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Barletta è Atletica? Parola a Divincenzo, Alvisi e Inglese: parte seconda
Panoramica sull'atletica leggera cittadina tra sport e istituzioni
Barletta - venerdì 30 maggio 2014
17.50
A Barletta l'atletica leggera vive un momento particolare: da un lato fonte inesauribile di talenti e vittorie, con un fitto plotone di rinomati professionisti appoggiato da una solida base di amatori che gremiscono quotidianamente i litorali, dall'altro oggetto di discussione quanto a strutture (vedi caso-"Puttilli") e speranze di vedere i risultati corrispondere alla grandezza di chi li ospita. Temi presenti in un'intervista tripla ospitata dagli studi di Barlettaviva.it: presenti l'assessore comunale allo sport Antonio Divincenzo, il delegato Coni Bat Isidoro Alvisi e la campionessa italiana di cross Veronica Inglese. Di seguito la seconda e ultima parte del tripartito dialogo:
Abbiamo parlato dello sport come motore culturale. A Barletta non decolla però il concetto di evento sportivo come chiave di volta per il turismo.
D: «Credo si possa benissimo coniugare ed è quello che facciamo. Abbiamo avuto recentemente la maratona e la gara di triathlon, prima ancora è venuta a Barletta la nazionale di mountain bike. Cito altri esempi, il torneo internazionale di biliardo, il trofeo para-archery di tiro con l'arco che si terrà a inizio giugno: sono tanti esempi che coniugano la tradizione sportiva all'effervescenza del territorio. Gli spazi non vanno solo riorganizzati, vanno sempre abbinati alla vita vissuta per associarvi un concetto di promozione del territorio: sono motivo di vanto, soddisfazione e strada da perseguire. Ad esempio il piano delle coste nel suo indirizzo e nella sua adozione verte proprio sulla possibilità di concedere spazi per lo sport su sabbia in estate, dal beach volley al beach soccer passando per windsurf e kitesurf: è un concetto di promozione della città che può ergersi a modello vincente, sfruttando la particolarità della nostra litoranea, che amo definire una palestra naturale».
I: «Io parlo delle esperienze avute viaggiando per correre: dalla nostra abbiamo il fatto di essere solari, ospitali e questo deve spingerci ad approfittare per usare lo sport come strumento per veicolare la bellezza del territorio. Negli ultimi anni l'atletica, nella categoria Master, ha riscoperto le gare amatoriali: vi partecipano a migliaia, e visitano le città dove si tengono eventi di questo genere, che sicuramente comportano importante promozione e un ottimo rientro economico per la città, fattore da non sottovalutare in un momento così complesso. Pensate agli eventi estivi: l'amatore sa che se viene a Barletta trova mare e ospitalità, e può godersi magari una settimana a Barletta. Al tempo stesso bisogna fare rete: l'associazione sportiva organizza la gara, il Comune concede gli spazi e la federazione aiuta nella pubblicizzazione dell'evento. Ad esempio, si parlava della possibiità di fare un campionato italiano di marcia a Barletta: io rilancio, e chiedo, perchè non organizzare un campionato italiano sui 10mila metri su strada?»
A: «Questa volontà porta a una necessità: che vi siano professionalità nel campo dello sport. Questo apre diversi sbocchi occupazionali: dal marketing territoriale al giurismo sportivo, passando per impiantistica e comunicazione. Questa fame di cose da fare chiama la necessità di persone che non si improvvisino competenti. Servono società sportive che sappiano gestire anche gli impianti: se riusciamo in questo e chi ci amministra pone attenzione in questo, probabilmente avremo anche una visione di sport come trasversale a vari settori. Negli eventi vanno coinvolti sempre gli operatori commerciali cittadini: oggi su Barletta sta passando un treno importante per l'atletica leggera, va preso subito. Va riassunto l'aspetto sano dello sport».
A chiudere il cerchio di spazi cittadini legati allo sport il litorale di Ponente, fresco di intitolazione a Pietro Mennea. Ora quali altri passi bisognerà compiere?
D: «Anche qui il Piano delle Coste è la risposta, atta a integrare litoranea e città. E' un lavoro di recupero e rivalutazione del territorio a cui teniamo molto: fondamentalmente, dalla linea dove vi sono i piloni di cemento che separano sabbia e asfalto, vi sono circa tre metri che metteremo a disposizione per piste ciclabili e amatori: vogliamo partire dalla litoranea Pietro Mennea e di lì coinvolgere Lega Navale e litorale di Levante».
A: «Intestare il lungomare a Pietro Mennea è stato uno splendido riconoscimento, arrivato a un solo anno dalla scomparsa di questo campione e icona di Barletta: il gesto ha un valore alto, che rende Mennea parte integrante del suo sviluppo cittadino, sperando che quella zona diventi il cuore pulsante della ripartenza di Barletta».
I: «E' già ora una parte viva e vivida di Barletta: basta andarci la mattina per capire quanti amatori praticano la corsa su strada in città e tanti che incrocio mi supportano, il che mi rende fiera della mia città. Io credo che già il fatto di aver messo quelle piste ciclabili su tutto il lungomare sia stata un'ottima idea, e la chiusura al traffico nel weekend la rende una zona pedonale molto frequentata. Nel momento in cui metti la struttura, il cittadino la utilizza. E' fondamentale migliorarla e sono contenta di sapere che sia nei piani futuri: il fatto di intitolarla a Pietro Mennea l'ha ulteriormente identificata con l'icona cittadina. Il giorno dell'intitolazione è stata un'emozione meravigliosa: sono ricordi unici che ti restano tutta la vita. Anche questa spinta deve far sì che Barletta sia sempre più atletica».
