Calcio
Simone Guerri: «Grazie Barletta, qui due anni indimenticabili»
Intervista all'ex capitano biancorosso, oggi vicino al Gubbio
Barletta - mercoledì 27 giugno 2012
9.17
Un capitano non vorrebbe mai abbandonare la propria nave, ma ci sono momenti e contingenze che costringono a farlo. In un Barletta dal futuro nebuloso, il primo a trovare una nuova "casa" sportiva potrebbe essere l'ex capitano Simone Guerri. Il centrocampista toscano, classe 1982, potrebbe essere infatti uno dei primi rinforzi del Gubbio, società retrocessa in Prima Divisione dopo un anno di serie B. Guerri, che il 27 giugno compirà 30 anni, ha collezionato con la maglia del Barletta 55 presenze in campionato in due anni, mettendo a segno anche due gol, quello del provvisorio 1-0 in Barletta-Cavese 3-3 del 17 ottobre 2010, e quello del vantaggio allo "Zini" di Cremona, dove il Barletta lo scorso 22 aprile pareggiò per 2-2. Centrocampista di quantità, uomo-spogliatoio, capitano biancorosso in diverse partite, Guerri ha lasciato un buon ricordo a Barletta. Noi di Barlettalife.it lo abbiamo contattato al termine dell'avventura biancorossa, per raccogliere il suo saluto alla piazza:
Simone, dopo due anni a Barletta l'addio per fine contratto. Pensavi di non essere confermato?
« Sinceramente no, poi nel calcio ognuno fa le sue scelte anche personali, e la società fa le sue. Con il presidente Tatò c'era un progetto biennale per salire in B, poi per cose che neanche noi conosciamo bene il rapporto si è concluso. Anche tanti altri miei compagni sono alla ricerca di una nuova squadra, ma ci siamo lasciati senza alcun rancore con il Barletta
Voi vi aspettavate il distacco dei Tatò?
« Personalmente no, però non è la prima realtà in cui accade una cosa del genere. Saranno state molte le buonissime ragioni che hanno spinto il presidente a tale decisione: è anche vero che c'era un progetto biennale, ma evidentemente ha avuto cause che l'han spinto a questa scelta».
Radiomercato ti dà molto vicino al Gubbio: a che punto è la trattativa con gli umbri?
« Guarda, ho letto anch'io, molti giornali mi danno già del Gubbio. In realtà la trattativa c'è, ma non si è concluso ancora nullo. Ho parlato con il ds Giammarioli e il mister Sottil, ma non abbiamo ancora parlato di contratto».
Ti piacerebbe come idea? Il Gubbio ha programmi ambiziosi e ti avvicineresti a casa…
« Ci sono anche altre trattative in ballo, ma loro mi stanno cercando davvero con forza. Non bisogna guardare solo all'aspetto economico, ma anche al fattore tecnico, e a Gubbio sembra stia crescendo un interessante progetto».
Cosa non ha funzionato a Barletta?
« Diciamo che sono state molte le componenti: prima noi calciatori, che abbiamo fallito l'obiettivo nonostante gli ottimi valori in squadra. Ci sono stati poi altri fattori: è mancata la tranquillità sin dall'inizio. Prima i tanti proclami, poi le sconfitte interne, penso a quelle con Trapani e Feralpi, poi abbiamo ripreso la situazione in pugno ma siamo mancati dopo gennaio».
Qual è il ricordo migliore dei due anni a Barletta?
« Nella stagione 2010/2011 le vittorie di Foggia a Benevento. Due successi importanti, al termine dei quali una volta tornati a casa siamo stati accolti dai nostri tifosi in festa, un'emozione davvero bella. Poi la presentazione di inizio stagione quest'anno: anche se evoca un ricordo amaro, se penso alla fine della stagione».
Il momento più brutto vissuto a Barletta?
« Di quest'anno la partita persa ad Andria nello scorso gennaio. Lì si è rotto qualcosa. Abbiamo perso male e in tanti di noi hanno perso tranquillità, si è rotto qualche equilibrio di spogliatoio forse».
Ti è spiaciuto non aver incontrato il presidente nell'ultimo giorno in cui sei stato a Barletta? Eri partito anche come capitano quest'anno…
« Dispiaciuto no, perché comunque a livello umano tra noi non si è rotto niente, la stima reciproca resta. A maggio, quando siamo andati via da Barletta, ci aveva spiegato della situazione di indecisione, e che per rispetto nostro preferiva cercassimo squadra perché non sapeva se andare avanti o no. Ha avuto rispetto di noi in tal senso: ci sarà magari una chiamata a breve tra noi per salutarci, il rapporto umano è ancora ottimo».
Dall'esterno, che squadra pensi vedremo a Barletta nella prossima stagione? Giovane e competitiva? O fortemente ridimensionata?
« Parlo per sensazioni: la squadra si iscriverà tranquillamente secondo me, con tagli agli ingaggi come è giusto che sia. Conoscendo il presidente, anche con i giovani prenderà calciatori di valore e avrà un progetto che miri comunque in alto. Mi baso su quanto leggo comunque dai giornali e su Barlettalife, leggo di Pavone come ds e quindi credo che la squadra sarà valida».
Simone, siamo al termine della nostra intervista. Come vuoi salutare città e tifoseria?
