Calcio
Febbraio 1990: nell’inferno dello Zaccheria, l’Italia conosce Nicola Dibitonto
Il giovane portiere barlettano fu indubbiamente protagonista indiscusso di quell’epica pagina di calcio biancorosso
Barletta - martedì 18 febbraio 2020
19.37
Domenica 18 febbraio 1990 si gioca la ventiquattresima giornata del campionato di Serie B. Per il terzo anno di fila tra le venti squadre presenti ai nastri di partenza di quel torneo vi è il Barletta dell'oggi compianto, ma allora aspramente contestato, presidente Franco Di Cosola. I biancorossi, terzultimi in classifica e in piena zona retrocessione, hanno inoltre appena scontato una squalifica del campo dovuta alla pesante contestazione seguita alla sconfitta interna con l' Avellino.
Non proprio l'atmosfera ideale, quindi, per affrontare la difficile lotta per la salvezza in un torneo cadetto tra i più competitivi di sempre. Si perché tra le partecipanti al campionato di Serie B 1989/90 vi erano nobili decadute come il Torino, l'Avellino o il Cagliari e realtà emergenti come quel Parma che di li a poco sarebbe diventato una grande del calcio italiano ed europeo. Tra le outsider di quel campionato cadetto vi era inoltre il Foggia di Zeman, Rambaudi, Signori ecc. Una vera e propria macchina da gol che dopo un pessimo girone d'andata aveva iniziato mettere in mostra quel gioco scintillante che poi sarebbe culminato nell'epopea di "Zemanlandia" che avrebbe incantato persino nella mostruosa Serie A dei primi anni Novanta.
E proprio nella tana di quel Foggia, alla disperata ricerca di punti salvezza, è atteso il Barletta nella quinta giornata del girone di ritorno. Da qualche partita l'allenatore barlettano, l'ex gloria interista Mariolino Corso, è costretto tra l'altro a rinunciare alle prestazioni dell'esperto portiere Mariano Coccia. Riuscirà il suo giovane sostituto Nicola Dibitonto, classe 1966 nonché barlettano purosangue, a resistere alla pressione del micidiale attacco foggiano nell'inferno dello stadio Zaccheria?
Pronti, via e Dibitonto è già costretto al primo miracolo di giornata su di una velenosa parabola mancina dell'arrembante terzino foggiano Codispoti. Neanche due minuti dopo il Barletta è già sotto. I futuro interista Manicone, tocca sulla destra verso l'altro terzino rossonero Paolo List (recentemente scomparso a causa della SLA), il quale dai venti metri lascia partire un missile che si insacca inesorabile nell'angolino altro alla sinistra dell'incolpevole Dibitonto. Che dire? Peggior inizio di partita non poteva esserci per il Barletta.
Dopo neanche dieci minuti di partita i biancorossi, anche a causa dell'espulsione per proteste di mister Corso, sembrano già un pugile suonato, di quelli che all'epoca il grande Mike Tyson mandava sistematicamente al tappeto già nel primo round. E la ghiottissima occasione per il Foggia di assestare al Barletta il colpo del Knock-Out giunge inesorabile al 19', quando l'arbitro Trentalange concede ai "satanelli" un calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Francesco Fonte, protagonista in campo nel Barletta della promozione in B, ma Dibitonto gli respinge alla grande la conclusione. Da quel momento in poi la partita cambia.
Il Foggia continua ad attaccare, ma lo fa in modo confuso e disordinato. Il Barletta invece prende coraggio e al 26' giunge al pareggio grazie al bomber ex Milan e Roma Francesco Vincenzi, il quale approfitta di una difettosa respinta del portiere Mancini e fissa il risultato sull'uno a uno. Punteggio che non cambierà più fino alla fine dell'incontro nonostante la doppia inferiorità numerica per il Barletta causata dalle espulsioni del giovane Davide Bolognesi e del difensore Lancini.
Ma il protagonista indiscusso di quell'epica pagina di calcio biancorosso fu indubbiamente il giovane portiere barlettano Nicola Dibitonto. Certo in questi casi è facile abbandonarsi alla retorica, ma esaminando attentamente quello che era stato il cammino del Barletta prima di quel rigore parato allo Zaccheria e quello che sarebbe stato dopo, è del tutto evidente che quell'episodio cambiò completamente la storia di quella stagione biancorossa culminata con l'ultima storica salvezza in Serie B.
