«Perché a Barletta non si monitora anche il PM2,5?»
L'interrogazione di un lettore
tema solito che affligge la nostra città è l'inquinamento come nei giorni scorsi si è ampiamente discusso anche nel vs sito. Utilizzando uno dei link postati qualche tempo fa oggi ho rivisto il sito ufficiale della qualità dell aria ARPA. Scorrendo la pagina mi sono accorto che a Barletta le 2 centraline che effettuano monitoraggio si limitano a registrare i dati di diversi inquinanti tra cui il PM10 ma STRANAMENTE non viene effettuato quello del PM2,5 che altresì presente in quasi TUTTE le centraline delle altre città, onestamente mi chiedevo come mai...
Spinto dalla curiosità e facendo riferimento alla buon sito di Wikipedia ho spulciato tra le varie pagine e nella pagina riferita al particolato si legge:
Chiedo scusa se ho riportato delle parti dal sito di wikipedia ma quello che si evince è che:"[...]PM10 – particolato formato da particelle inferiori a 10 µm (cioè inferiori a un centesimo di millimetro), è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe). Le particelle fra circa 5 e 2,5 µm si depositano prima dei bronchioli.
PM2,5 – particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro), è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca.
Il particolato ha effetti diversi sulla salute umana ed animale a seconda dell'origine (naturale, antropica ecc.) e delle dimensioni delle polveri.
Tra i disturbi attribuiti al particolato fine e ultrafine (PM10 e soprattutto PM2,5) vi sono patologie acute e croniche a carico dell'apparato respiratorio (asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori) e cardio-circolatorio (aggravamento dei sintomi cardiaci nei soggetti predisposti)
Per le PM 2,5 il decreto non prevede dei limiti sulla concentrazione media giornaliera, come per le PM10, ma dal 2011 è scattato l'obbligo per monitoraggio di tali polveri, con l'obiettivo di raggiungere al 2015 un valore limite medio annuo fissato a 25 µg/m³
Al PM10 fanno riferimento alcune normative (fra cui le direttive europee 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa e quelle sulle emissioni dei veicoli), tuttavia tale parametro si sta dimostrando relativamente GROSSOLANO, dato che sono i PM2,5 ed i PM1 (anche se comunque correlati al PM10) ad avere i maggiori effetti negativi sulla salute umana e animale".
1) a Barletta si effettua un controllo su un inquinante grossolano il PM10
2) si omette di controllare un inquinante importantissimo come il PM2.5 (controllo obbligatorio per legge) che è causa di gravissime patologie di cui purtroppo la popolazione barlettana ha una crescita esponenziale in tal senso (tumori, allergie e problemi cardio circolatori)
3) Da profano mi chiedo: se a barletta c'è, oltre ai prodotti della combustione delle auto, una fabbrica che ha un forno che brucia monnezza a temperature elevatissime non è che più elevata è la temperatura di combustione più sono piccole le dimensioni delle particelle emesse???!!! Sarà un'omissione di controllo volontaria o nessuno se ne è accorto? Saluti».
[Giovanni Diviesti]