Calcio
Presentato Nello Di Costanzo, l'"uomo nuovo" del Barletta Calcio
L'allenatore biancorosso è apparso tranquillo e determinato
Barletta - mercoledì 8 febbraio 2012
18.44
Intensità, centrocampo folto, sangue agli occhi e un unico obiettivo dichiarato, la serie B. Queste le linee-guida del diagramma di Cuono "Nello" Di Costanzo, l'uomo nuovo del Barletta Calcio. Visibilmente emozione, fresco di designazione alla carica di nuovo allenatore biancorosso da poche ore, il 51enne romano si è svelato oggi pomeriggio agli operatori dei media locali. In camicia e blazer, incurante del freddo polare abbattutosi in questi giorni sulla Città della Disfida, nella cornice della Sala Stampa dello stadio "Cosimo Puttilli", affiancato dal dg biancorosso Giuseppe Falcone e dall'addetto stampa del Barletta Calcio, Matteo Tabacco, il nuovo allenatore del Barletta si è svelato a 360 gradi. Riviviamo la prima apparizione pubblica di Nello Di Costanzo in "tunica" biancorossa attraverso le sue dichiarazioni più interessanti:
Cari & Barletta- "Ho trovato una squadra molto motivata, e con una qualità superiore alla media. Non voglio certo stravolgere il lavoro portato sin qui avanti da mister Cari, un collega che stimo molto. L'ambiente ha una carica positiva, e d questo devo certo ringraziare il mio predecessore. Degli elementi oggi in rosa conosco Romondini e Schetter per averci lavorato insieme, mentre diversi altri li conosco per averli visti giocare o affrontati da avversario".
Il progetto- "Ho accettato subito la proposta del presidente Tatò: oltre che la qualità della rosa, mi hanno convinto la serietà della dirigenza, le basi solide del progetto, e la tifoseria passionale, calda. I nostri tifosi sapranno darci la carica in più: ci daranno quella pressione positiva che serve per raggiungere obiettivi ambiziosi come i nostri. Ho seguito molto la Prima Divisione nei miei 2 anni di inattività, e posso dire che talvolta è meglio lavorare in questa categoria, ricca di motivazioni, che in serie B in piazze "piatte". La richiesta che il presidente mi ha fatto è la serie B: questa squadra ha i mezzi per raggiungere questo obiettivo. Sono venuto a Barletta per un progetto che ad ora si ferma a giugno, ma se faremo il salto di qualità ovviamente il rapporto potrà prolungarsi. Ora lavorerò pensando solo alle 12 ultime partite che ci attendono, sperando di arrivare il più su possibile".
Il modulo- "E' vero che in carriera ho spesso giocato con il 4-4-2, ma cambio spesso e volentieri modulo e sistema di gioco in base alle esigenze della rosa che ho a disposizione. A Castellamare di Stabia ho giocato ad esempio con il 4-3-1-2. Le mie direttive di gioco qui a Barletta saranno un centrocampo denso e gli esterni di centrocampo utilizzati ognuno sulla propria fascia di competenza e non "a piedi invertiti" (velato riferimento a quanto faceva Cari, ndr). Ho una rosa adeguata dal punto di vista qualitativo e numerico, che credo sia alla pari con alcune squadre del girone e inferiore a nessuno".
La mentalità- "Voglio dar vita a una formazione con una precisa identità di gioco, che prescinda dagli elementi in campo e dalle variazioni a livello di formazione, ma ovviamente la disponibilità o meno di determinati calciatori potrebbero influire sulla mia idea di gioco. Prediligo un calcio spumeggiante, rapido, con la squadra che aggredisca gli avversari sin dal fischio d'inizio". E a chi gli faceva notare che il Barletta è andato sempre in svantaggio nelle ultime 4 partite: " Su questo bisognerà lavorare, cercando di far andare in campo una squadra subito determinata a vincere. Andare in vantaggio presto è fondamentale in ogni partita".
Questione-centravanti- "Ho visto il Barletta contro Frosinone e Latina, e ho notato che la squadra ha giocato senza un centravanti di ruolo, schierando Mazzeo, pur con ottimi risultati, nei panni di prima punta. In teoria preferirei giocare con una prima punta fisica. Ora però Di Gennaro è ancora fuori per infortunio, abbiamo anche Infantino che ho osservato nell'ultima partita. Sono però solo fattori teorici, vedrò dopo i primi allenamenti chi è più adatto a ricoprire questo ruolo. Parto dal presupposto di volere due attaccanti in campo, anche se in carriera ho giocato anche con il 4-3-3".
Calciomercato- "Sono stato contattato a mercato invernale finito, ammetto però che mi sarebbe piaciuto molto intervenire in merito ai rinforzi da cercare a gennaio. Ho comunque a disposizione una rosa validissima, che tanti invidierebbero, e sono contento degli acquisti che il presidente ha fatto, arrivi che hanno sicuramente dato qualità e esperienza all'organico. Ora dovrò lavorare sulla tattica e sull'atteggiamento mentale dei miei calciatori".