Dopo quell'esperienza Dibitonto sarebbe approdato in Serie A, nel Cagliari, come secondo del titolare Mario Ielpo. In una squadra che annoverava gente del calibro di Francescoli, Fonseca, Matteoli, Firicano ecc. , allenata da quel Claudio Ranieri recentemente artefice del miracolo Leicester. Dibitonto resterà in Sardegna per cinque stagioni, collezionando in tutto nove presenze in Serie A. Dopo l'esperienza di Cagliari tanta Serie C: da Ascoli a Catania, da Viterbo a Taranto. Fino al 2008: l'anno del ritiro con la maglia dell'Andria BAT.
Non proprio l'atmosfera ideale, quindi, per affrontare la difficile lotta per la salvezza in un torneo cadetto tra i più competitivi di sempre. Si perché tra le partecipanti al campionato di Serie B 1989/90 vi erano nobili decadute come il Torino, l'Avellino o il Cagliari e realtà emergenti come quel Parma che di li a poco sarebbe diventato una grande del calcio italiano ed europeo. Tra le outsider di quel campionato cadetto vi era inoltre il Foggia di Zeman, Rambaudi, Signori ecc. Una vera e propria macchina da gol che dopo un pessimo girone d'andata aveva iniziato mettere in mostra quel gioco scintillante che poi sarebbe culminato nell'epopea di "Zemanlandia" che avrebbe incantato persino nella mostruosa Serie A dei primi anni Novanta.
E proprio nella tana di quel Foggia, alla disperata ricerca di punti salvezza, è atteso il Barletta nella quinta giornata del girone di ritorno. Da qualche partita l'allenatore barlettano, l'ex gloria interista Mariolino Corso, è costretto tra l'altro a rinunciare alle prestazioni dell'esperto portiere Mariano Coccia. Riuscirà il suo giovane sostituto Nicola Dibitonto, classe 1966 nonché barlettano purosangue, a resistere alla pressione del micidiale attacco foggiano nell'inferno dello stadio Zaccheria?
Pronti, via e Dibitonto è già costretto al primo miracolo di giornata su di una velenosa parabola mancina dell'arrembante terzino foggiano Codispoti. Neanche due minuti dopo il Barletta è già sotto. I futuro interista Manicone, tocca sulla destra verso l'altro terzino rossonero Paolo List (recentemente scomparso a causa della SLA), il quale dai venti metri lascia partire un missile che si insacca inesorabile nell'angolino altro alla sinistra dell'incolpevole Dibitonto. Che dire? Peggior inizio di partita non poteva esserci per il Barletta.
Dopo neanche dieci minuti di partita i biancorossi, anche a causa dell'espulsione per proteste di mister Corso, sembrano già un pugile suonato, di quelli che all'epoca il grande Mike Tyson mandava sistematicamente al tappeto già nel primo round. E la ghiottissima occasione per il Foggia di assestare al Barletta il colpo del Knock-Out giunge inesorabile al 19', quando l'arbitro Trentalange concede ai "satanelli" un calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Francesco Fonte, protagonista in campo nel Barletta della promozione in B, ma Dibitonto gli respinge alla grande la conclusione. Da quel momento in poi la partita cambia.
Il Foggia continua ad attaccare, ma lo fa in modo confuso e disordinato. Il Barletta invece prende coraggio e al 26' giunge al pareggio grazie al bomber ex Milan e Roma Francesco Vincenzi, il quale approfitta di una difettosa respinta del portiere Mancini e fissa il risultato sull'uno a uno. Punteggio che non cambierà più fino alla fine dell'incontro nonostante la doppia inferiorità numerica per il Barletta causata dalle espulsioni del giovane Davide Bolognesi e del difensore Lancini.
Ma il protagonista indiscusso di quell'epica pagina di calcio biancorosso fu indubbiamente il giovane portiere barlettano Nicola Dibitonto. Certo in questi casi è facile abbandonarsi alla retorica, ma esaminando attentamente quello che era stato il cammino del Barletta prima di quel rigore parato allo Zaccheria e quello che sarebbe stato dopo, è del tutto evidente che quell'episodio cambiò completamente la storia di quella stagione biancorossa culminata con l'ultima storica salvezza in Serie B.
Dopo quell'esperienza Dibitonto sarebbe approdato in Serie A, nel Cagliari, come secondo del titolare Mario Ielpo. In una squadra che annoverava gente del calibro di Francescoli, Fonseca, Matteoli, Firicano ecc. , allenata da quel Claudio Ranieri recentemente artefice del miracolo Leicester. Dibitonto resterà in Sardegna per cinque stagioni, collezionando in tutto nove presenze in Serie A. Dopo l'esperienza di Cagliari tanta Serie C: da Ascoli a Catania, da Viterbo a Taranto. Fino al 2008: l'anno del ritiro con la maglia dell'Andria BAT.