Passaggio a livello, in via Andria la pazienza non basta
Piegate le sbarre per impedire l'attraversamento pedonale
martedì 3 ottobre 2017
iReport
«Sì, è vero, è un po' noioso attendere che il treno passi, magari il primo, il secondo, il terzo. Sì, è vero, siamo nel 2017 e in molte città sono riusciti a trovare soluzioni urbanistiche alternative murando i passaggi a livello. È tutto vero, ognuno trova la giustificazione più opportuna ad ogni pensiero di comodo. Ma gli incidenti avvenuti negli scorsi mesi causati dal transito, voluti e no, sotto le sbarre, hanno portato alla decisione di montare quella rigida griglia alle sbarre.
Domenica mattina passo e mi accorgo che una delle sbarre era stata colpita tanto da restare piegata. L'azione di qualcuno che di pazienza ne aveva poca e di forza, forse troppa. In quanto pedagogista ed esperta delle scienze dell'educazione mi resta ridondante in mente il pensiero di non riuscire a comprendere come continuiamo a non riuscire a tenere a freno tali comportamenti, la non cura nei confronti dell'arredo urbano della nostra amata città e di ogni angolo della terra, la mancanza di regole e la voglia sempre più spietata di sorvolarle o non rispettarle. A volte non so spiegarmi né scientificamente, né umanamente come si possa continuare a vivere senza comprendere quanto sia importante avere valori saldi e punti di riferimento forti, tali da riuscire a vivere senza ansie e senza paure nelle relazioni con il prossimo e con gli oggetti.
Il rispetto per gli oggetti, il rispetto reciproco per i cari, il rispetto per i luoghi, il rispetto per le idee, sempre più raro, sempre più velato».
Imma Balestrucci
Domenica mattina passo e mi accorgo che una delle sbarre era stata colpita tanto da restare piegata. L'azione di qualcuno che di pazienza ne aveva poca e di forza, forse troppa. In quanto pedagogista ed esperta delle scienze dell'educazione mi resta ridondante in mente il pensiero di non riuscire a comprendere come continuiamo a non riuscire a tenere a freno tali comportamenti, la non cura nei confronti dell'arredo urbano della nostra amata città e di ogni angolo della terra, la mancanza di regole e la voglia sempre più spietata di sorvolarle o non rispettarle. A volte non so spiegarmi né scientificamente, né umanamente come si possa continuare a vivere senza comprendere quanto sia importante avere valori saldi e punti di riferimento forti, tali da riuscire a vivere senza ansie e senza paure nelle relazioni con il prossimo e con gli oggetti.
Il rispetto per gli oggetti, il rispetto reciproco per i cari, il rispetto per i luoghi, il rispetto per le idee, sempre più raro, sempre più velato».
Imma Balestrucci