La prossima intervista la faremo su una pista di atletica rinnovata?
D: «E' un obiettivo in agenda, sono sicuro che ce la faremo».
I: «E' una speranza anche se sono conscia delle difficoltà che le amministrazioni incontrano, le vedo anche in altre zone d'Italia dove gareggio: sarebbe davvero bello avere una pista rinnovata».
A: «E' un problema di gestione, ma con i giusti conti si potrà fare».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Abbiamo parlato dello sport come motore culturale. A Barletta non decolla però il concetto di evento sportivo come chiave di volta per il turismo.
D: «Credo si possa benissimo coniugare ed è quello che facciamo. Abbiamo avuto recentemente la maratona e la gara di triathlon, prima ancora è venuta a Barletta la nazionale di mountain bike. Cito altri esempi, il torneo internazionale di biliardo, il trofeo para-archery di tiro con l'arco che si terrà a inizio giugno: sono tanti esempi che coniugano la tradizione sportiva all'effervescenza del territorio. Gli spazi non vanno solo riorganizzati, vanno sempre abbinati alla vita vissuta per associarvi un concetto di promozione del territorio: sono motivo di vanto, soddisfazione e strada da perseguire. Ad esempio il piano delle coste nel suo indirizzo e nella sua adozione verte proprio sulla possibilità di concedere spazi per lo sport su sabbia in estate, dal beach volley al beach soccer passando per windsurf e kitesurf: è un concetto di promozione della città che può ergersi a modello vincente, sfruttando la particolarità della nostra litoranea, che amo definire una palestra naturale».
I: «Io parlo delle esperienze avute viaggiando per correre: dalla nostra abbiamo il fatto di essere solari, ospitali e questo deve spingerci ad approfittare per usare lo sport come strumento per veicolare la bellezza del territorio. Negli ultimi anni l'atletica, nella categoria Master, ha riscoperto le gare amatoriali: vi partecipano a migliaia, e visitano le città dove si tengono eventi di questo genere, che sicuramente comportano importante promozione e un ottimo rientro economico per la città, fattore da non sottovalutare in un momento così complesso. Pensate agli eventi estivi: l'amatore sa che se viene a Barletta trova mare e ospitalità, e può godersi magari una settimana a Barletta. Al tempo stesso bisogna fare rete: l'associazione sportiva organizza la gara, il Comune concede gli spazi e la federazione aiuta nella pubblicizzazione dell'evento. Ad esempio, si parlava della possibiità di fare un campionato italiano di marcia a Barletta: io rilancio, e chiedo, perchè non organizzare un campionato italiano sui 10mila metri su strada?»
A: «Questa volontà porta a una necessità: che vi siano professionalità nel campo dello sport. Questo apre diversi sbocchi occupazionali: dal marketing territoriale al giurismo sportivo, passando per impiantistica e comunicazione. Questa fame di cose da fare chiama la necessità di persone che non si improvvisino competenti. Servono società sportive che sappiano gestire anche gli impianti: se riusciamo in questo e chi ci amministra pone attenzione in questo, probabilmente avremo anche una visione di sport come trasversale a vari settori. Negli eventi vanno coinvolti sempre gli operatori commerciali cittadini: oggi su Barletta sta passando un treno importante per l'atletica leggera, va preso subito. Va riassunto l'aspetto sano dello sport».
A chiudere il cerchio di spazi cittadini legati allo sport il litorale di Ponente, fresco di intitolazione a Pietro Mennea. Ora quali altri passi bisognerà compiere?
D: «Anche qui il Piano delle Coste è la risposta, atta a integrare litoranea e città. E' un lavoro di recupero e rivalutazione del territorio a cui teniamo molto: fondamentalmente, dalla linea dove vi sono i piloni di cemento che separano sabbia e asfalto, vi sono circa tre metri che metteremo a disposizione per piste ciclabili e amatori: vogliamo partire dalla litoranea Pietro Mennea e di lì coinvolgere Lega Navale e litorale di Levante».
A: «Intestare il lungomare a Pietro Mennea è stato uno splendido riconoscimento, arrivato a un solo anno dalla scomparsa di questo campione e icona di Barletta: il gesto ha un valore alto, che rende Mennea parte integrante del suo sviluppo cittadino, sperando che quella zona diventi il cuore pulsante della ripartenza di Barletta».
I: «E' già ora una parte viva e vivida di Barletta: basta andarci la mattina per capire quanti amatori praticano la corsa su strada in città e tanti che incrocio mi supportano, il che mi rende fiera della mia città. Io credo che già il fatto di aver messo quelle piste ciclabili su tutto il lungomare sia stata un'ottima idea, e la chiusura al traffico nel weekend la rende una zona pedonale molto frequentata. Nel momento in cui metti la struttura, il cittadino la utilizza. E' fondamentale migliorarla e sono contenta di sapere che sia nei piani futuri: il fatto di intitolarla a Pietro Mennea l'ha ulteriormente identificata con l'icona cittadina. Il giorno dell'intitolazione è stata un'emozione meravigliosa: sono ricordi unici che ti restano tutta la vita. Anche questa spinta deve far sì che Barletta sia sempre più atletica».
La prossima intervista la faremo su una pista di atletica rinnovata?
D: «E' un obiettivo in agenda, sono sicuro che ce la faremo».
I: «E' una speranza anche se sono conscia delle difficoltà che le amministrazioni incontrano, le vedo anche in altre zone d'Italia dove gareggio: sarebbe davvero bello avere una pista rinnovata».
A: «E' un problema di gestione, ma con i giusti conti si potrà fare».
(Twitter: @GuerraLuca88)


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