Michelangelo Manieri
Michelangelo Manieri
Calcio

Parla Michelangelo Minieri, il gladiatore del Barletta Calcio

Esclusiva intervista al difensore romano

Il Barletta Calcio ha serrato le fasce difensive nello scorso mercato di gennaio, portandoli all'ombra di Eraclio, Barlettalife chiude il cerchio intervistando prima l'uno e poi l'altro. Dopo il "concorde" Filippo Petterini, terzino sinistro prelevato dal Pescara il 31 gennaio, che ha parlato della nuova avventura in biancorosso qualche giorno fa sulle pagine sportive del nostro portale, ora è il turno del laterale destro Michelangelo Minieri. 31 anni, romano di nascita, cresciuto nel vivaio della Lazio, "girovago" per professione, Minieri è arrivato dal Vicenza, dove aveva militato per cinque stagioni, qualche giorno prima del suo "collega", abbandonando la serie B in favore di un progetto prestigioso, intrigante e convincente, come da lui stesso rimarcato ai nostri microfoni. Entusiasta dell'accoglienza ricevuta e dei compagni e dello staff trovati qui a Barletta, Michelangelo si è raccontato nella cornice della Sala Stampa del "Puttilli" al termine di un duro allenamento, comunicando con parole decise la sua voglia di vincere e di aiutare i suoi compagni a conquistare entro giugno il "non più segreto" obiettivo della dirigenza biancorossa:

1)Michelangelo Minieri, una partita e mezzo con la maglia del Barletta dal tuo arrivo. Che riscontri hai avuto?

"Sicuramente almeno nella partita contro il Bassano, sono stati positivi. A Latina ho pagato il ritorno sul campo dopo diverso tempo fuori, non giocavo da 4 mesi, quindi ho faticato. Contro i veneti ho visto un netto miglioramento della condizione fisica, ho retto i novanta minuti. La vittoria poi ci ha dato morale ed entusiasmo, e di questo sono molto contento".

2) Tu arrivi dal Vicenza, società con uno stadio e un pubblico calorosi. Come hai trovato l'ambiente del "Puttilli" al tuo esordio interno?
"Sicuramente un ambiente molto positivo, dalla società all'ambiente ai tifosi. Poi, se miglioreremo come si spera, vedremo un pubblico in aumento, soddisfatto e uno stadio sempre pieno".

3) Sei di origini romane, e sei arrivato in un gruppo ricco di tuoi conterranei. Quanto ti ha aiutato questo nell'inserimento?
"Alcuni compagni li conoscevo per le origini in comune, con altri ci avevo giocato contro. L'impatto è stato subito positivo e questo mi ha permesso di integrarmi bene in rosa".

4) Nel tuo ruolo c'è un'agguerrita concorrenza, basti pensare a Masiero, Mazzarani e Pisani. Quando hai firmato per il Barletta hai avuto "garanzie" di un posto da titolare o sapevi di dover lottare per una maglia?

"Il posto assicurato non ce l'ha nessuno qui. La sicurezza ce l'hai solo se giochi e fai bene, parla il campo. Nel gruppo siamo tutti papabili titolari, è questa la forza della nostra squadra. Poi il responso finale sugli undici che scendono in campo ogni domenica lo dà solo il tuo rendimento sul terreno di gioco".

5) Hai accettato di lasciare Vicenza e la serie B per approdare a Barletta. Cosa ti ha convinto del progetto biancorosso?

"Avevo voglia di rimettermi in discussione con un progetto importante: molti mi avevano parlato benissimo di Barletta, come di una società seria e una piazza calorosa, anche a Vicenza me ne avevano parlato bene, così ho deciso di scendere di categoria per sposare questa causa".

6) Capitolo-Vicenza: solo una presenza per te al "Menti" nei primi sei mesi della stagione: cosa non ha funzionato?

"Gli ultimi due anni a Vicenza avevo giocato quasi 30 partite complessive, pur affrontando due infortuni al ginocchio: quest'anno era iniziata una stagione particolare. Già in ritiro avevo capito che qualcosa si era rotto, così ad agosto ho rifiutato il trasferimento per cercare di riconquistare fiducia e posto da titolare. Così non è andata, pazienza: di Vicenza posso solo parlare bene, ho trascorso 5 anni belli, lunghi, in un ambiente molto positivo".

7) C'è un curioso filo rosso che ti lega a mister Di Costanzo: nel 2008 hai lasciato l'Ascoli a gennaio, poco prima che il mister sedesse sulla panchina marchigiana: conoscevi già il mister? Che impressione ti ha fatto?

"L'ho affrontato contro Ascoli, Messina e Padova, però non lo conoscevo di persona: con lui lavoro bene, ha portato idee utili, subito ben accolte dal gruppo come la vittoria contro il Bassano di domenica ha testimoniato. Con lui possiamo crescere tanto".

8) Quanto hanno influito le ambizioni del presidente Tatò nel convincerti ad abbracciare il progetto del Barletta?
"Sì, l'ho conosciuto a Milano: mi è subito sembrato una persona elegante, a modo, e questo mi ha ulteriormente spinto a scegliere Barletta. Poi con il tempo ci conosceremo di più, ma posso dire che anche il presidente è stato un fattore nella mia scelta".

9) Chiariamo un piccolo enigma tattico che ti riguarda: molti ti presentano come terzino destro, altri come difensore centrale. Dove ti trovi meglio?
"Gioco da anni come terzino destro, ma mi trovo molto bene anche al centro della difesa. In B e in A ho sempre giocato da terzino, mentre in C a Catania e Firenze ho sempre giostrato da stopper. Devo essere sincero, talvolta, in situazioni di emergenza, sono stato anche dirottato a sinistra: per me l'essenziale è giocare, il dove poco importa".

10) Sei uno dei pochi calciatori in rosa ad aver giocato in serie A, nella stagione 2006/2007 con la maglia dell'Ascoli, con la quale collezionasti 19 presenze. Quale partita ricordi con maggior piacere di quei tempi?
"Di quel campionato ricordo le partite con le squadre più forti: ricordo uno 0-2 a "San Siro" contro l'Inter, un Ascoli-Milan e in particolare un Lazio-Ascoli, dove firmai un "quasi-gol (poi revocato per una deviazione di Mauri, ndr) in una partita dal sapore particolare per me, cresciuto nella Lazio, nelle cui giovanili ho militato per 10 anni".

11) Diamo uno sguardo al prossimo avversario, il SudTirol. Cosa sapete degli altoatesini, e cosa temete di loro?
" I miei compagni hanno affrontato tutte le squadre del girone, ma mi dicono che non hanno mai trovato una squadra che li abbia veramente impressionati. Io credo che il Barletta se la possa giocare alla pari con tutti: è normale che gli avversari vanno affrontati con la giusta mentalità e la giusta umiltà, sapendo però di poter fare risultato ovunque, e con questo spirito ci presenteremo a Bolzano".

12) Dove può arrivare questo Barletta?
"Secondo me possiamo fare molto bene, abbiamo tanti calciatori di qualità, e tanta bravura nel reparto avanzato. In queste categorie se hai una squadra quadrata e i calciatori adatti in avanti a fare la differenza, hai modo di far male all'avversario e arrivare fino in fondo".

13) Siamo alla fine della nostra intervista: come vuoi salutare Barletta e i vostri tifosi?
"Il mio saluto è un augurio, l'augurio di vivere 4 bei mesi, nei quali togliersi tante soddisfazioni e raggiungere traguardi importanti. Questo sarebbe il finale più bello per tutti".

Per un gran finale servono grandi interpreti. Il Barletta ce li ha, sotto a chi tocca...
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