« Auguro a Barletta e ai suoi tifosi tutte le vittorie del mondo. Auguro al presidente Tatò di raggiungere la serie B quest'anno, magari insieme se sarò in un'altra squadra del girone. Tanto i posti sono due (ride, ndr). A Barletta sono stato splendidamente dal punto di visto umano, ho conosciuto tanta gente che mi ha voluto bene, ho conosciuto tanti amici. Era la mia prima esperienza al Sud dopo aver giocato solo in Toscana e sono stato benissimo. Saluto con affetto i tifosi e gli auguro tante gioie, quest'anno ho sofferto con loro e, credimi, il pareggio di Piacenza mi brucia ancora come una pugnalata al cuore».
E noi speriamo che gli auguri portino bene, capitan Guerri…
(Twitter: @GuerraLuca88)
Simone, dopo due anni a Barletta l'addio per fine contratto. Pensavi di non essere confermato?
« Sinceramente no, poi nel calcio ognuno fa le sue scelte anche personali, e la società fa le sue. Con il presidente Tatò c'era un progetto biennale per salire in B, poi per cose che neanche noi conosciamo bene il rapporto si è concluso. Anche tanti altri miei compagni sono alla ricerca di una nuova squadra, ma ci siamo lasciati senza alcun rancore con il Barletta
Voi vi aspettavate il distacco dei Tatò?
« Personalmente no, però non è la prima realtà in cui accade una cosa del genere. Saranno state molte le buonissime ragioni che hanno spinto il presidente a tale decisione: è anche vero che c'era un progetto biennale, ma evidentemente ha avuto cause che l'han spinto a questa scelta».
Radiomercato ti dà molto vicino al Gubbio: a che punto è la trattativa con gli umbri?
« Guarda, ho letto anch'io, molti giornali mi danno già del Gubbio. In realtà la trattativa c'è, ma non si è concluso ancora nullo. Ho parlato con il ds Giammarioli e il mister Sottil, ma non abbiamo ancora parlato di contratto».
Ti piacerebbe come idea? Il Gubbio ha programmi ambiziosi e ti avvicineresti a casa…
« Ci sono anche altre trattative in ballo, ma loro mi stanno cercando davvero con forza. Non bisogna guardare solo all'aspetto economico, ma anche al fattore tecnico, e a Gubbio sembra stia crescendo un interessante progetto».
Cosa non ha funzionato a Barletta?
« Diciamo che sono state molte le componenti: prima noi calciatori, che abbiamo fallito l'obiettivo nonostante gli ottimi valori in squadra. Ci sono stati poi altri fattori: è mancata la tranquillità sin dall'inizio. Prima i tanti proclami, poi le sconfitte interne, penso a quelle con Trapani e Feralpi, poi abbiamo ripreso la situazione in pugno ma siamo mancati dopo gennaio».
Qual è il ricordo migliore dei due anni a Barletta?
« Nella stagione 2010/2011 le vittorie di Foggia a Benevento. Due successi importanti, al termine dei quali una volta tornati a casa siamo stati accolti dai nostri tifosi in festa, un'emozione davvero bella. Poi la presentazione di inizio stagione quest'anno: anche se evoca un ricordo amaro, se penso alla fine della stagione».
Il momento più brutto vissuto a Barletta?
« Di quest'anno la partita persa ad Andria nello scorso gennaio. Lì si è rotto qualcosa. Abbiamo perso male e in tanti di noi hanno perso tranquillità, si è rotto qualche equilibrio di spogliatoio forse».
Ti è spiaciuto non aver incontrato il presidente nell'ultimo giorno in cui sei stato a Barletta? Eri partito anche come capitano quest'anno…
« Dispiaciuto no, perché comunque a livello umano tra noi non si è rotto niente, la stima reciproca resta. A maggio, quando siamo andati via da Barletta, ci aveva spiegato della situazione di indecisione, e che per rispetto nostro preferiva cercassimo squadra perché non sapeva se andare avanti o no. Ha avuto rispetto di noi in tal senso: ci sarà magari una chiamata a breve tra noi per salutarci, il rapporto umano è ancora ottimo».
Dall'esterno, che squadra pensi vedremo a Barletta nella prossima stagione? Giovane e competitiva? O fortemente ridimensionata?
« Parlo per sensazioni: la squadra si iscriverà tranquillamente secondo me, con tagli agli ingaggi come è giusto che sia. Conoscendo il presidente, anche con i giovani prenderà calciatori di valore e avrà un progetto che miri comunque in alto. Mi baso su quanto leggo comunque dai giornali e su Barlettalife, leggo di Pavone come ds e quindi credo che la squadra sarà valida».
Simone, siamo al termine della nostra intervista. Come vuoi salutare città e tifoseria?
« Auguro a Barletta e ai suoi tifosi tutte le vittorie del mondo. Auguro al presidente Tatò di raggiungere la serie B quest'anno, magari insieme se sarò in un'altra squadra del girone. Tanto i posti sono due (ride, ndr). A Barletta sono stato splendidamente dal punto di visto umano, ho conosciuto tanta gente che mi ha voluto bene, ho conosciuto tanti amici. Era la mia prima esperienza al Sud dopo aver giocato solo in Toscana e sono stato benissimo. Saluto con affetto i tifosi e gli auguro tante gioie, quest'anno ho sofferto con loro e, credimi, il pareggio di Piacenza mi brucia ancora come una pugnalata al cuore».
E noi speriamo che gli auguri portino bene, capitan Guerri…
(Twitter: @GuerraLuca88)