
Calcio
Mister Pizzulli: «Soddisfatto del mio Barletta, ma dobbiamo ancora crescere»
L’allenatore biancorosso analizza la vittoria casalinga contro il Leverano
Barletta - lunedì 9 novembre 2015
4.47
Era importante vincere e dimenticare alla svelta la sconfitta di Casarano per proseguire la marcia verso una salvezza tranquilla. Obiettivo centrato in pieno per il Barletta, che al "San Sabino" batte con il più classico dei risultati il Leverano grazie alle reti di Rizzi e del "solito" Ladogana, portandosi a quota 15. È soddisfatto dell'andamento del match il tecnico Massimo Pizzulli, che ha commentato la seconda vittoria casalinga tra le mura amiche: «Non era semplice vincere contro il Leverano. Loro hanno giocato con un 4-2-3-1 per provare a vincere. Come struttura di squadra è migliore di qualche altra e l'ha dimostrato. Noi nel primo tempo siamo stati attendisti e abbiamo studiato l'avversario. Recuperavano alcuni giocatori importanti che sono mancati nelle precedenti partite. Siamo stati bravi nel secondo tempo, abbiamo cambiato qualcosa per avere più profondità sugli esterni ed è andata bene. Direi che è stata una vittoria ottenuta in modo lucido, ma dobbiamo ancora crescere dal punto di vista della cattiveria sottoporta. Queste sono partite che bisogna chiudere molto prima, altrimenti rischi di pareggiarle o di perderle».
Pizzulli si è anche soffermato sull'ambiente e sui possibili risvolti societari: «Ormai sono diverse le settimane non semplici. Noi ci stiamo isolando ma tra due o tre settimane al massimo bisogna uscire allo scoperto, perché se c'è qualcuno che vuole entrare penso voglia farlo prima del mercato, e non dopo. In ogni caso, io non ho problemi, ho formato una squadra di grandissimi uomini, di cui tutti devono essere orgogliosi. Poi, i risultati possono arrivare o no, però a me sta bene così per ora. Se ci sarà la possibilità di migliorarsi , questo non dipenderà da me».
Le prove per il Barletta non finiscono mai. Rizzi e compagni sono ora attesi da una doppia trasferta, che potrebbe decidere le reali ambizioni dei biancorossi: a Castellaneta e Mola sarà importante raccogliere tanti punti, e il morale della squadra, nonostante tutti, è alto: «Ci arriviamo bene ai prossimi impegni – ammette Pizzulli-. Mi piace lo spirito del gruppo, perché reagiamo subito ad una sconfitta. La squadra c'è e l'ha dimostrato. Domenica scorsa (contro il Casarano ndr) a mio modo di vedere la sconfitta non c'era. Eravamo anche passati in vantaggio, poi una nostra ingenuità non ce lo ha permesso, poi addirittura abbiamo perso. Qui a Canosa, poi, l'ambiente è un po' irreale: è un campo largo e grande. E devo ringraziare anche la spinta dei tifosi: anche se al "San Sabino" viene poca gente, chi è sugli spalti forse spinge più di uno stadio pieno».
Pizzulli si è anche soffermato sull'ambiente e sui possibili risvolti societari: «Ormai sono diverse le settimane non semplici. Noi ci stiamo isolando ma tra due o tre settimane al massimo bisogna uscire allo scoperto, perché se c'è qualcuno che vuole entrare penso voglia farlo prima del mercato, e non dopo. In ogni caso, io non ho problemi, ho formato una squadra di grandissimi uomini, di cui tutti devono essere orgogliosi. Poi, i risultati possono arrivare o no, però a me sta bene così per ora. Se ci sarà la possibilità di migliorarsi , questo non dipenderà da me».
Le prove per il Barletta non finiscono mai. Rizzi e compagni sono ora attesi da una doppia trasferta, che potrebbe decidere le reali ambizioni dei biancorossi: a Castellaneta e Mola sarà importante raccogliere tanti punti, e il morale della squadra, nonostante tutti, è alto: «Ci arriviamo bene ai prossimi impegni – ammette Pizzulli-. Mi piace lo spirito del gruppo, perché reagiamo subito ad una sconfitta. La squadra c'è e l'ha dimostrato. Domenica scorsa (contro il Casarano ndr) a mio modo di vedere la sconfitta non c'era. Eravamo anche passati in vantaggio, poi una nostra ingenuità non ce lo ha permesso, poi addirittura abbiamo perso. Qui a Canosa, poi, l'ambiente è un po' irreale: è un campo largo e grande. E devo ringraziare anche la spinta dei tifosi: anche se al "San Sabino" viene poca gente, chi è sugli spalti forse spinge più di uno stadio pieno».
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