Fratelli Dibenedetto
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Atletica, un'intera famiglia barlettana al...traguardo

I fratelli Dibenedetto protagonisti della maratona di Roma

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, recita un antico detto. Non sembrano essere d'accordo i barlettani fratelli Dibenedetto, che poco prima della settimana pasquale hanno deciso di correre insieme l'ostica Maratona di Roma. I quattro germani nati e cresciuti all'ombra di Eraclio, nell'ordine Giuseppe (classe 1952), Emanuele (1954), Geremia (1958) e Francesco (1964), un'atavica passione per la corsa oltre che le radici natie in comune, hanno deciso di cimentarsi in questa ardita prova, lunga 42 chilometri e 195 metri.

L'ostinatezza e il certosino allenamento dei fratelli Dibenedetto sono state premiate: nella Capitale i quattro hanno completato tutti l'intero percorso meritando la medaglia donata a chi completava la corsa nell'edizione 2012. Un obiettivo ben preciso, centrato con successo, un record nella storia recente dell'atletica leggera italiana, dove mai, stando agli annali, quattro fratelli avevano corso e completato insieme una maratona regolare. Un traguardo tagliato con allenamento e passione, come Emanuele Dibenedetto, il secondogenito con un passato da calciatore professionista alle spalle, ha raccontato ai microfoni di Barlettalife in "rappresentanza" della famiglia:

Emanuele, come è nata l'idea di dar vita a questa particolare impresa?
«E' nata come un modo per valorizzare la nostra passione: noi prima giocavamo a calcio, poi con il passare degli anni abbiamo lasciato il pallone a scacchi per preferire la corsa: credo che la maratona di Roma sia la più bella del mondo, è stata una prova estrema, ci siamo messi alla prova dopo tanti allenamenti e dopo aver fatto tanti sacrifici. Ce l'abbiamo fatta e abbiamo tagliato il traguardo con grande soddisfazione».

Come avete preparato l'impegno di Roma? Allenandovi singolarmente o tutti insieme?
«Purtroppo, avendo lavori e orari differenti, ci siamo allenati separatamente, scegliendo ognuno da sè i propri tempi. Ci siamo trovati a costruire quest'impresa, lavorando in media 4 volte a settimana, correndo anche 50-60 chilometri a settimana, di fronte a ogni tipologia di condizioni atmosferiche. Abbiamo preparato la maratona per un anno, e ne abbiamo raccolto i frutti».

State già pensando alla prossima tappa? Esiste una certa maratona di New York...
«Quello potrebbe essere un obiettivo. Noi però non viviamo certo per queste gare. Ci eravamo posti un ambizioso obiettivo, l'abbiamo raggiunto, ora vedremo il da farsi».

La vostra impresa è il premio alla cultura del jogging esistente a Barletta?
«Nella nostra città abbiamo un lungomare pazzesco, che potremmo usare ancora meglio per fare attività fisica. La cosa più importante per gli sportivi barlettani sarebbe quella: abbiamo la possibilità di stare in salute e correre a costo zero. Questo è un messaggio promozionale per questa cultura già discretamente radicata. Speriamo che la politica dia una mano per agevolare ulteriormente la sicurezza e gli spazi per i podisti barlettani»




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