Calcio
Barletta Calcio, il saluto di Federico Cerone
Il centrocampista in esclusiva pochi istanti dopo aver firmato con il Mantova
Barletta - sabato 1 settembre 2012
2.32
Sembrava un amore destinato a rimanere platonico, invece durante gli ultimi istanti utili per le contrattazioni, Federico Cerone lascia Barletta. Il centrocampista mancino saluta la Città della Disfida dopo una stagione e mezzo in biancorosso per sposare il progetto del Mantova. Ad accoglierlo sarà proprio la patria di Virgilio, squadra che milita in Seconda Divisione ma con ambizioni importanti. Dopo un pomeriggio stressante tra continui tira e molla, il direttore sportivo virgiliano Pelliccioni e quello biancorosso Pavone hanno trovato l'accordo per la cessione dell'ex Pisa. A pochi minuti dall'ufficializzazione del suo approdo a Mantova, abbiamo intervistato, in esclusiva assoluta per i lettori di Barlettalife, proprio Federico Cerone, che ci ha tenuto a salutare dalle nostre colonne Barletta, una città che nonostante tutto riesce a trasmettere emozioni forti.
Federico Cerone, sei al capolinea della tua avventura a Barletta. È per te una "liberazione" dopo quello che è stato il tuo ultimo anno all'ombra di Eraclio?
Guarda, ti dico la verità, sono stato contento di quello che ho fatto fino a gennaio, di quello che è stato il periodo con mister Cari. Dopo ho avuto più difficoltà con mister Di Costanzo ma mi sono trovato bene anche con lui. Mi spiace andar via perché è una piazza dove si sta bene, ci tenevo a ringraziare il presidente per quello che ha fatto per me.
Cosa si è incrinato nei rapporti nell'ultimo periodo di permanenza a Barletta?
Sono state fatte delle scelte. Nel calcio ci sono e vanno rispettate. Io ho cercato una piazza dove potevo tornare a fare il giocatore che per me è importante. Adesso sta a me dimostrarlo e non vedo l'ora di iniziare questa nuova avventura.
Quanto è pesato il fatto di dover scendere di categoria?
Sicuramente non fa piacere scendere di categoria, però Mantova sicuramente è una piazza che c'ha poco a che fare con la vecchia C2. È una piazza importante
Quanto ti pesa lasciare al 31 agosto una squadra che tu hai conosciuto, con cui hai fatto una preparazione?
Sicuramente so quel che lascio, ma non so quel che trovo, ma sicuramente saranno dei ragazzi disponibili. Sarò anche io a mettermi a disposizione loro per fare bene insieme.
Magari serviranno anche a te a Mantova i chilometri e i gradoni che avete macinato durante le varie fasi della preparazione.
Senza dubbio è una buona base per andare avanti. Abbiamo anche provato sulla pelle l'esperienza di questo metodo "zemaniano".
Barletta ti ricorderà soprattutto per quel "famoso" cucchiaio su rigore e per le tue esultanze "particolari". Cosa ti senti di dire alla tifoseria biancorossa che non sempre ti ha amato?
Sicuramente nell'ultimo periodo il rapporto si era un po' inclinato. Sono stato visto come il colpevole di non so che cosa all'interno di una situazione un po' deficitaria. Però io ho la coscienza apposto, ho sempre messo il 100% sul campo.
Chi vorresti salutare e ringraziare al termine di questo anno e mezzo qui a Barletta?
Senza dubbio ringrazio mister Cari perché quando è stato in panchina da noi mi ha fatto crescere tanto dal punto di vista calcistico. Poi ci tengo a salutare tutta la vecchia guardia, da Petterini a Simoncelli, a Mazzarani, Minieri, Di Gennaro, tutti quanti, Pane. Dei nuovi ho avuto un ottimo rapporto con Vacca. Vorrei inoltre ringraziare davvero Maurizio Nanula e Nicola Dibitonto: sono due grandi persone, due amici. Non è facile trovare persone così nel calcio.
