Amarcord biancorosso
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Calcio

Amarcord biancorosso: 1985/86, il Barletta bello e incompiuto di Romiti e Di Maria

Il mantra del momento: «L’obiettivo è portare il Barletta in Serie B»

Barletta, ultimi giorni di agosto del 1985. Siamo agli ultimi bagni di un'estate bella e torrida, mentre dalle radio i Righeira, con il loro celeberrimo "L'estate sta finendo", ci annunciano l'incombere minaccioso di un nuovo anno scolastico.

Il tramonto dell'estate però coincide anche con l'inizio di una nuova stagione calcistica, con i vari Enrico Ameri, Sandro Ciotti e Paolo Valenti pronti a raccontarci le fantastiche giocate dei Maradona, dei Platini, dei Rummenigge ecc. Anche a Barletta c'è grande fermento per l'inizio del nuovo campionato di Serie C/1, che vede la compagine del neo presidente Franco Di Cosola tra le papabili protagoniste subito dietro il grande favorito Messina del Professor Franco Scoglio, e il nuovo Taranto dei vari Maiellaro, D'Ottavio e Totò Lopez, risorto a tempo di record dopo il fallimento di giugno.

In sede di mercato Di Cosola rivolta letteralmente come un calzino la squadra, portando a Barletta elementi di assoluta esperienza e spessore tecnico come il portiere Roberto Renzi, gli esterni bassi Cazzani e Cocco, il libero ex-Cagliari Vincenzo Marino, gli esperti centrocampisti Lello Sciannimanico e Paolo Doto, e il giovane fantasista Gaetano Di Maria, pescato nel Rende in Serie C/2. Torna inoltre nella sua città natale, dopo un lungo pellegrinaggio a Nord tra Vigevano, Pavia, Spezia e Legnano, il tornante Gaetano Paolillo, mentre dopo ben sedici stagioni dà l'addio definitivo alla casacca biancorossa un monumento come Paolo Cariati. Resta invariato invece il prolifico tandem d'attacco formato da Giampiero Alivernini e Marco Romiti. A guidare la truppa, Di Cosola chiama un allenatore esperto come Claudio Tobia.

L'inizio di campionato è incoraggiante, con il Barletta che alla terza giornata è già capolista solitario dopo aver piegato il forte Taranto, con un gol di Romiti nella ripresa. In città, inutile negarlo, già si pensa in grande. Del resto Di Cosola era stato molto chiaro: "L'obiettivo è portare il Barletta in Serie B". Una frase che diventa ben presto un mantra affascinante e ossessivo nelle strade, nei bar e nei vari clubs biancorossi che in città iniziano a spuntare come funghi.

C'è grande ottimismo nella Barletta di quegli anni, e non solo dal punto di vista calcistico. L'edilizia, e soprattutto il boom di tessile e calzaturiero, garantiscono praticamente la piena occupazione. Il tutto mentre il Castello viene scelto dal maestro Franco Zeffirelli come location ideale per il suo "Otello". Un' opera nella quale troneggiano in veste di protagonisti il grande Placido Domingo e una maestosa Katia Ricciarelli. Davvero difficile quindi non sognare a occhi aperti in una città in piena espansione economica come la Barletta di metà anni Ottanta e, tornando al calcio, con un presidente ambizioso e munifico come Franco di Cosola.

Tuttavia, dopo la vittoria nel derby contro il Taranto, il Barletta si impantana in una interminabile serie di pareggi inframezzati dalla sconfitta di Licata. La squadra di Tobia gioca un bel calcio, ma fa una fatica tremenda a concretizzare la sua enorme mole di gioco. La difesa regge piuttosto bene. Il centrocampo fa il suo, grazie al dinamismo di Paolillo, alle geometrie di Doto e alle incursioni di Sciannimanico. Sotto accusa finisce invece l'attacco, dove ad un ispirato e fantasioso Di Maria fanno da contraltare un Romiti un pò appannato rispetto all'ottimo inizio di stagione, e soprattutto un Alivernini meno prolifico del solito, fattosi notare più che altro per la rissa negli spogliatoi con Delio Rossi (all'epoca calciatore) durante il derby del Comunale contro il Foggia.

Il Barletta guarisce dalla "pareggite" il 5 gennaio del 1986 battendo il Livorno grazie ad un rigore al 90' di Romiti, e dopo aver dilapidato la domenica successiva un doppio vantaggio in casa della Salernitana, sempre al Comunale batte di misura anche la rivelazione Siena, ancora con un rigore di Romiti nel finale.

Il girone di ritorno si apre con lo splendido 2-0 rifilato in trasferta al Brindisi grazie a una doppietta ancora di Romiti. Per il Barletta è la prima vittoria lontano dal Comunale dopo un digiuno durato due anni. Sicuramente un ottimo viatico per affrontare la fase decisiva della stagione, dove il Barletta dovrà affrontare nell'ordine: Taranto, Casertana, Cosenza, Cavese e Messina.

Ma prima c'è da superare in casa il pericolante Sorrento, che dopo un negativo girone di andata pare essere in netta ripresa. Un'impressione che purtroppo viene confermata anche sul campo, dove l'attacco barlettano non riesce a scalfire il muro eretto al Comunale dal mister sorrentino Faustinho Canè.

Il deludente pareggio contro i campani fa da prologo alla cocente disfatta di Taranto, dove Maiellaro e compagni asfaltano (4-0) il più brutto Barletta della stagione. Dopo il successo di misura sulla Casertana (ancora in gol Romiti) e i due pareggi contro Cosenza e Cavese, il Barletta perde di misura anche a Messina, con rete decisiva di Salvatore "Totò" Schillaci. La prima delle sette segnate in carriera ai biancorossi dal futuro eroe di Italia '90.

Per gli uomini di Tobia è la sconfitta decisiva. Di lì in avanti, infatti, Messina e Taranto non perderanno più colpi e approderanno tranquillamente in Serie B.

Il Barletta tuttavia riesce a consolidare la terza posizione sciorinando, soprattutto in casa, prestazioni di alta qualità. Del brillante finale di stagione dei biancorossi si rivelano protagonisti assoluti: un Marco Romiti che nel girone di ritorno è tornato a segnare con grande regolarità, tanto da aggiudicarsi la classifica dei cannonieri; e un Gaetano Di Maria che con giocate di classe sopraffina incanta a tal punto gli addetti ai lavori, da meritarsi a fine stagione il Guerin d'Oro come miglior giocatore di Serie C/1.

E ancora nel segno di Romiti e Di Maria, si compie nell'estate del 1986 il destino del Barletta, quando entrambi vengono ceduti al Taranto in cambio del centrocampista Salvatore Pesce e dell' attaccante Nicola D'Ottavio. Questi ultimi sicuramente meno belli a vedersi di Romiti e Di Maria, ma più cinici e concreti. Così come meno bello a vedersi, ma decisamente più pratico si rivelerà il Barletta edizione 1986/87. Quello della promozione in Serie B.
  • Asd Barletta 1922
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