Calcio
Barletta, il punto dopo il successo di Trieste
I biancorossi si rilanciano al terzo posto ma tengono ancora banco le dichiarazioni di Cari nel post partita
Barletta - giovedì 20 ottobre 2011
14.00
Formato trasferta
Che il Barletta di Cari fosse una squadra da trasferta ce n'eravamo già accorti dalla scorsa stagione, con i successi pesantissimi di Benevento e Foggia. Che potesse ripetersi a Trieste quindi non era certo impossibile ma quantomeno ha un po' stupito tifosi e addetti ai lavori. Il Barletta pesca il proverbiale coniglio dal cilindro proprio nella più difficile trasferta da inizio stagione e sul palcoscenico del Nereo Rocco ridona lustro e consistenza a una squadra che fino a pochi giorni prima era ancora alla ricerca di certezze. La gara di Trieste era effettivamente un buon banco di prova con il quale si potesse verificare il carattere di una squadra che in casa ha zoppicato un po' troppo, un passaggio fondamentale anche per restare agganciati al gruppetto di vertice in classifica. Il responso ha soddisfatto su tutti i fronti e lancia la squadra verso due incontri casalinghi consecutivi da sfruttare appieno.
Torna la luce a centrocampo
Nella partita di Trieste i biancorossi si sono finalmente scrollati di dosso quella ruggine che rendeva la loro manovra macchinosa, mettendo in mostra la capacità di fraseggio stretto e di possesso palla. Contro un avversario tutt'altro che abbordabile in attacco ma leggerino in difesa, Cari ha chiaramente scelto la via del "segnamone uno in più", confermando il tanto discusso e bistrattato 4-2-3-1 e portando molti uomini nella metà campo avversaria. Quel modulo che con ampi spazi a disposizione funziona a meraviglia ma in casa richiede necessariamente una rapida circolazione del pallone e maggiori verticalizzazioni.
Quelle verticalizzazioni che sono risultate fondamentali in entrambe le azioni che hanno portato ai gol di Mazzeo e che sono scaturite dai piedi dei due mediani Zappacosta e Guerri. Per il centrocampista abruzzese, tra i migliori in campo nel posticipo di Lunedì, si tratta dell'ennesima riprova del suo valore da centrocampista centrale. Al momento l'ex Pescara è forse l'unico uomo che può cercare di non far rimpiangere quel Rajcic che l'anno scorso creava superiorità numerica a centrocampo con i suoi dribbling e i suoi passaggi filtranti. Se la condizione fisica assisterà il ragazzo (vera variabile impazzita nel corso della sua permanenza a Barletta) per lui non ci saranno problemi nell'affermarsi come punto fermo del centrocampo di Cari.
Il Cari furioso
Eppure la vittoria di Trieste non ha avuto quell'ampio risalto mediatico che ci si aspettava, oscurata in parte dalle polemiche dichiarazioni di Marco Cari nel post partita di Lunedì. Un Cari apparso già nervoso nella conferenza stampa dopo il match con il SudTirol, che paga evidentemente le pressioni subite nelle scorse settimane da quello spicchio di tifoseria (in prevalenza di tribuna e gradinata) insoddisfatta dai risultati e dal gioco espressi tra le mura amiche e che più volte ha chiesto la testa dell'allenatore. "Non vinciamo perché in casa ci fischiano" sono parole chiare, forti e che inevitabilmente aprono una frattura tra il tecnico e gli aficionados biancorossi. Il tecnico romano – che peraltro con la curva non ha mai avuto un feeling notevole - si è così preso una piccola rivincita sulle pesanti critiche ricevute ma, salvo chiarimenti ulteriori nei prossimi giorni, si pone adesso in una posizione inevitabile di elevato rischio: difficile pensare ad un trattamento benevolo in caso di futura sconfitta. Forse sarebbe il caso di aggiustare leggermente il tiro delle dichiarazioni rilasciate Lunedì e in tal senso una mediazione da parte della dirigenza sarebbe probabilmente opportuna.
