
Calcio
Calcio, la storia dell' U.S Catanzaro
Le aquile giallorosse saranno avversari del Barletta nel prossimo turno
Barletta - sabato 5 gennaio 2013
Le origini
Fondata nel 1929 con il nome di Unione Sportiva Fascista Catanzarese, nacque in seguito all'unione delle due principali realtà calcistiche di Catanzaro: "la Scalfaro" e la "Bracini". Sin dall'anno della fondazione, la squadra calabrese conserva i colori e il simbolo della città, l'Aquila imperiale, in ricordo dell'aquila donata alla città di Catanzaro da Carlo V. Gli anni 30, 40 e 50 del Catanzaro furono contraddistinti da tantissime apparizioni in Serie C e da qualche campionato in Serie B.
Gli anni d'oro
Dopo io tanti sali e scendi dalla seconda categoria nazionale alla terza, le aquile giallorosse trovano finalemente una certa continuità e riuscirono nell'impresa di mantenere la cadetteria per ben 11 anni. La stagione 1970-1971, dodicesima consecutiva in Serie B, si avviò con lo stesso obbiettivo delle precedenti, ovvero quello di ottenere la salvezza e mantenere la categoria. Invece i giallorossi, allenati da Gianni Seghedoni, giunsero agli spareggi per la promozione nella massima serie. Il 27 giugno 1971 allo Stadio San Paolo di Napoli si giocò la terza ed ultima giornata del mini-torneo tra le tre squadre arrivate appaiate a 47 punti, tra cui dovevano uscire solo due da promuovere in Serie A. In precedenza l'Atalanta aveva vinto 2-0 a tavolino contro il Bari e per 1-0 contro i giallorossi a Bologna; rimaneva questo spareggio tra Catanzaro e Bari per assegnare l'ultimo posto disponibile nella massima serie. Il Catanzaro vinse quella partita grazie al gol all' 80' di Angelo Marmi e conquistò la prima promozione in Serie A. La gioia della massima serie durò solo una stagione; infatti i giallorossi dopo lo scontro salvezza pareggiato contro il Verona retrocessero matematicamente in Serie B. Dopo anni di assestamento, il Ctanzaro durante la stagione 1975-1976 riuscì a raggiungere la sua seconda promozione in Serie A con Gianni Di Marzio in panchina. I sogni di gloria durarono ancora una volta troppo poco: il Catanzaro, sempre con Gianni Di Marzio in panchina, concluse la sua seconda stagione in Serie A al 15° posto a 5 punti dalla zona salvezza. Nel 1977-1978, dopo un solo anno in serie B, il Catanzaro centrò la terza promozione in otto stagioni, e la seconda in tre anni nella massima serie. L'anno successivo, torneo di Serie A 1978-1979, il Catanzaro, allenato da Carlo Mazzone centrò la prima salvezza nella massima serie con un ragguardevole 9º posto finale con 28 punti. Gli anni 80 si conclusero con 5 campionati in Serie A, e da altre fugaci apparizioni in Serie B.
L'attualità
Nel 1991, dopo aver raggiunto la salvezza sul campo in extremis ai danni del Nola, la squadra catanzarese dovette far fronte ad una penalizzazione di 3 punti inflitta dalla CAF a causa di una presunta corruzione ai danni di alcuni giocatori della Ternana. Il Catanzaro retrocesse in Serie C2 e vi rimase per ben 12 anni. Nell'agosto del 2003 la squadra, pur sconfitta nella finale Playoff, ottenne ugualmente la tanto attesa promozione in Serie C1 grazie al ripescaggio in seguito all'annullamento delle retrocessioni della Serie B.L'anno seguente, pertanto, la squadra, costruita per vincere il campionato di serie C2, si trovò a disputare il campionato superiore. Il team giallorosso fu affidata a Piero Braglia che, con l'aiuto di giocatori del calibro di Giorgio Corona, Fabrizio Ferrigno, Silvio Lafuenti, Mauro Briano e Robson Toledo, riuscì a centrare la promozione in Serie B. A Catanzaro l'anno successivo arrivano giocatori del calibro di Nocerino, Cammarata, Leon, Grava e Carbone; tuttavia la squadra calabrese retrocede in Serie C, ma viene successivamente ripescata a causa dell'illecito sportivo di Preziosi e del suo Genoa. Anche nella stagione seguente 2005-2006, il Catanzaro disputò un campionato negativo: nonostante una piccola ripresa nel girone di ritorno, il 6 maggio 2006 la sconfitta interna contro l'Atalanta sancì la matematica retrocessione in Serie C. il Catanzaro non riuscì a iscriversi al successivo campionato di Serie C1 e fu costretto a ripartire dall C2 grazie al Lodo Petrucci. Nell'estate 2010 la società fu nuovamente sull'orlo del fallimento. Solo grazie a contributi provenienti dalle amministrazioni pubbliche e da privati, il Catanzaro venne iscritto al suo diciassettesimo campionato di seconda divisione nella stagione 2010-2011, disputato, a causa del dissesto finanziario, da una rosa di soli calciatori giovani. Il destino della squadra catanzarese sembrava ormai segnato dal fallimento e da una sicura retrocessione in Serie D, fin quando il Pomezia Calcio fu declassato all'ultima posizione in seguito ad alcune irregolarità amministrative. Il 23 giugno 2011 il ramo d'azienda sportiva della società fallita fu rilevata all'asta fallimentare dalla Catanzaro Calcio 2011 srl, con a capo gli imprenditori Giuseppe Cosentino e Carmelo Romeo. Nel frattempo Romeo si fece da parte e lasciò tutto nelle mani di Cosentino. La prima annata del presidente calabrese alla guida in una squadra di Seconda Divisione si concluse con al promozione in Prima Divisione.
