Calcio
Il Barletta e la coppa: un successo che ridà entusiasmo e orgoglio ad una città
Al “Paolo Poli” di Molfetta trionfano squadra, mister, tifoseria e società. Manca solo lo stadio…
Barletta - venerdì 18 febbraio 2022
12.30
"Che bello è, quando esco di casa, per andare allo stadio, a vedere il Barletta". Mai come in occasione di Barletta-Martina, finale di Coppa Italia di Eccellenza pugliese 2021/22, ci è parsa azzeccatissima questa celebre rivisitazione, da parte del tifo organizzato biancorosso, della famosa canzone di Noemi. Si perchè quello andato in scena ieri sera allo stadio "Paolo Poli" di Molfetta è stato uno spettacolo che forse va oltre il concetto di perfezione.
Del resto gli ingredienti c'erano tutti. C'era una squadra, il Barletta, affamata e determinata a portare finalmente fuori la nostra città dalle secche dei campionati dilettantistici regionali. E tutto questo nonostante le pesanti assenze per squalifica del suo capitano Massimo Pollidori, e di Sante Russo, uno degli elementi più determinanti della banda Farina. C'era un avversario degnissimo, il Martina dell'ex mister Pizzulli, che forse dal punto di vista del gioco avrebbe meritato qualcosina in più. Ma soprattutto vi era una fantastica cornice di pubblico (tifoseria ospite compresa) degna di ben altri palcoscenici, con tutto il rispetto per l'Eccellenza pugliese. Un brivido emozionale lungo 95 minuti fatto di calore e colori, bello a tal punto dal distrarre spesso e volentieri noi cronisti dallo svolgimento della partita. Unico, e a conti fatti trascurabile neo, una direzione di gara che ha democraticamente scontentato un po' tutti: il Martina, per l'oggettivamente esiguo recupero concesso nel secondo tempo a fronte delle numerose sostituzioni e interruzioni di gioco; e il Barletta, nel primo tempo, per un evidente rigore non concesso su Lavopa e per un gol probabilmente regolare annullato a Visani che, quando già si era sul punteggio di 2-0, probabilmente avrebbe definitivamente chiuso la contesa.
Tornando egli eventi prettamente agonistici, quello tra Barletta e Martina è stato lo scontro tra due filosofie di pensiero che da sempre dividono gli amanti del football: quella del bel gioco, del possesso palla e della manovra avvolgente in stile "guardiolano" messa in mostra dal Martina per larghi tratti della gara; e quella della grinta, della possanza atletica, del mestiere e della concretezza "mourinhana" messa in mostra in questa occasione dal Barletta di Farina, soprattutto in occasione delle due segnature - nate da due improvvise quanto letali verticalizzazioni - e della strenua e rocciosa difesa nel finale di quel gol di vantaggio che ha consegnato la coppa a Milella e compagni.
Da questo intenso e spettacolare confronto ne è scaturito un 2-1 che consegna al Barletta il primo prestigioso round di una sfida che sembra destinata verosimilmente a ripetersi tra qualche mese, quando in palio ci sarà (questa volta in gara unica) quella tanto sospirata promozione in Serie D che a questo punto meriterebbero entrambe le contendenti.
Giusto quindi festeggiare la Coppa Italia per il Barletta - che a questo punto potrebbe arrivare al salto della categoria magari anche giungendo in fondo alla fase nazionale di questa competizione - a patto di smaltire subito la sacrosanta sbornia da festeggiamenti. Domenica pomeriggio, infatti è già tempo di campionato, laddove i biancorossi sono attesi dal non facilissimo impegno casalingo (sempre a Molfetta) contro un Canosa in prepotente risalita dall'arrivo in panchina di Gino Zinfollino. C'è da stare sul "chi vive" anche perchè - a differenza del girone del Martina, dove i giochi per i biancazzurri itriani, sono praticamente fatti - nel raggruppamento Nord di Eccellenza pugliese c'è un Corato che non molla e che fino all'ultimo proverà a sovvertire a suo favore le gerarchie di classifica, soprattutto alla luce del fatto che il Barletta giocherà il girone di Coppa Italia-fase nazionale contro i campani del San Marzano sul Sarno e la vincente tra Marconia e Melfi a cavallo degli insidiosi impegni di campionato contro UC Bisceglie e Trinitapoli e poco prima della resa dei conti in casa dei neroverdi coratini che probabilmente deciderà il destino del girone A di Eccellenza pugliese.
Ma se da una parte il Barletta potrebbe, in via del tutto teorica, accusare la fatica dei tanti impegni ravvicinati, dall'altra il trionfo del "Poli" potrebbe costituire un moltiplicatore di entusiasmo, fame, adrenalina e motivazioni tale da annientare ogni stilla di acido lattico.
In conclusione una nota a margine più che doverosa. Ieri sera la tifoseria barlettana (organizzata e non) chiedeva a gran voce il ritorno nella propria "casa". Ci eravamo lasciati con i lavori praticamente terminati ed in attesa dei vari collaudi. Allo stato attuale, di nuovo c'è solo la seconda visita al "Puttilli" di Pinuccio di Striscia la Notizia, il quale ha riportato, tra l'altro, alla nostra memoria, immagini patetiche e grottesche come quelle dell'inaugurazione della pista di atletica fatta nel nome di chi non c'è più. Una situazione vergognosa e imbarazzante che, diciamocelo francamente, è stata fin qui tollerata forse "grazie" alle non certo esaltanti vicissitudini del calcio barlettano degli ultimi anni. Con la vittoria della fase regionale di Coppa Italia da parte del Barletta, il tempo delle chiacchiere questa volta è davvero finito. E' giunto il tempo di dare finalmente uno stadio a questa squadra, a questa città, a questa tifoseria e a questa sin troppo paziente società che ieri hanno una volta in più dimostrato di meritare ben altro che i servizi di TG satirici.
