Calcio
Saveriano Infantino: «Con minore pressione arriveranno i risultati»
Il centravanti biancorosso analizza il momento del Barletta
Barletta - sabato 15 ottobre 2011
Al termine della partita amichevole che nella serata di ieri ha visto i suoi compagni rimasti a riposo mercoledì in campionato impegnati in un test-match contro la Nuova Molfetta, formazione militante in Prima Categoria, sul prato del "Puttilli", abbiamo ascoltato ai nostri microfoni Saveriano Infantino, fresco di prima rete in campionato. Il granatiere di Tolve, alla terza stagione in biancorosso, quella che ne potrebbe suggellare la consacrazione a questi livelli, ha fatto il punto sul momento che la squadra di mister Marco Cari sta attraversando:
Saveriano, mercoledì hai trovato il primo centro in questo torneo. Soddisfatto della prestazione tua e dei tuoi compagni contro il Sud Tirol?
«Sarei stato più contento se la squadra avesse vinto. Abbiamo fatto a mio parere una grande prestazione, e il risultato più giusto sarebbe stato la nostra vittoria. Purtroppo non siamo riusciti a vincere: molta sfortuna, molti rimpalli a loro favore sottoporta, abbiamo tirato verso Miskiewicz tantissime volte, ma abbiamo trovato la rete a tempo quasi scaduto. E' un momento strano, ci fanno un tiro e ci fanno un gol, invece noi la porta la troviamo purtroppo poco».
Ti abbiamo visto esultare rabbiosamente. C'era più rabbia per i gol falliti o più voglia di conquistarsi il posto da titolare in quella grande gioia?
«Sicuramente ho tanta voglia di conquistare una maglia nell'undici titolare; ero però molto arrabbiato anche per l'andamento della partita. A ogni passaggio sbagliato o impreciso della nostra squadra, sentivo il pubblico della tribuna rumoreggiare e contestare; spero che in futuro potremo giocare con maggiore tranquillità, sarà più facile arrivare a buoni risultati in questo modo».
Quest'anno sul Barletta c'è tanta pressione, molta più rispetto alla scorsa stagione. State pagando questo fattore?
«Ci sono davvero tante attese e tanta pressione su di noi: penso che però se ci dessero maggiore tranquillità e pazienza potremmo fare molto meglio. Un giocatore, se contestato continuamente, può avere anche paura di rischiare la giocata e sentirsi bloccato sul piano psicologico».
Facciamo un passo indietro: quanto è stato emozionante giocare nella struggente cornice del "Puttilli"?
«E' stato davvero molto forte, emozionante. I nostri tifosi sono sempre molto caldi, vicini a quanto è accaduto alla città, e ci spingono sempre tanto in campo. Poi giocare di sera sotto la luce dei riflettori è di per sé uno stimolo in più».
Anche lunedì giocherete di sera, nel posticipo di Trieste. Che sensazioni avrai nel calcare un palcoscenico prestigioso come il "Nereo Rocco"?
«Non dobbiamo pensare a dove giochiamo. Dobbiamo andare a Trieste, fare risultato e portare i punti a casa».
Un auspicio più che condivisibile, per il morale e la classifica...
Saveriano, mercoledì hai trovato il primo centro in questo torneo. Soddisfatto della prestazione tua e dei tuoi compagni contro il Sud Tirol?
«Sarei stato più contento se la squadra avesse vinto. Abbiamo fatto a mio parere una grande prestazione, e il risultato più giusto sarebbe stato la nostra vittoria. Purtroppo non siamo riusciti a vincere: molta sfortuna, molti rimpalli a loro favore sottoporta, abbiamo tirato verso Miskiewicz tantissime volte, ma abbiamo trovato la rete a tempo quasi scaduto. E' un momento strano, ci fanno un tiro e ci fanno un gol, invece noi la porta la troviamo purtroppo poco».
Ti abbiamo visto esultare rabbiosamente. C'era più rabbia per i gol falliti o più voglia di conquistarsi il posto da titolare in quella grande gioia?
«Sicuramente ho tanta voglia di conquistare una maglia nell'undici titolare; ero però molto arrabbiato anche per l'andamento della partita. A ogni passaggio sbagliato o impreciso della nostra squadra, sentivo il pubblico della tribuna rumoreggiare e contestare; spero che in futuro potremo giocare con maggiore tranquillità, sarà più facile arrivare a buoni risultati in questo modo».
Quest'anno sul Barletta c'è tanta pressione, molta più rispetto alla scorsa stagione. State pagando questo fattore?
«Ci sono davvero tante attese e tanta pressione su di noi: penso che però se ci dessero maggiore tranquillità e pazienza potremmo fare molto meglio. Un giocatore, se contestato continuamente, può avere anche paura di rischiare la giocata e sentirsi bloccato sul piano psicologico».
Facciamo un passo indietro: quanto è stato emozionante giocare nella struggente cornice del "Puttilli"?
«E' stato davvero molto forte, emozionante. I nostri tifosi sono sempre molto caldi, vicini a quanto è accaduto alla città, e ci spingono sempre tanto in campo. Poi giocare di sera sotto la luce dei riflettori è di per sé uno stimolo in più».
Anche lunedì giocherete di sera, nel posticipo di Trieste. Che sensazioni avrai nel calcare un palcoscenico prestigioso come il "Nereo Rocco"?
«Non dobbiamo pensare a dove giochiamo. Dobbiamo andare a Trieste, fare risultato e portare i punti a casa».
Un auspicio più che condivisibile, per il morale e la classifica...