[Massimiliano Dipasquale]
Fondata nel 1929 con il nome di Unione Sportiva Fascista Catanzarese, nacque in seguito all'unione delle due principali realtà calcistiche di Catanzaro: "la Scalfaro" e la "Bracini". Sin dall'anno della fondazione, la squadra calabrese conserva i colori e il simbolo della città, l'Aquila imperiale, in ricordo dell'aquila donata alla città di Catanzaro da Carlo V. Gli anni 30, 40 e 50 del Catanzaro furono contraddistinti da tantissime apparizioni in Serie C e da qualche campionato in Serie B.
Gli anni d'oro
Dopo io tanti sali e scendi dalla seconda categoria nazionale alla terza, le aquile giallorosse trovano finalemente una certa continuità e riuscirono nell'impresa di mantenere la cadetteria per ben 11 anni. La stagione 1970-1971, dodicesima consecutiva in Serie B, si avviò con lo stesso obbiettivo delle precedenti, ovvero quello di ottenere la salvezza e mantenere la categoria. Invece i giallorossi, allenati da Gianni Seghedoni, giunsero agli spareggi per la promozione nella massima serie. Il 27 giugno 1971 allo Stadio San Paolo di Napoli si giocò la terza ed ultima giornata del mini-torneo tra le tre squadre arrivate appaiate a 47 punti, tra cui dovevano uscire solo due da promuovere in Serie A. In precedenza l'Atalanta aveva vinto 2-0 a tavolino contro il Bari e per 1-0 contro i giallorossi a Bologna; rimaneva questo spareggio tra Catanzaro e Bari per assegnare l'ultimo posto disponibile nella massima serie. Il Catanzaro vinse quella partita grazie al gol all' 80' di Angelo Marmi e conquistò la prima promozione in Serie A. La gioia della massima serie durò solo una stagione; infatti i giallorossi dopo lo scontro salvezza pareggiato contro il Verona retrocessero matematicamente in Serie B. Dopo anni di assestamento, il Ctanzaro durante la stagione 1975-1976 riuscì a raggiungere la sua seconda promozione in Serie A con Gianni Di Marzio in panchina. I sogni di gloria durarono ancora una volta troppo poco: il Catanzaro, sempre con Gianni Di Marzio in panchina, concluse la sua seconda stagione in Serie A al 15° posto a 5 punti dalla zona salvezza. Nel 1977-1978, dopo un solo anno in serie B, il Catanzaro centrò la terza promozione in otto stagioni, e la seconda in tre anni nella massima serie. L'anno successivo, torneo di Serie A 1978-1979, il Catanzaro, allenato da Carlo Mazzone centrò la prima salvezza nella massima serie con un ragguardevole 9º posto finale con 28 punti. Gli anni 80 si conclusero con 5 campionati in Serie A, e da altre fugaci apparizioni in Serie B.
L'attualità
Nel 1991, dopo aver raggiunto la salvezza sul campo in extremis ai danni del Nola, la squadra catanzarese dovette far fronte ad una penalizzazione di 3 punti inflitta dalla CAF a causa di una presunta corruzione ai danni di alcuni giocatori della Ternana. Il Catanzaro retrocesse in Serie C2 e vi rimase per ben 12 anni. Nell'agosto del 2003 la squadra, pur sconfitta nella finale Playoff, ottenne ugualmente la tanto attesa promozione in Serie C1 grazie al ripescaggio in seguito all'annullamento delle retrocessioni della Serie B.L'anno seguente, pertanto, la squadra, costruita per vincere il campionato di serie C2, si trovò a disputare il campionato superiore. Il team giallorosso fu affidata a Piero Braglia che, con l'aiuto di giocatori del calibro di Giorgio Corona, Fabrizio Ferrigno, Silvio Lafuenti, Mauro Briano e Robson Toledo, riuscì a centrare la promozione in Serie B. A Catanzaro l'anno successivo arrivano giocatori del calibro di Nocerino, Cammarata, Leon, Grava e Carbone; tuttavia la squadra calabrese retrocede in Serie C, ma viene successivamente ripescata a causa dell'illecito sportivo di Preziosi e del suo Genoa. Anche nella stagione seguente 2005-2006, il Catanzaro disputò un campionato negativo: nonostante una piccola ripresa nel girone di ritorno, il 6 maggio 2006 la sconfitta interna contro l'Atalanta sancì la matematica retrocessione in Serie C. il Catanzaro non riuscì a iscriversi al successivo campionato di Serie C1 e fu costretto a ripartire dall C2 grazie al Lodo Petrucci. Nell'estate 2010 la società fu nuovamente sull'orlo del fallimento. Solo grazie a contributi provenienti dalle amministrazioni pubbliche e da privati, il Catanzaro venne iscritto al suo diciassettesimo campionato di seconda divisione nella stagione 2010-2011, disputato, a causa del dissesto finanziario, da una rosa di soli calciatori giovani. Il destino della squadra catanzarese sembrava ormai segnato dal fallimento e da una sicura retrocessione in Serie D, fin quando il Pomezia Calcio fu declassato all'ultima posizione in seguito ad alcune irregolarità amministrative. Il 23 giugno 2011 il ramo d'azienda sportiva della società fallita fu rilevata all'asta fallimentare dalla Catanzaro Calcio 2011 srl, con a capo gli imprenditori Giuseppe Cosentino e Carmelo Romeo. Nel frattempo Romeo si fece da parte e lasciò tutto nelle mani di Cosentino. La prima annata del presidente calabrese alla guida in una squadra di Seconda Divisione si concluse con al promozione in Prima Divisione.
[Massimiliano Dipasquale]