Calcio
Barletta, il punto dopo il pareggio con il Latina
La squadra appare involuta nel gioco e nella condizione atletica. Cari in bilico?
Barletta - martedì 4 ottobre 2011
20.45
L'involuzione
Il Barletta non sa più vincere. E' questo il verdetto, amaro, che emerge dal deludente 1-1 contro il Latina. La squadra di Marco Cari già non appare più in grado di sciorinare il gioco brillante mostrato nelle prime due partite di campionato, con la naturale conseguenza che anche i risultati hanno cominciato a deludere.
Due punti nelle ultime tre gare sono un ruolino di marcia da play-out, che mal si concilia con le ambizioni di alta classifica manifestate a gran voce nel precampionato. Probabilmente non è ancora il momento dei processi ma appare quantomeno doveroso analizzare il momento no di una squadra già in crisi di gioco e risultati.
Questione di atteggiamento
Guardando la classifica il Barletta non appare ancora condannato. Quattro punti dalla vetta sono un distacco ampiamente recuperabile se si considera che ci si trova ancora nella fase iniziale del campionato. Da ciò si capisce come le critiche pesanti, piovute su calciatori ed allenatore, derivino dall'atteggiamento che la squadra ha assunto, sin dal secondo tempo giocato contro l'Andria: una squadra abulica, che sembra costantemente in affanno, come fosse indietro di preparazione. Preoccupa anche l'atteggiamento di un collettivo che non riesce a gestire il vantaggio di due reti contro l'Andria, di una rete contro il modesto Latina e la superiorità numerica nella trasferta a Lanciano. Un dato che stride con la composizione di una rosa in cui i capitani e la gente di esperienza sicuramente non manca.
Cari traballa?
Se a Prato era riuscito a risultare decisivo, inserendo nel secondo tempo il trio Hanine-Cerone-Franchini, da quel momento il tecnico di Ciampino non è più riuscito a incidere sulla gara e sul risultato. Un problema che va al di là dei cambi in corso e che riguarda anche le scelte sull'undici titolare. Alcuni giocatori sono rimasti avulsi dalle scelte dell'allenatore. E' ad esempio il caso di Infantino o di Zappacosta, entrambi con una sola presenza in campionato e pochissimi minuti all'attivo. Una scelta incoerente con la volontà di riconfermarli dopo la scorsa stagione e dopo le deludenti prestazioni di Di Gennaro e Guerri. Dopo la bocciatura di Sicignano è prevedibile che ne arrivino altre in vista delle prossime gare. Il 4-2-3-1 inoltre non sembra essere il modulo adatto per una collettivo che attacca bene ma si scopre troppo in difesa. La squadra è apparsa più equilibrata con l'aggiunta di un centrocampista in luogo di un attaccante, schierata con un 4-3-3 che riesca comunque a sfruttare gli esterni d'attacco e le sponde della punta centrale.
Probabilmente la gara di Bassano non sarà decisiva per Cari ma certo è che, anche a seguito delle dichiarazioni di Tatò nel post gara di Lanciano, la sua posizione non è più cosi ben salda sulla panchina. A questo momento negativo la squadra è obbligata a reagire. Una sconfitta aprirebbe le porte a una crisi che rischierebbe di compromettere un'intera stagione. Un ipotesi che non ci sarebbe mai auspicati di prendere in considerazione già in questo momento del campionato.
Marco Bruno
Il Barletta non sa più vincere. E' questo il verdetto, amaro, che emerge dal deludente 1-1 contro il Latina. La squadra di Marco Cari già non appare più in grado di sciorinare il gioco brillante mostrato nelle prime due partite di campionato, con la naturale conseguenza che anche i risultati hanno cominciato a deludere.
Due punti nelle ultime tre gare sono un ruolino di marcia da play-out, che mal si concilia con le ambizioni di alta classifica manifestate a gran voce nel precampionato. Probabilmente non è ancora il momento dei processi ma appare quantomeno doveroso analizzare il momento no di una squadra già in crisi di gioco e risultati.
Questione di atteggiamento
Guardando la classifica il Barletta non appare ancora condannato. Quattro punti dalla vetta sono un distacco ampiamente recuperabile se si considera che ci si trova ancora nella fase iniziale del campionato. Da ciò si capisce come le critiche pesanti, piovute su calciatori ed allenatore, derivino dall'atteggiamento che la squadra ha assunto, sin dal secondo tempo giocato contro l'Andria: una squadra abulica, che sembra costantemente in affanno, come fosse indietro di preparazione. Preoccupa anche l'atteggiamento di un collettivo che non riesce a gestire il vantaggio di due reti contro l'Andria, di una rete contro il modesto Latina e la superiorità numerica nella trasferta a Lanciano. Un dato che stride con la composizione di una rosa in cui i capitani e la gente di esperienza sicuramente non manca.
Cari traballa?
Se a Prato era riuscito a risultare decisivo, inserendo nel secondo tempo il trio Hanine-Cerone-Franchini, da quel momento il tecnico di Ciampino non è più riuscito a incidere sulla gara e sul risultato. Un problema che va al di là dei cambi in corso e che riguarda anche le scelte sull'undici titolare. Alcuni giocatori sono rimasti avulsi dalle scelte dell'allenatore. E' ad esempio il caso di Infantino o di Zappacosta, entrambi con una sola presenza in campionato e pochissimi minuti all'attivo. Una scelta incoerente con la volontà di riconfermarli dopo la scorsa stagione e dopo le deludenti prestazioni di Di Gennaro e Guerri. Dopo la bocciatura di Sicignano è prevedibile che ne arrivino altre in vista delle prossime gare. Il 4-2-3-1 inoltre non sembra essere il modulo adatto per una collettivo che attacca bene ma si scopre troppo in difesa. La squadra è apparsa più equilibrata con l'aggiunta di un centrocampista in luogo di un attaccante, schierata con un 4-3-3 che riesca comunque a sfruttare gli esterni d'attacco e le sponde della punta centrale.
Probabilmente la gara di Bassano non sarà decisiva per Cari ma certo è che, anche a seguito delle dichiarazioni di Tatò nel post gara di Lanciano, la sua posizione non è più cosi ben salda sulla panchina. A questo momento negativo la squadra è obbligata a reagire. Una sconfitta aprirebbe le porte a una crisi che rischierebbe di compromettere un'intera stagione. Un ipotesi che non ci sarebbe mai auspicati di prendere in considerazione già in questo momento del campionato.
Marco Bruno