Tennis
Tennis, le voci dei protagonisti del XVI Open "Città della Disfida-Selezione Casillo"
Intervengono ai microfoni di Barlettalife Stefano Galvani e Isidoro Alvisi
Barletta - martedì 3 aprile 2012
0.51
È partita ieri l'attesa sedicesima edizione dell'Open ATP "Città della Disfida-Selezione Casillo", che dal 2 all'8 aprile porterà grande tennis presso il Circolo Tennis Hugo Simmen di Barletta. Dopo due giorni dedicati al torneo di qualificazione, il tabellone principale è entrato nel vivo, proponendo subito match dall'elevato contenuto tecnico. Alterne notizie per i portacolori italiani: escono al primo turno Di Mauro e Giannessi, battuti rispettivamente da Jaziri e Brown, così come la coppia Miccolani-Portaluri, che lasciano strada al duo Brunstorm-Norman. Positive le notizie provenienti da Enrico Burzi, wild card che elimina a sorpresa lo spagnolo Pere Riba, vincitore dell'edizione 2010, e da Stefano Galvani, che batte Struff. Al termine degli incontri in programma, Barlettalife intervista alcuni dei protagonisti del grande tennis sulla terra rossa di Barletta: questa volta è toccato a Stefano Galvani e al direttore del Torneo Isidoro Alvisi.
Stefano Galvani, come hai vissuto l'inizio del Challenger qui a Barletta?
Oggi (ieri ndr) è andata bene, ho vinto e sono contento. Le condizioni erano abbastanza difficili, c'era un po' di vento. Non era facile, però sono contento di aver passato il turno. Mi sono impegnato, sono rimasto tranquillo. Tutto sommato, è andata bene.
Nonostante la concorrenza sia abbastanza agguerrita, cosa ti aspetti dal torneo quest'anno? Quali sono le tue aspettative?
Il torneo quest'anno è molto, molto forte, come sempre tra l'altro. Questa è una data particolare, Tra l'altro è uno dei primissimi tornei sulla terra (battuta ndr). Sarà difficile, vedremo partita dopo partita dove riesco ad arrivare.
Qui a Barletta, si spera in una finale tutta italiana, evento che nel Challenger non della Città della Disfida non si è mai verificato. Visto che tu sei anche uno dei protagonisti della truppa italiana, come giudichi questa opportunità dopo tanti anni di "oscurità"?
Quest'anno, più che in altre edizioni, gli italiani sono favoriti. Tra Potito, Fognini - che rientra adesso dopo un periodo di stop, e rientrare così non è mai facile -, c'è Volandri. Il livello è davvero alto ed è molto difficile. Io adesso sicuramente non sono tra i favoriti, però speriamo che qualche italiano vada avanti, sarebbe bello assistere ad una finale tutta italiana.
In questa edizione si può notare un dato: si contendono la vittoria una "vecchia" generazione di tennisti esperti contro giovani promesse del tennis internazionale. Chi speri che vinca alla fine?
Essendo tra i vecchi, spero i vecchi (ride ndr). Anche se ogni anno che passa, diventa sempre più dura. Però oggi col vento sicuramente un po' d'esperienza sicuramente non guastava (ride ndr).
Chiudiamo la breve intervista con una parentesi dedicata a Barletta, che per la sedicesima volta ospita questo torneo, uno dei più importanti d'Italia. Come giudichi la città e l'organizzazione?
Il torneo di Barletta per me è storico, innanzitutto perché è stato il primo Challenger che ho disputato ormai quasi vent'anni fa (sorride ndr) – era forse la prima edizione. E poi la città è bellissima, mi trovo bene, ci torno ogni anno con mia moglie e mia figlia perché si sta bene, è rilassante, il circolo è bello. Speriamo di trovare bel tempo, e anche di vincere, dai, non si sa mai (ride ndr).
Isidoro Alvisi, prime fasi del Challenger, si entra subito nel vivo con incontri interessanti e grandi emozioni.