In chiusura, ti vorrei chiedere dove può arrivare questo Barletta? Tu l'hai visto nascere e crescere. Hai conosciuto un po' tutti i nuovi componenti della rosa. A cosa si può puntare quest'anno?
Ti dico la verità. Li ho visti in ritiro, però quello c'entra poco con il campionato. Certamente sono tutti ragazzi giovani che hanno voglia di far bene. Sono gestiti da un direttore che sa il fatto suo con i giovani. C'è anche un presidente che ha sempre mantenuto le sue parole. Non ci dovrebbero essere problemi per fare un buon campionato.
In bocca al lupo Federico, riproponi il cucchiaio anche da quelle parti…
Federico Cerone, sei al capolinea della tua avventura a Barletta. È per te una "liberazione" dopo quello che è stato il tuo ultimo anno all'ombra di Eraclio?
Guarda, ti dico la verità, sono stato contento di quello che ho fatto fino a gennaio, di quello che è stato il periodo con mister Cari. Dopo ho avuto più difficoltà con mister Di Costanzo ma mi sono trovato bene anche con lui. Mi spiace andar via perché è una piazza dove si sta bene, ci tenevo a ringraziare il presidente per quello che ha fatto per me.
Cosa si è incrinato nei rapporti nell'ultimo periodo di permanenza a Barletta?
Sono state fatte delle scelte. Nel calcio ci sono e vanno rispettate. Io ho cercato una piazza dove potevo tornare a fare il giocatore che per me è importante. Adesso sta a me dimostrarlo e non vedo l'ora di iniziare questa nuova avventura.
Quanto è pesato il fatto di dover scendere di categoria?
Sicuramente non fa piacere scendere di categoria, però Mantova sicuramente è una piazza che c'ha poco a che fare con la vecchia C2. È una piazza importante
Quanto ti pesa lasciare al 31 agosto una squadra che tu hai conosciuto, con cui hai fatto una preparazione?
Sicuramente so quel che lascio, ma non so quel che trovo, ma sicuramente saranno dei ragazzi disponibili. Sarò anche io a mettermi a disposizione loro per fare bene insieme.
Magari serviranno anche a te a Mantova i chilometri e i gradoni che avete macinato durante le varie fasi della preparazione.
Senza dubbio è una buona base per andare avanti. Abbiamo anche provato sulla pelle l'esperienza di questo metodo "zemaniano".
Barletta ti ricorderà soprattutto per quel "famoso" cucchiaio su rigore e per le tue esultanze "particolari". Cosa ti senti di dire alla tifoseria biancorossa che non sempre ti ha amato?
Sicuramente nell'ultimo periodo il rapporto si era un po' inclinato. Sono stato visto come il colpevole di non so che cosa all'interno di una situazione un po' deficitaria. Però io ho la coscienza apposto, ho sempre messo il 100% sul campo.
Chi vorresti salutare e ringraziare al termine di questo anno e mezzo qui a Barletta?
Senza dubbio ringrazio mister Cari perché quando è stato in panchina da noi mi ha fatto crescere tanto dal punto di vista calcistico. Poi ci tengo a salutare tutta la vecchia guardia, da Petterini a Simoncelli, a Mazzarani, Minieri, Di Gennaro, tutti quanti, Pane. Dei nuovi ho avuto un ottimo rapporto con Vacca. Vorrei inoltre ringraziare davvero Maurizio Nanula e Nicola Dibitonto: sono due grandi persone, due amici. Non è facile trovare persone così nel calcio.
In chiusura, ti vorrei chiedere dove può arrivare questo Barletta? Tu l'hai visto nascere e crescere. Hai conosciuto un po' tutti i nuovi componenti della rosa. A cosa si può puntare quest'anno?
Ti dico la verità. Li ho visti in ritiro, però quello c'entra poco con il campionato. Certamente sono tutti ragazzi giovani che hanno voglia di far bene. Sono gestiti da un direttore che sa il fatto suo con i giovani. C'è anche un presidente che ha sempre mantenuto le sue parole. Non ci dovrebbero essere problemi per fare un buon campionato.
In bocca al lupo Federico, riproponi il cucchiaio anche da quelle parti…