Calcio
Amarcord biancorosso: 1990/91, l’inspiegabile e traumatico addio del Barletta alla Serie B
Una stagione iniziata male e finita con tanti rimpianti
Barletta - venerdì 1 maggio 2020
Quella del 1990 è per i calciofili d'Italia un'estate all'insegna del rimpianto. Un insopportabile rimpianto dovuto a quel maledetto Italia-Argentina e a quei maledetti rigori di Napoli costatici un più che probabile trionfo mondiale. Il nostro mondiale, quello delle "notti magiche" di Italia '90.
Un'amarezza dura a tal punto da rendere molto meno febbrile del solito l'attesa per la nuova stagione calcistica. Un disincanto che a Barletta viene ulteriormente amplificato dal clima non certo festoso con il quale la squadra della nostra città si accinge a prender parte al suo quarto campionato di Serie B. Il presidente Di Cosola - molto amareggiato per le numerose contestazioni e polemiche mossegli da parte della tifoseria più accesa durante la stagione precedente, ma anche preoccupato, nel caso delle sue aziende, dai primi effetti economici della caduta del Muro di Berlino - in chiara fase di disimpegno, delega all'amministratore Stefano Laera la gestione della squadra. Una squadra completamente stravolta in sede di mercato, date le partenze di elementi decisivi come il portiere Dibitonto, i difensori centrali Marcato e Lancini (che andrà via in ottobre), i centrocampisti Fioretti e Nardini e le punte Vincenzi e Panero. Al loro posto arrivano, prevalentemente dalla Serie C, giovani interessanti ma acerbi come il portiere Misefori, i difensori Sottili e Tarantino, i centrocampisti Gallaccio e Carrara, e le punte Pistella e Antonaccio. A far loro da chioccia Stefano Strappa e Ferdinando Signorelli, gli unici superstiti della stagione precedente.
A guidare la squadra viene chiamato il quarantaduenne Salvatore "Ciccio" Esposito, il quale è reduce dal vittorioso campionato di Serie C/2 alla guida del Fano, squadra nella quale inizia ad imporsi un giovane Dario Hubner. E sarà proprio il futuro partner d'attacco di Roberto Baggio nel Brescia - durante un'amichevole pre campionato tra Fano e Barletta, finita 4-0 per i marchigiani - a mettere drammaticamente a nudo con una doppietta le allarmanti carenze dell'organico biancorosso.
Che in città il clima sia tutt'altro che improntato all'ottimismo si evince anche dalla presentazione ufficiale della squadra, tenutasi in un PalaMarchiselli tutt'altro che gremito.
Tuttavia un gol del giovane Davide Bolognesi nella vittoriosa trasferta di Coppa Italia a Cosenza, sembra riaccendere gli entusiasmi, anche perché in caso di qualificazione al secondo turno ci sarebbe da affrontare il Napoli campione d'Italia in carica. Ma nel pomeriggio di domenica 2 settembre 1990, la gara di ritorno contro il Cosenza, da noioso prologo al gran galà biancorosso contro Maradona, Careca e compagni, diventa un incubo a due minuti dal novantesimo, quando il compianto bomber cosentino Gigi Marulla approfitta di una colossale topica della difesa barlettana e porta le squadre ai supplementari, dove prima Vivarini (l'attuale allenatore del Bari) e poi Porfido, spezzano definitivamente il sogno "maradoniano" del Barletta, scatenando così l'ennesima contestazione della tifoseria nei confronti di Di Cosola e della società tutta. Davvero un pessimo viatico per una stagione che si preannuncia già molto difficile, visto che nelle prime otto giornate di campionato, ad eccezione di Udinese e Cremonese, il Barletta dovrà affrontare praticamente tutte le candidate alla promozione in Serie A.
Di solito in uno scenario permeato da un tale pessimismo una squadra di calcio può reagire in due modi: o con il tracollo definitivo, o con una grande reazione d'orgoglio come quella del giovane Barletta nella prima parte del campionato di Serie B 1990/91. I ragazzi di Esposito raccolgono un solo punto (0-0 in casa contro il forte Ascoli) nelle prime tre gare del torneo, ma poi battono al Comunale la Triestina, ottengono un brillantissimo pareggio in casa del Verona e poi ritrovano l'affetto del pubblico amico battendo in casa il grande Foggia di Signori, Baiano, Rambaudi con un gol del giovane e interessantissimo libero Stefano Sottili, il quale dopo aver eluso la trappola del fuorigioco degli uomini di Zdenek Zeman, beffa in uscita il portiere Mancini, in un'azione praticamente fotocopia di quella di Ferdinando Signorelli dell'anno prima, sempre contro il Foggia.