Nella giornata odierna (ieri) c'è stata la prima giornata del main draw, con domani (oggi ndr) concludiamo il primo turno. Entreranno in campo tutti i migliori: abbiamo un programma sul centrale che onestamente ha poco da invidiare ai migliori tornei d'Italia, eccezion fatta forse solo per gli Internazionali di Roma. Alle 11 partiamo con Bolelli, poi Volandri, Fognini e grande chiusura con Starace.
Grandi aspettative per un torneo che è partito oggi con qualche problema climatico dovuta a qualche folata di vento in più. In ogni caso, grande giornata di tennis qui al circolo tennis Hugo Simmen…
Il vento fa parte del tennis all'aperto su terra rossa. In ogni caso, il sole ci ha accompagnato per tutta la giornata. Questo è il clima che solitamente caratterizza la prima vera, possono capitare giornate un po' ventose. Ma non è certo il vento il problema per i giocatori.
Come sempre Barletta risponde bene all'appello che il circolo Hugo Simmen lancia per il torneo. Già dalle prime giornate si è infatti vista una buona cornice di pubblico. Si aspetta il "pienone" per le giornate conclusive?
Certamente, il torneo di Barletta ha un'organizzazione collaudata. Il Consiglio Direttivo, rinnovato nella presidenza con l'avvocato Antonella Daleno, ha dato nuovo impulso a questa manifestazione. Una manifestazione di richiamo per tutto il territorio, che il territorio stesso difende. Quindi arriva una buona risposta, dovuta essenzialmente al fatto che è un torneo che la gente sente suo. Noi in questo circolo cerchiamo non solo di far vedere del bel tennis, ma anche di organizzare qualcos'altro.
A proposito di bel tennis, esordio per alcuni degli italiani protagonisti: non è andata bene a Di Mauro, sconfitto all'esordio da Jaziri, mentre ce l'ha fatta Galvani. Si spera in una vittoria italiana, che qui a Barletta non c'è mai stata?
Le prime tre teste di serie sono italiane, nell'ordine Fognini, Volandri e Starace. C'è anche Bolelli. Per quel che riguarda le partite odierne, Di Mauro si è comunque ben comportato contro il tunisino Jaziri, già tra i primo 100 al mondo, mentre Galvani con molta esperienza è riuscito a portare a casa un bel match. Giannessi, invece, un altro italiano che ha i numeri per andare avanti quest'oggi ha trovato in Brown un avversario molto ostico. Il torneo di Barletta, ovviamente è un banco di prova, e bisogna essere davvero attrezzati per andare avanti. Speriamo che un italiano possa raggiungere la finale.
Stefano Galvani, come hai vissuto l'inizio del Challenger qui a Barletta?
Oggi (ieri ndr) è andata bene, ho vinto e sono contento. Le condizioni erano abbastanza difficili, c'era un po' di vento. Non era facile, però sono contento di aver passato il turno. Mi sono impegnato, sono rimasto tranquillo. Tutto sommato, è andata bene.
Nonostante la concorrenza sia abbastanza agguerrita, cosa ti aspetti dal torneo quest'anno? Quali sono le tue aspettative?
Il torneo quest'anno è molto, molto forte, come sempre tra l'altro. Questa è una data particolare, Tra l'altro è uno dei primissimi tornei sulla terra (battuta ndr). Sarà difficile, vedremo partita dopo partita dove riesco ad arrivare.
Qui a Barletta, si spera in una finale tutta italiana, evento che nel Challenger non della Città della Disfida non si è mai verificato. Visto che tu sei anche uno dei protagonisti della truppa italiana, come giudichi questa opportunità dopo tanti anni di "oscurità"?
Quest'anno, più che in altre edizioni, gli italiani sono favoriti. Tra Potito, Fognini - che rientra adesso dopo un periodo di stop, e rientrare così non è mai facile -, c'è Volandri. Il livello è davvero alto ed è molto difficile. Io adesso sicuramente non sono tra i favoriti, però speriamo che qualche italiano vada avanti, sarebbe bello assistere ad una finale tutta italiana.