Un piacevole aneddoto- In chiusura Di Costanzo ha inteso auspicare un piacevole finale alla sua nascente avventura barlettana attraverso il racconto della piccola "odissea" attraversata ieri, a causa della neve, per raggiungere Barletta in auto. "Ieri sono venuto giù in macchina appena ho ricevuto la chiamata del presidente Tatò: nonostante la strada bloccata e la neve, non sono tornato indietro, ho voluto ostinatamente raggiungere Barletta entro la serata di ieri e ce l'ho fatta nonostante l'evento eccezionale. Anche quando arrivai a Venezia dovetti affrontare una tempesta di acqua e vento, ma nonostante ciò raggiunsi la sede del club lagunare in giornata". Un filo rosso che può far ben sperare i tifosi del Barletta: "A Venezia conquistammo la promozione, speriamo che il clima nefasto il giorno dell'arrivo porti bene anche qui…"
Cari & Barletta- "Ho trovato una squadra molto motivata, e con una qualità superiore alla media. Non voglio certo stravolgere il lavoro portato sin qui avanti da mister Cari, un collega che stimo molto. L'ambiente ha una carica positiva, e d questo devo certo ringraziare il mio predecessore. Degli elementi oggi in rosa conosco Romondini e Schetter per averci lavorato insieme, mentre diversi altri li conosco per averli visti giocare o affrontati da avversario".
Il progetto- "Ho accettato subito la proposta del presidente Tatò: oltre che la qualità della rosa, mi hanno convinto la serietà della dirigenza, le basi solide del progetto, e la tifoseria passionale, calda. I nostri tifosi sapranno darci la carica in più: ci daranno quella pressione positiva che serve per raggiungere obiettivi ambiziosi come i nostri. Ho seguito molto la Prima Divisione nei miei 2 anni di inattività, e posso dire che talvolta è meglio lavorare in questa categoria, ricca di motivazioni, che in serie B in piazze "piatte". La richiesta che il presidente mi ha fatto è la serie B: questa squadra ha i mezzi per raggiungere questo obiettivo. Sono venuto a Barletta per un progetto che ad ora si ferma a giugno, ma se faremo il salto di qualità ovviamente il rapporto potrà prolungarsi. Ora lavorerò pensando solo alle 12 ultime partite che ci attendono, sperando di arrivare il più su possibile".
Il modulo- "E' vero che in carriera ho spesso giocato con il 4-4-2, ma cambio spesso e volentieri modulo e sistema di gioco in base alle esigenze della rosa che ho a disposizione. A Castellamare di Stabia ho giocato ad esempio con il 4-3-1-2. Le mie direttive di gioco qui a Barletta saranno un centrocampo denso e gli esterni di centrocampo utilizzati ognuno sulla propria fascia di competenza e non "a piedi invertiti" (velato riferimento a quanto faceva Cari, ndr). Ho una rosa adeguata dal punto di vista qualitativo e numerico, che credo sia alla pari con alcune squadre del girone e inferiore a nessuno".
La mentalità- "Voglio dar vita a una formazione con una precisa identità di gioco, che prescinda dagli elementi in campo e dalle variazioni a livello di formazione, ma ovviamente la disponibilità o meno di determinati calciatori potrebbero influire sulla mia idea di gioco. Prediligo un calcio spumeggiante, rapido, con la squadra che aggredisca gli avversari sin dal fischio d'inizio". E a chi gli faceva notare che il Barletta è andato sempre in svantaggio nelle ultime 4 partite: " Su questo bisognerà lavorare, cercando di far andare in campo una squadra subito determinata a vincere. Andare in vantaggio presto è fondamentale in ogni partita".
Questione-centravanti- "Ho visto il Barletta contro Frosinone e Latina, e ho notato che la squadra ha giocato senza un centravanti di ruolo, schierando Mazzeo, pur con ottimi risultati, nei panni di prima punta. In teoria preferirei giocare con una prima punta fisica. Ora però Di Gennaro è ancora fuori per infortunio, abbiamo anche Infantino che ho osservato nell'ultima partita. Sono però solo fattori teorici, vedrò dopo i primi allenamenti chi è più adatto a ricoprire questo ruolo. Parto dal presupposto di volere due attaccanti in campo, anche se in carriera ho giocato anche con il 4-3-3".
Calciomercato- "Sono stato contattato a mercato invernale finito, ammetto però che mi sarebbe piaciuto molto intervenire in merito ai rinforzi da cercare a gennaio. Ho comunque a disposizione una rosa validissima, che tanti invidierebbero, e sono contento degli acquisti che il presidente ha fatto, arrivi che hanno sicuramente dato qualità e esperienza all'organico. Ora dovrò lavorare sulla tattica e sull'atteggiamento mentale dei miei calciatori".
Un piacevole aneddoto- In chiusura Di Costanzo ha inteso auspicare un piacevole finale alla sua nascente avventura barlettana attraverso il racconto della piccola "odissea" attraversata ieri, a causa della neve, per raggiungere Barletta in auto. "Ieri sono venuto giù in macchina appena ho ricevuto la chiamata del presidente Tatò: nonostante la strada bloccata e la neve, non sono tornato indietro, ho voluto ostinatamente raggiungere Barletta entro la serata di ieri e ce l'ho fatta nonostante l'evento eccezionale. Anche quando arrivai a Venezia dovetti affrontare una tempesta di acqua e vento, ma nonostante ciò raggiunsi la sede del club lagunare in giornata". Un filo rosso che può far ben sperare i tifosi del Barletta: "A Venezia conquistammo la promozione, speriamo che il clima nefasto il giorno dell'arrivo porti bene anche qui…"