Calcio
Settore giovanile Barletta 1922: intervista doppia ai responsabili
Le dichiarazioni del coordinatore del settore giovanile, Antonio Dibenedetto, e di Giuseppe Albanese, allenatore della juniores
Barletta - sabato 8 agosto 2020
8.40
Un passato glorioso come portiere di calcio a 5 a livello nazionale e internazionale, che è proseguito anche nella sua città natale, quando nel 2018, a 5 anni dal suo annuncio di ritiro, ha deciso di sposare il progetto Editalia Calcio a 5 in Serie C1 e rimettersi in gioco. Ma anche un presente che lo vede dall'altra parte del rettangolo verde, come allenatore e dirigente della scuola calcio S.S. Crocifisso, impegno che porta avanti con passione e dedizione da tantissimi anni, tanto da diventarne il simbolo.
Conosciamo meglio Mister Antonio Dibenedetto, coordinatore del settore giovanile del Barletta 1922. Da questa stagione la dirigenza del Barletta 1922 ha deciso di affidargli le chiavi di coordinamento del settore giovanile: si andrà ad occupare della supervisione di tutti gli atleti tesserati, dai bambini ai primi approcci con il gioco del calcio, fino alla categoria Allievi, che quest'anno interessa i ragazzi nati negli anni 2004-2005.
Quale è il progetto che intende seguire per la crescita dei più piccoli?
E' quello di scegliere i migliori e farli viaggiare verso un unico obiettivo, che è quello di farli approdare in prima squdra. Non sarà una scuola calcio ma un settore giovanile in cui saranno selezionati dei ragazzi in base alla loro bravura.
Quanto reputa importante creare un percorso di crescita targato Barletta che segue i bambini dalla prima età fino al calcio dei grandi?
Lo reputo molto importante, soprattutto per la possibilità di insegnare calcio sotto tutti gli aspetti: a livello di rispetto, educazione, oltre che di parte tecnica. Servirà per farli lavorare con i migliori, secondo un progetto che prevede la selezione di vari candidati, in base alle loro capacità individuali.
Quali sono le aspettative per questa prima stagione da coordinatore del settore giovanile del Barletta?
Le aspettative sono quelle di potersi organizzare al meglio, di organizzare gruppi qualitativamente pronti per le categorie che si troveranno ad affrontare.
Dopo un passato vincente nel calcio a 5, ora si passa al calcio a 11. Ci sono delle differenze tra questi due sport, a prima vista molto simili?
Certo, ci sono molte differenze, enormi, anche nel modo di pensare il calcio. Infatti ci tengo a precisare che io non sarò l'allenatore, ma il coordinatore. Nonostante ciò, cercherò di poter lavorare ogni settimana con i ragazzi, seguendo un modello che è stato adottato anche da squadre come la Juventus, che ha inserito nel settore giovanile l'allenatore della nazionale calcio a 5, Alessio Musti, che farà un allenamento a settimana con i ragazzi dai 7 ai 14 anni. E' quello che cercheremo di fare anche noi. E' un lavoro che serve molto specialmente al bambino, che lavora sulla velocità mentale della giocata e si trova pronto per le categorie successive.
Passiamo a Mister Giuseppe Albanese, allenatore della Juniores del Barletta 1922.
Allenatore con un lunghissimo passato alle spalle e ottima preparazione, soprattutto in ambito di settore giovanile. E' stato riconfermato questa stagione, dopo aver preso in mano le redini della formazione juniores del Barletta 1922 un anno fa, portandola alla vittoria del campionato di categoria. Prima del Barletta ha occupato il medesimo ruolo con i ragazzi dell'Unione Calcio Bisceglie, condotti per due anni alla vittoria del rispettivo girone di campionato.
La scorsa stagione sotto la sua guida è arrivato il quarto trionfo consecutivo nel girone di categoria juniores. Quest'anno si punta alla manita?