In questa edizione si può notare un dato: si contendono la vittoria una "vecchia" generazione di tennisti esperti contro giovani promesse del tennis internazionale. Chi speri che vinca alla fine?
Essendo tra i vecchi, spero i vecchi (ride ndr). Anche se ogni anno che passa, diventa sempre più dura. Però oggi col vento sicuramente un po' d'esperienza sicuramente non guastava (ride ndr).
Chiudiamo la breve intervista con una parentesi dedicata a Barletta, che per la sedicesima volta ospita questo torneo, uno dei più importanti d'Italia. Come giudichi la città e l'organizzazione?
Il torneo di Barletta per me è storico, innanzitutto perché è stato il primo Challenger che ho disputato ormai quasi vent'anni fa (sorride ndr) – era forse la prima edizione. E poi la città è bellissima, mi trovo bene, ci torno ogni anno con mia moglie e mia figlia perché si sta bene, è rilassante, il circolo è bello. Speriamo di trovare bel tempo, e anche di vincere, dai, non si sa mai (ride ndr).
Isidoro Alvisi, prime fasi del Challenger, si entra subito nel vivo con incontri interessanti e grandi emozioni.
Nella giornata odierna (ieri) c'è stata la prima giornata del main draw, con domani (oggi ndr) concludiamo il primo turno. Entreranno in campo tutti i migliori: abbiamo un programma sul centrale che onestamente ha poco da invidiare ai migliori tornei d'Italia, eccezion fatta forse solo per gli Internazionali di Roma. Alle 11 partiamo con Bolelli, poi Volandri, Fognini e grande chiusura con Starace.
Grandi aspettative per un torneo che è partito oggi con qualche problema climatico dovuta a qualche folata di vento in più. In ogni caso, grande giornata di tennis qui al circolo tennis Hugo Simmen…
Il vento fa parte del tennis all'aperto su terra rossa. In ogni caso, il sole ci ha accompagnato per tutta la giornata. Questo è il clima che solitamente caratterizza la prima vera, possono capitare giornate un po' ventose. Ma non è certo il vento il problema per i giocatori.
Come sempre Barletta risponde bene all'appello che il circolo Hugo Simmen lancia per il torneo. Già dalle prime giornate si è infatti vista una buona cornice di pubblico. Si aspetta il "pienone" per le giornate conclusive?
Certamente, il torneo di Barletta ha un'organizzazione collaudata. Il Consiglio Direttivo, rinnovato nella presidenza con l'avvocato Antonella Daleno, ha dato nuovo impulso a questa manifestazione. Una manifestazione di richiamo per tutto il territorio, che il territorio stesso difende. Quindi arriva una buona risposta, dovuta essenzialmente al fatto che è un torneo che la gente sente suo. Noi in questo circolo cerchiamo non solo di far vedere del bel tennis, ma anche di organizzare qualcos'altro.
A proposito di bel tennis, esordio per alcuni degli italiani protagonisti: non è andata bene a Di Mauro, sconfitto all'esordio da Jaziri, mentre ce l'ha fatta Galvani. Si spera in una vittoria italiana, che qui a Barletta non c'è mai stata?
Le prime tre teste di serie sono italiane, nell'ordine Fognini, Volandri e Starace. C'è anche Bolelli. Per quel che riguarda le partite odierne, Di Mauro si è comunque ben comportato contro il tunisino Jaziri, già tra i primo 100 al mondo, mentre Galvani con molta esperienza è riuscito a portare a casa un bel match. Giannessi, invece, un altro italiano che ha i numeri per andare avanti quest'oggi ha trovato in Brown un avversario molto ostico. Il torneo di Barletta, ovviamente è un banco di prova, e bisogna essere davvero attrezzati per andare avanti. Speriamo che un italiano possa raggiungere la finale.