Festa patronale 2014, tagliato fuori il quartiere di San Giacomo
«Bisogna valorizzare una zona così ricca di tradizione»
giovedì 24 luglio 2014
10.52
iReport
Anche quest'anno, come avviene oramai già da diversi anni, in occasione della festa patronale a Barletta dobbiamo purtroppo segnalare che una parte della nostra città, peraltro importantissima dal punto di vista storico e culturale, visto che ricomprende due tra le chiese in assoluto più antiche e più belle della città, come quelle di San Giacomo e di Sant'Agostino, oltre che il vecchio ospedale cittadino, con l'antistante e prestigiosa Piazza Principe Umberto, e lo stesso monumentale Orologio di San Giacomo, è rimasta completamente tagliata fuori dalla festa più amata e sentita dai barlettani. Infatti, oltre alla scomparsa delle bancarelle, relegate da tempo per presunti motivi igienici in una sola zona della città, dobbiamo registrare per il terzo anno consecutivo che anche le luminarie, che da sempre caratterizzano la nostra festa patronale, si arrestano implacabilmente in Corso Vittorio Emanuele, all'incrocio con via Consalvo da Cordova, come se tale incrocio fosse un nuovo "Check Point Charlie" oltre il quale cala, come un tempo nella vecchia Berlino Est, se non proprio una cortina di ferro, quanto meno una squallida cortina di buio.
E' questo, ci chiediamo sconcertati, il modo di valorizzare e rispettare una delle zone di Barletta tra le più ricche di tradizione ma i cui residenti, specie dopo la chiusura del vecchio ospedale, sembrano essere divenuti, oramai, figli di un dio minore?
Non sarebbe stato bello, e socialmente più giusto, se anche i tanti anziani (per non parlare dei disabili) che abitano in questo quartiere, e che non meno della zona di Santa Maria e del centro cittadino, rappresenta, per storia e tradizione, il "cuore" della vecchia Barletta, avessero potuto godersi anche loro un pezzetto della festa? Che senso ha, ci chiediamo sempre sconcertati, lo slogan adottato dal comitato per le feste patronali "Accendi anche tu una lampadina e illuminiamo Barletta a festa", per chiedere i contributi per la festa ai cittadini e agli esercenti, se poi una intera parte della città viene ingiustificatamente lasciata al buio e sacrificata al "salotto buono" cittadino"? Riteniamo inaccettabile che questa zona della città, pur prestigiosa, continui ad essere trascurata e svalorizzata, come sta accadendo inesorabilmente da diversi anni, poiché dopo la chiusura del vecchio ospedale è degradata in un qualcosa di ibrido, né carne e né pesce, non più centro e non ancora periferia, mentre i cittadini ivi residenti, compresi i commercianti e gli esercenti, continuano tuttavia ad essere tartassati esattamente come se vivessero e lavorassero nella zona "fortunata" della città, per intenderci quella situata oltre la predetta "cortina di buio".
Chiediamo, quindi, che questa zona di Barletta torni a ricevere, anche da parte della stessa Amministrazione comunale, le attenzioni e il rispetto che merita sia per la sua storia che per le sue tradizioni, e che non sia più sistematicamente tenuta fuori, come una cenerentola, da tutti gli appuntamenti cittadini. E ci auguriamo che questa inversione di tendenza cominci proprio riportando, fin dal prossimo anno, come del resto sempre accaduto in passato, la festa patronale nel nostro storico quartiere, nel quale visse il mitico Cavalier Daddato (l'indimenticato e indimenticabile "Scavotte") che tanto si impegnò per ridare alla città di Barletta il suo Certame, perché il quartiere di San Giacomo a Barletta, per noi che ci viviamo e ci lavoriamo, è centro storico, lo è per la Storia della nostra città, e tale deve ritornare ad essere anche nei fatti.
[Francesco Filograsso, Ruggiero Deastis, Michele Refolo, Costituenda Associazione di Strada "Barletta – San Giacomo"]
E' questo, ci chiediamo sconcertati, il modo di valorizzare e rispettare una delle zone di Barletta tra le più ricche di tradizione ma i cui residenti, specie dopo la chiusura del vecchio ospedale, sembrano essere divenuti, oramai, figli di un dio minore?
Non sarebbe stato bello, e socialmente più giusto, se anche i tanti anziani (per non parlare dei disabili) che abitano in questo quartiere, e che non meno della zona di Santa Maria e del centro cittadino, rappresenta, per storia e tradizione, il "cuore" della vecchia Barletta, avessero potuto godersi anche loro un pezzetto della festa? Che senso ha, ci chiediamo sempre sconcertati, lo slogan adottato dal comitato per le feste patronali "Accendi anche tu una lampadina e illuminiamo Barletta a festa", per chiedere i contributi per la festa ai cittadini e agli esercenti, se poi una intera parte della città viene ingiustificatamente lasciata al buio e sacrificata al "salotto buono" cittadino"? Riteniamo inaccettabile che questa zona della città, pur prestigiosa, continui ad essere trascurata e svalorizzata, come sta accadendo inesorabilmente da diversi anni, poiché dopo la chiusura del vecchio ospedale è degradata in un qualcosa di ibrido, né carne e né pesce, non più centro e non ancora periferia, mentre i cittadini ivi residenti, compresi i commercianti e gli esercenti, continuano tuttavia ad essere tartassati esattamente come se vivessero e lavorassero nella zona "fortunata" della città, per intenderci quella situata oltre la predetta "cortina di buio".
Chiediamo, quindi, che questa zona di Barletta torni a ricevere, anche da parte della stessa Amministrazione comunale, le attenzioni e il rispetto che merita sia per la sua storia che per le sue tradizioni, e che non sia più sistematicamente tenuta fuori, come una cenerentola, da tutti gli appuntamenti cittadini. E ci auguriamo che questa inversione di tendenza cominci proprio riportando, fin dal prossimo anno, come del resto sempre accaduto in passato, la festa patronale nel nostro storico quartiere, nel quale visse il mitico Cavalier Daddato (l'indimenticato e indimenticabile "Scavotte") che tanto si impegnò per ridare alla città di Barletta il suo Certame, perché il quartiere di San Giacomo a Barletta, per noi che ci viviamo e ci lavoriamo, è centro storico, lo è per la Storia della nostra città, e tale deve ritornare ad essere anche nei fatti.
[Francesco Filograsso, Ruggiero Deastis, Michele Refolo, Costituenda Associazione di Strada "Barletta – San Giacomo"]