracoloso in grado di migliorare l'essere umano mai domo nella sua sventurata opera. Ormai davvero solo un miracolo potrebbe risolvere tutti i danni generati?