Nelle gare seguenti il Barletta di Esposito continua a mostrare un gran bel gioco e a mettere sovente in crisi squadre decisamente più blasonate. Unica pecca, una certa propensione a raccogliere molto meno di quanto meritato, come ad esempio nella sfortunata sconfitta di Reggio Emilia, nella gara interna col Pescara - con gli uomini di Galeone costretti per novanta minuti interi a difendere un immeritatissimo zero a zero - e negli spettacolari 2-2 esterni contro Salernitana e Cremonese.
Il momento migliore della stagione il Barletta lo vive nei mesi invernali, quando al Comunale cadono nell'ordine: il Taranto, la Reggina ed il Messina secondo in classifica. Letteralmente asfaltato quest'ultimo con uno spettacolare ed inequivocabile 4-0 nel turno di fine anno. Tra i più brillanti protagonisti di questi ripetuti exploit, c'è Andrea Pistella da Rapolano Terme. Un bisonte toscano tanto potente, quanto efficace in zona gol, con delle movenze che ricordano molto quelle di Andrea Belotti, l'attuale centravanti del Torino e della Nazionale.
Il 1991 si apre con due pareggi: il primo in casa del Cosenza, ed il secondo al Comunale contro il Padova, dove solo un missile su punizione di un giovanissimo Demetrio Albertini evita ai veneti una meritata sconfitta. Dopo il KO di Brescia, il Barletta torna alla vittoria al Comunale superando e staccando in classifica un Ancona tra le maggiori delusioni del campionato cadetto. Nulla da fare invece nella trasferta di Ascoli, dove il brasiliano Casagrande (autore della doppietta decisiva) e il vecchio, ma ancora validissimo Bruno Giordano, fanno la differenza.
Si giunge così alla partita in casa contro l'Avellino. Una tra le più belle in assoluto della quasi centenaria storia biancorossa, dove Pistella e compagni, in nove contro undici per metà gara, rifilano agli irpini un sonoro 3-0. Sembra il meritatissimo trionfo di Esposito e dei suoi ragazzi. E invece è il canto del cigno di una squadra che dopo la sconfitta di Trieste, e soprattutto dopo il devastante 1-5 subito in casa dal Verona di Fascetti, si scioglie come neve al sole. La domenica successiva, allo Zaccheria di Foggia, Rambaudi e Signori stendono un Barletta pallida controfigura di quello brillante e battagliero vistosi fino a un mese prima. Dai piani alti della società si opta per un incredibile cambio della guida tecnica. Via Esposito (un galantuomo), dentro l'ex Roma e Lazio Roberto Clagluna. Un cambio che non avrà alcuna efficacia, visto che dalla cacciata di Esposito in poi, il Barletta piomberà in piena zona retrocessione racimolando la miseria di tre punti in sette partite.
Domenica 12 maggio 1991, grazie ad uno spettacolare gol in rovesciata del solito Pistella, il Barletta ottiene la sua ultima vittoria in Serie B, battendo in casa la Lucchese per 2-0. Successivamente il doppio KO esterno di Reggio Calabria e di Messina sancisce praticamente l'addio del Barletta alla Serie B. Un addio che - quasi a voler chiudere un cerchio negativo apertosi a settembre con l'eliminazione dalla Coppa Italia da parte dello stesso avversario - diventa ufficiale il 2 giugno 1991 nella gara interna contro il Cosenza. Al 34' il Barletta segna con Pistella, al suo nono gol in campionato. Quattro minuti più tardi pareggia Aimo su punizione. In pieno recupero un tiro di Gabrieli sfugge al portiere del Cosenza Vettore, superando probabilmente la linea di porta. Ma l'arbitro Beschin di Legnago non concede il gol e sugli spalti scoppia il finimondo. In campo piove di tutto tra lattine, bottiglie, accendini e pezzi di cemento. Niente e nessuno viene risparmiato dalla sassaiola, tanto da costringere l'arbitro a sospendere definitivamente la partita. Inevitabile lo 0-2 a tavolino, che a questo punto certifica l'aritmetica retrocessione del Barletta in Serie C/1.
Da segnalare infine, nella successiva trasferta di Padova, il primo e finora unico gol del Barletta in Serie B segnato da un calciatore barlettano. Lo realizza il ventenne Vincenzo Lanotte, scaraventando prepotentemente la palla in rete dopo una respinta difettosa del portiere patavino Bistazzoni.