Marco Bruno
Che il Barletta di Cari fosse una squadra da trasferta ce n'eravamo già accorti dalla scorsa stagione, con i successi pesantissimi di Benevento e Foggia. Che potesse ripetersi a Trieste quindi non era certo impossibile ma quantomeno ha un po' stupito tifosi e addetti ai lavori. Il Barletta pesca il proverbiale coniglio dal cilindro proprio nella più difficile trasferta da inizio stagione e sul palcoscenico del Nereo Rocco ridona lustro e consistenza a una squadra che fino a pochi giorni prima era ancora alla ricerca di certezze. La gara di Trieste era effettivamente un buon banco di prova con il quale si potesse verificare il carattere di una squadra che in casa ha zoppicato un po' troppo, un passaggio fondamentale anche per restare agganciati al gruppetto di vertice in classifica. Il responso ha soddisfatto su tutti i fronti e lancia la squadra verso due incontri casalinghi consecutivi da sfruttare appieno.
Torna la luce a centrocampo
Nella partita di Trieste i biancorossi si sono finalmente scrollati di dosso quella ruggine che rendeva la loro manovra macchinosa, mettendo in mostra la capacità di fraseggio stretto e di possesso palla. Contro un avversario tutt'altro che abbordabile in attacco ma leggerino in difesa, Cari ha chiaramente scelto la via del "segnamone uno in più", confermando il tanto discusso e bistrattato 4-2-3-1 e portando molti uomini nella metà campo avversaria. Quel modulo che con ampi spazi a disposizione funziona a meraviglia ma in casa richiede necessariamente una rapida circolazione del pallone e maggiori verticalizzazioni.
Quelle verticalizzazioni che sono risultate fondamentali in entrambe le azioni che hanno portato ai gol di Mazzeo e che sono scaturite dai piedi dei due mediani Zappacosta e Guerri. Per il centrocampista abruzzese, tra i migliori in campo nel posticipo di Lunedì, si tratta dell'ennesima riprova del suo valore da centrocampista centrale. Al momento l'ex Pescara è forse l'unico uomo che può cercare di non far rimpiangere quel Rajcic che l'anno scorso creava superiorità numerica a centrocampo con i suoi dribbling e i suoi passaggi filtranti. Se la condizione fisica assisterà il ragazzo (vera variabile impazzita nel corso della sua permanenza a Barletta) per lui non ci saranno problemi nell'affermarsi come punto fermo del centrocampo di Cari.
Il Cari furioso
Eppure la vittoria di Trieste non ha avuto quell'ampio risalto mediatico che ci si aspettava, oscurata in parte dalle polemiche dichiarazioni di Marco Cari nel post partita di Lunedì. Un Cari apparso già nervoso nella conferenza stampa dopo il match con il SudTirol, che paga evidentemente le pressioni subite nelle scorse settimane da quello spicchio di tifoseria (in prevalenza di tribuna e gradinata) insoddisfatta dai risultati e dal gioco espressi tra le mura amiche e che più volte ha chiesto la testa dell'allenatore. "Non vinciamo perché in casa ci fischiano" sono parole chiare, forti e che inevitabilmente aprono una frattura tra il tecnico e gli aficionados biancorossi. Il tecnico romano – che peraltro con la curva non ha mai avuto un feeling notevole - si è così preso una piccola rivincita sulle pesanti critiche ricevute ma, salvo chiarimenti ulteriori nei prossimi giorni, si pone adesso in una posizione inevitabile di elevato rischio: difficile pensare ad un trattamento benevolo in caso di futura sconfitta. Forse sarebbe il caso di aggiustare leggermente il tiro delle dichiarazioni rilasciate Lunedì e in tal senso una mediazione da parte della dirigenza sarebbe probabilmente opportuna.
Marco Bruno