Noi non pensiamo alla "manita", pensiamo innanzitutto a far crescere i ragazzi in una prospettiva di prima squadra. Se poi riusciamo a vincere un altro campionato ben venga, ma non è il nostro obbiettivo primario.
Quale è l'idea di calcio che sta cercando di infondere nei ragazzi per prepararli al salto dei grandi?
Innanzitutto bisogna insegnare il significato del termine "sacrificio", perché spesso si passa da una scuola calcio, dove si è ragazzini, ad un gruppo che si affaccia ad una prima squadra di uomini. Perciò cerco di trasmettere un calcio che possa frali crescere e maturare in questo senso.
In passato Lei ha allenato sia prime squadre che settori giovanili. Come mai spesso è così difficile per i ragazzi approdare stabilmente tra i grandi?
La difficoltà è data dal passaggio da un calcio di crescita e formazione ad una categoria in cui si vuole subito vincere e i ragazzi devono rapportarsi con questa nuova idea. E' un concetto che si ritrova costantemente anche nel calcio professionistico e nelle cosidette "big" di Serie A. Spesso non si ha il tempo e la voglia di aspettare che il ragazzo cresca, ma vogliono già il ragazzo pronto che possa dare una mano sin da subito.
Alcuni dei ragazzi che ha allenato hanno esordito in prima squadra, uno in particolare, Guadagno, è stato promosso in pianta stabile. Cosa sa dirci di lui?
Paki è un ragazzo che in prospettiva può crescere e può fare molto bene. Lo scrso anno ha fatto benissimo sia con la juniores (nella quale è stato capocannoniere con 11 reti), sia quando è stato convocato in prima squadra. Spero che questo possa essere il suo anno, perché è un 2002 che può esplodere e confermarsi.
Le ultime cichiarazioni di mister Albanese riguardano la società: "Desidero esprimere i più sentiti ringraizamenti alla mia dirigenza e in particolare al presidente Mario Dimiccoli, che lo scorso anno mi ha voluto fortemente e quest'anno ha deciso di confermarmi alla guida di questi ragazzi. Ricevere una riconferma è importante, è un piacere ed un orgoglio professionale ed è sinonimo che si è fatto un buon lavoro, perciò spero che si continui a fare bene anche quest'anno, con la collaborazione di mister Antonio Dibendetto, per far crescere il Barletta calcio e fare il bene della città di Barletta"
Conosciamo meglio Mister Antonio Dibenedetto, coordinatore del settore giovanile del Barletta 1922. Da questa stagione la dirigenza del Barletta 1922 ha deciso di affidargli le chiavi di coordinamento del settore giovanile: si andrà ad occupare della supervisione di tutti gli atleti tesserati, dai bambini ai primi approcci con il gioco del calcio, fino alla categoria Allievi, che quest'anno interessa i ragazzi nati negli anni 2004-2005.
Quale è il progetto che intende seguire per la crescita dei più piccoli?
E' quello di scegliere i migliori e farli viaggiare verso un unico obiettivo, che è quello di farli approdare in prima squdra. Non sarà una scuola calcio ma un settore giovanile in cui saranno selezionati dei ragazzi in base alla loro bravura.
Quanto reputa importante creare un percorso di crescita targato Barletta che segue i bambini dalla prima età fino al calcio dei grandi?
Lo reputo molto importante, soprattutto per la possibilità di insegnare calcio sotto tutti gli aspetti: a livello di rispetto, educazione, oltre che di parte tecnica. Servirà per farli lavorare con i migliori, secondo un progetto che prevede la selezione di vari candidati, in base alle loro capacità individuali.
Quali sono le aspettative per questa prima stagione da coordinatore del settore giovanile del Barletta?
Le aspettative sono quelle di potersi organizzare al meglio, di organizzare gruppi qualitativamente pronti per le categorie che si troveranno ad affrontare.