Una delle poche note liete di una stagione nata male e inspiegabilmente finita malissimo dopo che per lunghi tratti della stagione 1990/91 si era visto probabilmente il Barletta più propositivo e spettacolare di sempre.
Un'amarezza dura a tal punto da rendere molto meno febbrile del solito l'attesa per la nuova stagione calcistica. Un disincanto che a Barletta viene ulteriormente amplificato dal clima non certo festoso con il quale la squadra della nostra città si accinge a prender parte al suo quarto campionato di Serie B. Il presidente Di Cosola - molto amareggiato per le numerose contestazioni e polemiche mossegli da parte della tifoseria più accesa durante la stagione precedente, ma anche preoccupato, nel caso delle sue aziende, dai primi effetti economici della caduta del Muro di Berlino - in chiara fase di disimpegno, delega all'amministratore Stefano Laera la gestione della squadra. Una squadra completamente stravolta in sede di mercato, date le partenze di elementi decisivi come il portiere Dibitonto, i difensori centrali Marcato e Lancini (che andrà via in ottobre), i centrocampisti Fioretti e Nardini e le punte Vincenzi e Panero. Al loro posto arrivano, prevalentemente dalla Serie C, giovani interessanti ma acerbi come il portiere Misefori, i difensori Sottili e Tarantino, i centrocampisti Gallaccio e Carrara, e le punte Pistella e Antonaccio. A far loro da chioccia Stefano Strappa e Ferdinando Signorelli, gli unici superstiti della stagione precedente.
A guidare la squadra viene chiamato il quarantaduenne Salvatore "Ciccio" Esposito, il quale è reduce dal vittorioso campionato di Serie C/2 alla guida del Fano, squadra nella quale inizia ad imporsi un giovane Dario Hubner. E sarà proprio il futuro partner d'attacco di Roberto Baggio nel Brescia - durante un'amichevole pre campionato tra Fano e Barletta, finita 4-0 per i marchigiani - a mettere drammaticamente a nudo con una doppietta le allarmanti carenze dell'organico biancorosso.
Che in città il clima sia tutt'altro che improntato all'ottimismo si evince anche dalla presentazione ufficiale della squadra, tenutasi in un PalaMarchiselli tutt'altro che gremito.
Tuttavia un gol del giovane Davide Bolognesi nella vittoriosa trasferta di Coppa Italia a Cosenza, sembra riaccendere gli entusiasmi, anche perché in caso di qualificazione al secondo turno ci sarebbe da affrontare il Napoli campione d'Italia in carica. Ma nel pomeriggio di domenica 2 settembre 1990, la gara di ritorno contro il Cosenza, da noioso prologo al gran galà biancorosso contro Maradona, Careca e compagni, diventa un incubo a due minuti dal novantesimo, quando il compianto bomber cosentino Gigi Marulla approfitta di una colossale topica della difesa barlettana e porta le squadre ai supplementari, dove prima Vivarini (l'attuale allenatore del Bari) e poi Porfido, spezzano definitivamente il sogno "maradoniano" del Barletta, scatenando così l'ennesima contestazione della tifoseria nei confronti di Di Cosola e della società tutta. Davvero un pessimo viatico per una stagione che si preannuncia già molto difficile, visto che nelle prime otto giornate di campionato, ad eccezione di Udinese e Cremonese, il Barletta dovrà affrontare praticamente tutte le candidate alla promozione in Serie A.
Di solito in uno scenario permeato da un tale pessimismo una squadra di calcio può reagire in due modi: o con il tracollo definitivo, o con una grande reazione d'orgoglio come quella del giovane Barletta nella prima parte del campionato di Serie B 1990/91. I ragazzi di Esposito raccolgono un solo punto (0-0 in casa contro il forte Ascoli) nelle prime tre gare del torneo, ma poi battono al Comunale la Triestina, ottengono un brillantissimo pareggio in casa del Verona e poi ritrovano l'affetto del pubblico amico battendo in casa il grande Foggia di Signori, Baiano, Rambaudi con un gol del giovane e interessantissimo libero Stefano Sottili, il quale dopo aver eluso la trappola del fuorigioco degli uomini di Zdenek Zeman, beffa in uscita il portiere Mancini, in un'azione praticamente fotocopia di quella di Ferdinando Signorelli dell'anno prima, sempre contro il Foggia.