Del resto gli ingredienti c'erano tutti. C'era una squadra, il Barletta, affamata e determinata a portare finalmente fuori la nostra città dalle secche dei campionati dilettantistici regionali. E tutto questo nonostante le pesanti assenze per squalifica del suo capitano Massimo Pollidori, e di Sante Russo, uno degli elementi più determinanti della banda Farina. C'era un avversario degnissimo, il Martina dell'ex mister Pizzulli, che forse dal punto di vista del gioco avrebbe meritato qualcosina in più. Ma soprattutto vi era una fantastica cornice di pubblico (tifoseria ospite compresa) degna di ben altri palcoscenici, con tutto il rispetto per l'Eccellenza pugliese. Un brivido emozionale lungo 95 minuti fatto di calore e colori, bello a tal punto dal distrarre spesso e volentieri noi cronisti dallo svolgimento della partita. Unico, e a conti fatti trascurabile neo, una direzione di gara che ha democraticamente scontentato un po' tutti: il Martina, per l'oggettivamente esiguo recupero concesso nel secondo tempo a fronte delle numerose sostituzioni e interruzioni di gioco; e il Barletta, nel primo tempo, per un evidente rigore non concesso su Lavopa e per un gol probabilmente regolare annullato a Visani che, quando già si era sul punteggio di 2-0, probabilmente avrebbe definitivamente chiuso la contesa.
Tornando egli eventi prettamente agonistici, quello tra Barletta e Martina è stato lo scontro tra due filosofie di pensiero che da sempre dividono gli amanti del football: quella del bel gioco, del possesso palla e della manovra avvolgente in stile "guardiolano" messa in mostra dal Martina per larghi tratti della gara; e quella della grinta, della possanza atletica, del mestiere e della concretezza "mourinhana" messa in mostra in questa occasione dal Barletta di Farina, soprattutto in occasione delle due segnature - nate da due improvvise quanto letali verticalizzazioni - e della strenua e rocciosa difesa nel finale di quel gol di vantaggio che ha consegnato la coppa a Milella e compagni.
Da questo intenso e spettacolare confronto ne è scaturito un 2-1 che consegna al Barletta il primo prestigioso round di una sfida che sembra destinata verosimilmente a ripetersi tra qualche mese, quando in palio ci sarà (questa volta in gara unica) quella tanto sospirata promozione in Serie D che a questo punto meriterebbero entrambe le contendenti.
Giusto quindi festeggiare la Coppa Italia per il Barletta - che a questo punto potrebbe arrivare al salto della categoria magari anche giungendo in fondo alla fase nazionale di questa competizione - a patto di smaltire subito la sacrosanta sbornia da festeggiamenti. Domenica pomeriggio, infatti è già tempo di campionato, laddove i biancorossi sono attesi dal non facilissimo impegno casalingo (sempre a Molfetta) contro un Canosa in prepotente risalita dall'arrivo in panchina di Gino Zinfollino. C'è da stare sul "chi vive" anche perchè - a differenza del girone del Martina, dove i giochi per i biancazzurri itriani, sono praticamente fatti - nel raggruppamento Nord di Eccellenza pugliese c'è un Corato che non molla e che fino all'ultimo proverà a sovvertire a suo favore le gerarchie di classifica, soprattutto alla luce del fatto che il Barletta giocherà il girone di Coppa Italia-fase nazionale contro i campani del San Marzano sul Sarno e la vincente tra Marconia e Melfi a cavallo degli insidiosi impegni di campionato contro UC Bisceglie e Trinitapoli e poco prima della resa dei conti in casa dei neroverdi coratini che probabilmente deciderà il destino del girone A di Eccellenza pugliese.
Ma se da una parte il Barletta potrebbe, in via del tutto teorica, accusare la fatica dei tanti impegni ravvicinati, dall'altra il trionfo del "Poli" potrebbe costituire un moltiplicatore di entusiasmo, fame, adrenalina e motivazioni tale da annientare ogni stilla di acido lattico.
In conclusione una nota a margine più che doverosa. Ieri sera la tifoseria barlettana (organizzata e non) chiedeva a gran voce il ritorno nella propria "casa". Ci eravamo lasciati con i lavori praticamente terminati ed in attesa dei vari collaudi. Allo stato attuale, di nuovo c'è solo la seconda visita al "Puttilli" di Pinuccio di Striscia la Notizia, il quale ha riportato, tra l'altro, alla nostra memoria, immagini patetiche e grottesche come quelle dell'inaugurazione della pista di atletica fatta nel nome di chi non c'è più. Una situazione vergognosa e imbarazzante che, diciamocelo francamente, è stata fin qui tollerata forse "grazie" alle non certo esaltanti vicissitudini del calcio barlettano degli ultimi anni. Con la vittoria della fase regionale di Coppa Italia da parte del Barletta, il tempo delle chiacchiere questa volta è davvero finito. E' giunto il tempo di dare finalmente uno stadio a questa squadra, a questa città, a questa tifoseria e a questa sin troppo paziente società che ieri hanno una volta in più dimostrato di meritare ben altro che i servizi di TG satirici.