Dopo un passato vincente nel calcio a 5, ora si passa al calcio a 11. Ci sono delle differenze tra questi due sport, a prima vista molto simili?
Certo, ci sono molte differenze, enormi, anche nel modo di pensare il calcio. Infatti ci tengo a precisare che io non sarò l'allenatore, ma il coordinatore. Nonostante ciò, cercherò di poter lavorare ogni settimana con i ragazzi, seguendo un modello che è stato adottato anche da squadre come la Juventus, che ha inserito nel settore giovanile l'allenatore della nazionale calcio a 5, Alessio Musti, che farà un allenamento a settimana con i ragazzi dai 7 ai 14 anni. E' quello che cercheremo di fare anche noi. E' un lavoro che serve molto specialmente al bambino, che lavora sulla velocità mentale della giocata e si trova pronto per le categorie successive.
Passiamo a Mister Giuseppe Albanese, allenatore della Juniores del Barletta 1922.
Allenatore con un lunghissimo passato alle spalle e ottima preparazione, soprattutto in ambito di settore giovanile. E' stato riconfermato questa stagione, dopo aver preso in mano le redini della formazione juniores del Barletta 1922 un anno fa, portandola alla vittoria del campionato di categoria. Prima del Barletta ha occupato il medesimo ruolo con i ragazzi dell'Unione Calcio Bisceglie, condotti per due anni alla vittoria del rispettivo girone di campionato.
La scorsa stagione sotto la sua guida è arrivato il quarto trionfo consecutivo nel girone di categoria juniores. Quest'anno si punta alla manita?
Noi non pensiamo alla "manita", pensiamo innanzitutto a far crescere i ragazzi in una prospettiva di prima squadra. Se poi riusciamo a vincere un altro campionato ben venga, ma non è il nostro obbiettivo primario.
Quale è l'idea di calcio che sta cercando di infondere nei ragazzi per prepararli al salto dei grandi?
Innanzitutto bisogna insegnare il significato del termine "sacrificio", perché spesso si passa da una scuola calcio, dove si è ragazzini, ad un gruppo che si affaccia ad una prima squadra di uomini. Perciò cerco di trasmettere un calcio che possa frali crescere e maturare in questo senso.
In passato Lei ha allenato sia prime squadre che settori giovanili. Come mai spesso è così difficile per i ragazzi approdare stabilmente tra i grandi?
La difficoltà è data dal passaggio da un calcio di crescita e formazione ad una categoria in cui si vuole subito vincere e i ragazzi devono rapportarsi con questa nuova idea. E' un concetto che si ritrova costantemente anche nel calcio professionistico e nelle cosidette "big" di Serie A. Spesso non si ha il tempo e la voglia di aspettare che il ragazzo cresca, ma vogliono già il ragazzo pronto che possa dare una mano sin da subito.
Alcuni dei ragazzi che ha allenato hanno esordito in prima squadra, uno in particolare, Guadagno, è stato promosso in pianta stabile. Cosa sa dirci di lui?
Paki è un ragazzo che in prospettiva può crescere e può fare molto bene. Lo scrso anno ha fatto benissimo sia con la juniores (nella quale è stato capocannoniere con 11 reti), sia quando è stato convocato in prima squadra. Spero che questo possa essere il suo anno, perché è un 2002 che può esplodere e confermarsi.
Le ultime cichiarazioni di mister Albanese riguardano la società: "Desidero esprimere i più sentiti ringraizamenti alla mia dirigenza e in particolare al presidente Mario Dimiccoli, che lo scorso anno mi ha voluto fortemente e quest'anno ha deciso di confermarmi alla guida di questi ragazzi. Ricevere una riconferma è importante, è un piacere ed un orgoglio professionale ed è sinonimo che si è fatto un buon lavoro, perciò spero che si continui a fare bene anche quest'anno, con la collaborazione di mister Antonio Dibendetto, per far crescere il Barletta calcio e fare il bene della città di Barletta"