Calcio
Sciannimanico su Cassano: «E’ un ragazzo timido»
L’allenatore del Barletta l’aveva seguito nelle giovanili
Barletta - giovedì 25 marzo 2010
Ci si aspettava insurrezioni, cori nostalgici per il ritorno di Antonio Cassano allo stadio San Nicola di Bari coi colori della Sampdoria. E invece mesta freddezza, qualche tifoso e il normale afflusso di spettatori. Niente folla ad attendere il "ragazzo d'oro" di Bari Vecchia, l'eroe che aveva risvegliato l'immagine di un giovane Maradona nei cuori dei vecchi tifosi baresi.
Nessuna sorpresa per il suo ritorno, tranne un sentito intervento dell'allenatore del Barletta Lello Sciannimanico, che aveva visto crescere il giovane talento nazionale nelle sue giovanili.
«Ho il ricordo— racconta l'attuale tecnico del Barletta— di un ragazzo semplice e buono che amava fare gli scherzi, come tagliare le calze ai compagni di squadra, ma sempre nei limiti del rispetto. Antonio ha sempre avuto il sorriso sulle labbra. Un lato negativo? Agli inizi ho dovuto fargli capire che non poteva irridere sempre gli avversari, a volte sono stato anche duro. In un'edizione del torneo della Coppa Italia Primavera Cassano segnò tre gol con il Foggia, ma nella partita successiva non lo convocai. Ci rimase male, diventò tutto rosso. A me veniva da ridere, ma dovevo fagli capire che doveva rispettare le regole. La verità è che lui è un timido».
E' la memoria di un ragazzo come tanti, cresciuto come tanti e diventato campione. Perché la Puglia non dimentica mai i suoi figli di maggior talento.
Nessuna sorpresa per il suo ritorno, tranne un sentito intervento dell'allenatore del Barletta Lello Sciannimanico, che aveva visto crescere il giovane talento nazionale nelle sue giovanili.
«Ho il ricordo— racconta l'attuale tecnico del Barletta— di un ragazzo semplice e buono che amava fare gli scherzi, come tagliare le calze ai compagni di squadra, ma sempre nei limiti del rispetto. Antonio ha sempre avuto il sorriso sulle labbra. Un lato negativo? Agli inizi ho dovuto fargli capire che non poteva irridere sempre gli avversari, a volte sono stato anche duro. In un'edizione del torneo della Coppa Italia Primavera Cassano segnò tre gol con il Foggia, ma nella partita successiva non lo convocai. Ci rimase male, diventò tutto rosso. A me veniva da ridere, ma dovevo fagli capire che doveva rispettare le regole. La verità è che lui è un timido».
E' la memoria di un ragazzo come tanti, cresciuto come tanti e diventato campione. Perché la Puglia non dimentica mai i suoi figli di maggior talento.