Calcio
Barletta 1922: il pareggio con il Corato inaugura una settimana di passione
Biancorossi costretti a battere il Manfredonia per vincere il girone A di Eccellenza pugliese
Barletta - giovedì 3 giugno 2021
Non è la prima volta nel corso della sua quasi centenaria storia che il Barletta riesce a complicarsi la vita proprio in vista del traguardo stagionale.
Accadde nel 1978/79 quando retrocesse in Serie C/2 per un solo gol dopo il drammatico 2-2 di Cava dei Tirreni, quando due domeniche prima sarebbe stato sufficiente battere in trasferta la già retrocessa Paganese.
Accadde nel campionato di Serie C/2 1980/81, quando dopo due terzi di campionato condotti tra il primo e il secondo posto riesce nell'impresa di ottenere soli quattro punti nelle ultime sette giornate, per la gioia di Campania e Virtus Casarano.
Accadde nel 1983/84 in Serie C/1 quando nelle battute finali riuscì a gettare alle ortiche la pluriennale imbattibilità del Comunale, e soprattutto la qualificazione alla Coppa Italia dei grandi.
Per non parlare infine della incredibile retrocessione dalla Serie B della stagione 1990/91 quando solo due mesi prima era a soli due punti dalla zona A; del doppio KO contro Grottaglie e Pomigliano che in pratica costò la promozione diretta in Lega Pro allo splendido e sfortunato Barletta dei Romano, dei Laviano e dei Daleno; e dei play-off per la promozione in Serie B che il Barletta del presidente Tatò vide sfumare a Piacenza nei minuti di recupero dell'ultima giornata.
Naturalmente quanto successo domenica pomeriggio contro il Corato è qualcosa di ben lontano da quelle cocenti delusioni. Il Barletta 1922 non solo era ed è già aritmeticamente qualificato alla post season, ma è già sicuro di disputare in casa (con a disposizione due risultati su tre) la semifinale play-off del girone A di Eccellenza pugliese.
Il problema è che adesso il Barletta per vincere il torneo - e poter giocare in casa anche l'eventuale finale play-off del girone A – deve assolutamente battere domenica prossima, al "San Sabino" di Canosa, l'imbattuto Manfredonia di mister Rufini.
Certo, rosa alla mano, il Barletta pare decisamente superiore ai biancazzurri sipontini, ma il fatto che la vincitrice del girone A si deciderà praticamente in gara secca e che al Manfredonia basta un pari, aumenta decisamente il rammarico per quanto successo domenica scorsa al "Fausto Coppi" di Ruvo. Intendiamoci, il Corato di mister Scaringella non ha rubato assolutamente nulla e si era mostrato avversario di rango già prima della sciocchezza commessa da Quarta che ha costretto i biancorossi all'inferiorità numerica per oltre un tempo.
Domenica, oltre a Quarta, il Barletta sarà costretto a fare a meno anche della presenza in panchina di mister Francesco Farina, anch'egli allontanato dall'arbitro sul finire della gara col Corato. Infine bisognerà valutare le condizioni di capitan Pollidori, uscito nel finale di gara a causa di un risentimento muscolare.
Ma se in campo e in panchina vi saranno importanti defezioni, è sugli spalti che il Barletta recupererà, seppur in parte per le note vicende, un elemento che in passato ha saputo spesso rivelarsi determinante: il calore del proprio pubblico.
Siamo più che sicuri che con il ritrovato abbraccio con i tifosi, Di Rito e compagni sapranno moltiplicare le energie al fine di riuscire a centrare finalmente il traguardo della promozione in D e ad esorcizzare quindi la sindrome da "braccino corto" che troppo spesso ha condizionato i finali di stagione dei biancorossi.
Accadde nel 1978/79 quando retrocesse in Serie C/2 per un solo gol dopo il drammatico 2-2 di Cava dei Tirreni, quando due domeniche prima sarebbe stato sufficiente battere in trasferta la già retrocessa Paganese.
Accadde nel campionato di Serie C/2 1980/81, quando dopo due terzi di campionato condotti tra il primo e il secondo posto riesce nell'impresa di ottenere soli quattro punti nelle ultime sette giornate, per la gioia di Campania e Virtus Casarano.
Accadde nel 1983/84 in Serie C/1 quando nelle battute finali riuscì a gettare alle ortiche la pluriennale imbattibilità del Comunale, e soprattutto la qualificazione alla Coppa Italia dei grandi.
Per non parlare infine della incredibile retrocessione dalla Serie B della stagione 1990/91 quando solo due mesi prima era a soli due punti dalla zona A; del doppio KO contro Grottaglie e Pomigliano che in pratica costò la promozione diretta in Lega Pro allo splendido e sfortunato Barletta dei Romano, dei Laviano e dei Daleno; e dei play-off per la promozione in Serie B che il Barletta del presidente Tatò vide sfumare a Piacenza nei minuti di recupero dell'ultima giornata.
Naturalmente quanto successo domenica pomeriggio contro il Corato è qualcosa di ben lontano da quelle cocenti delusioni. Il Barletta 1922 non solo era ed è già aritmeticamente qualificato alla post season, ma è già sicuro di disputare in casa (con a disposizione due risultati su tre) la semifinale play-off del girone A di Eccellenza pugliese.
Il problema è che adesso il Barletta per vincere il torneo - e poter giocare in casa anche l'eventuale finale play-off del girone A – deve assolutamente battere domenica prossima, al "San Sabino" di Canosa, l'imbattuto Manfredonia di mister Rufini.
Certo, rosa alla mano, il Barletta pare decisamente superiore ai biancazzurri sipontini, ma il fatto che la vincitrice del girone A si deciderà praticamente in gara secca e che al Manfredonia basta un pari, aumenta decisamente il rammarico per quanto successo domenica scorsa al "Fausto Coppi" di Ruvo. Intendiamoci, il Corato di mister Scaringella non ha rubato assolutamente nulla e si era mostrato avversario di rango già prima della sciocchezza commessa da Quarta che ha costretto i biancorossi all'inferiorità numerica per oltre un tempo.
Domenica, oltre a Quarta, il Barletta sarà costretto a fare a meno anche della presenza in panchina di mister Francesco Farina, anch'egli allontanato dall'arbitro sul finire della gara col Corato. Infine bisognerà valutare le condizioni di capitan Pollidori, uscito nel finale di gara a causa di un risentimento muscolare.
Ma se in campo e in panchina vi saranno importanti defezioni, è sugli spalti che il Barletta recupererà, seppur in parte per le note vicende, un elemento che in passato ha saputo spesso rivelarsi determinante: il calore del proprio pubblico.
Siamo più che sicuri che con il ritrovato abbraccio con i tifosi, Di Rito e compagni sapranno moltiplicare le energie al fine di riuscire a centrare finalmente il traguardo della promozione in D e ad esorcizzare quindi la sindrome da "braccino corto" che troppo spesso ha condizionato i finali di stagione dei biancorossi.