Calcio
Eccellenza pugliese: nonostante i due gironi resta solo una la promozione diretta in Serie D
Ennesimo schiaffo al calcio dilettantistico pugliese, già sotto la spada di Damocle del Covid
Barletta - sabato 7 novembre 2020
11.24
E alla fine la farsa è compiuta. Sarà solo una la squadra di Eccellenza pugliese che, dopo spareggio in campo neutro tra le vincenti dei due gironi, otterrà la promozione diretta in Serie D. La perdente della cosiddetta "finale regionale" (sic) avrà invece accesso ai play-off nazionali e se la vedrà con le seconde classificate dei campionati (normali) di Eccellenza delle regioni limitrofe. Una strada che il Barletta in passato ha già percorso due volte: nel 1996, quando i biancorossi si arresero al Corigliano (1-2 in Calabria e 0-0 al Puttilli); e nel 1998, quando il Barletta del bomber Ciccio Pascazio centrò la promozione nell'allora Campionato Nazionale Dilettanti superando per 2-0 il Villa D'Agri sul terreno amico, dopo il pareggio a reti inviolate della gara d'andata.
Niente play-off invece per le seconde classificate dei due gironi pugliesi. Il che è nella logica di un regolamento perverso che, unito evidentemente allo scarso "peso politico" del comitato regionale pugliese, andrà ulteriormente a danneggiare l'intero movimento del nostro territorio.
La nostra regione, pur con una storia calcistica di tutto riguardo a queste latitudini, avrà infatti lo stesso numero di promozioni dirette di Basilicata, Calabria e Molise. Il tutto mentre regioni come Veneto (che ha poco più degli abitanti della Puglia) e Toscana (che ne ha addirittura 300mila in meno) avranno due promozioni dirette più eventuali vincitrici dei play off.
E se i calciofili pugliesi avevano, seppur a malincuore, accettato la divisione in due gironi del torneo di Eccellenza lo hanno fatto tutto sommato nella speranza che in sede di federazione il comitato regionale fosse riuscito a ottenere la seconda promozione diretta in Serie D.
Con la decisione di mantenere lo stesso numero di promozioni dirette cade infatti l'ultimo e per certi versi accettabile alibi per l'assurda suddivisione in due raggruppamenti della massima categoria dilettantistica pugliese.
Ma se già ci sembra assurdo il meccanismo delle promozioni in D, ancora più cervellotico sembra essere quello delle retrocessioni in Promozione, essendo quest'ultimo legato al numero di retrocesse pugliesi dalla Serie D. Proviamo infatti ad immaginare il caso di un'annata particolarmente fortunata per le nostre compagini del girone H di Serie D nel quale tutte riescono a mantenere la categoria. Che succederebbe in Eccellenza? Riaccorperebbero di nuovo tutte le squadre superstiti in un unico girone? Oppure magari avremmo due gironi da 10 squadre ciascuno? Nel primo caso sarebbe la vera e propria ammissione di un fallimento, mentre nel secondo si ridurrebbe il campionato di Eccellenza pugliese a poco più che un torneo parrocchiale. In un caso o nell'altro si tratterebbe dell'ennesima pagliacciata purtroppo tipica di un livello calcistico, quello dilettantistico, da tempo lasciato completamente allo stato brado che da decenni si ostina a negare che esso rappresenta invece il vero e proprio termometro sullo stato di salute dell'intero movimento nazionale, come tra l'altro recentemente affermato dall'ex calciatore di Brescia e Inter, nonché apprezzato opinionista e commentatore Sky Daniele Adani.
Senza contare, infine, la questione Covid, in merito alla quale già si parla dell'eventualità anche per quest'anno di una sospensione definitiva del campionato di Eccellenza, con buona pace non solo di società che hanno investito massicciamente (vedi Barletta e Corato), ma anche di tanti calciatori che in molti casi vedrebbero per l'ennesima volta sfumare quella che per tanti di loro rappresenta l'unica e non certo floridissima fonte di reddito.
Tutto questo mentre nel frattempo a livello nazionale ed europeo - dove di fermarsi non se ne parla proprio, e giustamente a parere di chi scrive - si sta facendo letteralmente ridere con la questione tamponi.
Niente play-off invece per le seconde classificate dei due gironi pugliesi. Il che è nella logica di un regolamento perverso che, unito evidentemente allo scarso "peso politico" del comitato regionale pugliese, andrà ulteriormente a danneggiare l'intero movimento del nostro territorio.
La nostra regione, pur con una storia calcistica di tutto riguardo a queste latitudini, avrà infatti lo stesso numero di promozioni dirette di Basilicata, Calabria e Molise. Il tutto mentre regioni come Veneto (che ha poco più degli abitanti della Puglia) e Toscana (che ne ha addirittura 300mila in meno) avranno due promozioni dirette più eventuali vincitrici dei play off.
E se i calciofili pugliesi avevano, seppur a malincuore, accettato la divisione in due gironi del torneo di Eccellenza lo hanno fatto tutto sommato nella speranza che in sede di federazione il comitato regionale fosse riuscito a ottenere la seconda promozione diretta in Serie D.
Con la decisione di mantenere lo stesso numero di promozioni dirette cade infatti l'ultimo e per certi versi accettabile alibi per l'assurda suddivisione in due raggruppamenti della massima categoria dilettantistica pugliese.
Ma se già ci sembra assurdo il meccanismo delle promozioni in D, ancora più cervellotico sembra essere quello delle retrocessioni in Promozione, essendo quest'ultimo legato al numero di retrocesse pugliesi dalla Serie D. Proviamo infatti ad immaginare il caso di un'annata particolarmente fortunata per le nostre compagini del girone H di Serie D nel quale tutte riescono a mantenere la categoria. Che succederebbe in Eccellenza? Riaccorperebbero di nuovo tutte le squadre superstiti in un unico girone? Oppure magari avremmo due gironi da 10 squadre ciascuno? Nel primo caso sarebbe la vera e propria ammissione di un fallimento, mentre nel secondo si ridurrebbe il campionato di Eccellenza pugliese a poco più che un torneo parrocchiale. In un caso o nell'altro si tratterebbe dell'ennesima pagliacciata purtroppo tipica di un livello calcistico, quello dilettantistico, da tempo lasciato completamente allo stato brado che da decenni si ostina a negare che esso rappresenta invece il vero e proprio termometro sullo stato di salute dell'intero movimento nazionale, come tra l'altro recentemente affermato dall'ex calciatore di Brescia e Inter, nonché apprezzato opinionista e commentatore Sky Daniele Adani.
Senza contare, infine, la questione Covid, in merito alla quale già si parla dell'eventualità anche per quest'anno di una sospensione definitiva del campionato di Eccellenza, con buona pace non solo di società che hanno investito massicciamente (vedi Barletta e Corato), ma anche di tanti calciatori che in molti casi vedrebbero per l'ennesima volta sfumare quella che per tanti di loro rappresenta l'unica e non certo floridissima fonte di reddito.
Tutto questo mentre nel frattempo a livello nazionale ed europeo - dove di fermarsi non se ne parla proprio, e giustamente a parere di chi scrive - si sta facendo letteralmente ridere con la questione tamponi.