Nelle gare seguenti il Barletta di Esposito continua a mostrare un gran bel gioco e a mettere sovente in crisi squadre decisamente più blasonate. Unica pecca, una certa propensione a raccogliere molto meno di quanto meritato, come ad esempio nella sfortunata sconfitta di Reggio Emilia, nella gara interna col Pescara - con gli uomini di Galeone costretti per novanta minuti interi a difendere un immeritatissimo zero a zero - e negli spettacolari 2-2 esterni contro Salernitana e Cremonese.
Il momento migliore della stagione il Barletta lo vive nei mesi invernali, quando al Comunale cadono nell'ordine: il Taranto, la Reggina ed il Messina secondo in classifica. Letteralmente asfaltato quest'ultimo con uno spettacolare ed inequivocabile 4-0 nel turno di fine anno. Tra i più brillanti protagonisti di questi ripetuti exploit, c'è Andrea Pistella da Rapolano Terme. Un bisonte toscano tanto potente, quanto efficace in zona gol, con delle movenze che ricordano molto quelle di Andrea Belotti, l'attuale centravanti del Torino e della Nazionale.
Il 1991 si apre con due pareggi: il primo in casa del Cosenza, ed il secondo al Comunale contro il Padova, dove solo un missile su punizione di un giovanissimo Demetrio Albertini evita ai veneti una meritata sconfitta. Dopo il KO di Brescia, il Barletta torna alla vittoria al Comunale superando e staccando in classifica un Ancona tra le maggiori delusioni del campionato cadetto. Nulla da fare invece nella trasferta di Ascoli, dove il brasiliano Casagrande (autore della doppietta decisiva) e il vecchio, ma ancora validissimo Bruno Giordano, fanno la differenza.
Si giunge così alla partita in casa contro l'Avellino. Una tra le più belle in assoluto della quasi centenaria storia biancorossa, dove Pistella e compagni, in nove contro undici per metà gara, rifilano agli irpini un sonoro 3-0. Sembra il meritatissimo trionfo di Esposito e dei suoi ragazzi. E invece è il canto del cigno di una squadra che dopo la sconfitta di Trieste, e soprattutto dopo il devastante 1-5 subito in casa dal Verona di Fascetti, si scioglie come neve al sole. La domenica successiva, allo Zaccheria di Foggia, Rambaudi e Signori stendono un Barletta pallida controfigura di quello brillante e battagliero vistosi fino a un mese prima. Dai piani alti della società si opta per un incredibile cambio della guida tecnica. Via Esposito (un galantuomo), dentro l'ex Roma e Lazio Roberto Clagluna. Un cambio che non avrà alcuna efficacia, visto che dalla cacciata di Esposito in poi, il Barletta piomberà in piena zona retrocessione racimolando la miseria di tre punti in sette partite.
Domenica 12 maggio 1991, grazie ad uno spettacolare gol in rovesciata del solito Pistella, il Barletta ottiene la sua ultima vittoria in Serie B, battendo in casa la Lucchese per 2-0. Successivamente il doppio KO esterno di Reggio Calabria e di Messina sancisce praticamente l'addio del Barletta alla Serie B. Un addio che - quasi a voler chiudere un cerchio negativo apertosi a settembre con l'eliminazione dalla Coppa Italia da parte dello stesso avversario - diventa ufficiale il 2 giugno 1991 nella gara interna contro il Cosenza. Al 34' il Barletta segna con Pistella, al suo nono gol in campionato. Quattro minuti più tardi pareggia Aimo su punizione. In pieno recupero un tiro di Gabrieli sfugge al portiere del Cosenza Vettore, superando probabilmente la linea di porta. Ma l'arbitro Beschin di Legnago non concede il gol e sugli spalti scoppia il finimondo. In campo piove di tutto tra lattine, bottiglie, accendini e pezzi di cemento. Niente e nessuno viene risparmiato dalla sassaiola, tanto da costringere l'arbitro a sospendere definitivamente la partita. Inevitabile lo 0-2 a tavolino, che a questo punto certifica l'aritmetica retrocessione del Barletta in Serie C/1.
Da segnalare infine, nella successiva trasferta di Padova, il primo e finora unico gol del Barletta in Serie B segnato da un calciatore barlettano. Lo realizza il ventenne Vincenzo Lanotte, scaraventando prepotentemente la palla in rete dopo una respinta difettosa del portiere patavino Bistazzoni.
Una delle poche note liete di una stagione nata male e inspiegabilmente finita malissimo dopo che per lunghi tratti della stagione 1990/91 si era visto probabilmente il Barletta più propositivo e spettacolare di sempre.