Calcio
Adieu Cari, la palla (bollente) passa ai calciatori ora...
Le ultime 12 partite diranno la verità sulla rosa del Barletta
Barletta - mercoledì 8 febbraio 2012
0.44
Nonostante tutto, grazie Cari
La "cacciata" dell'allenatore di Ciampino è maturata nelle ore successive al pari di Latina, ma i rapporti tra Cari e la piazza di Barletta si erano deteriorati già in avvio di torneo: dopo le illusorie vittorie contro Frosinone e Prato, le prime crepe si erano viste contro Andria,Virtus Lanciano e Latina (2 punti in 3 partite), per poi vedere scricchiolare le fondamenta del progetto biancorosso con il trittico di sconfitte casalinghe collezionate contro Trapani, Feralpisalò e Foggia in Coppa Italia Lega Pro. Già allora, a inizio novembre, la "testa" di Cari era stata chiesta a furor di popolo, ma allora fu Tatò a difendere a spada tratta l'allenatore ("resterà fino al termine della stagione"). Le vittorie casalinghe contro Pergocrema, Cremonese, Piacenza e Prato avevano surrogato le carenze esterne, dove la vittoria manca dal 16 ottobre, e i due scialbi pareggi contro Virtus Lanciano e Latina, uniti agli allunghi di Siracusa e Trapani, hanno chiuso i giochi sigillando il "matrimonio" Cari-Barletta Calcio con la parola "esonero". Non bisogna però dimenticare quanto di buono fatto da Cari nella piazza di Barletta, dove nella scorsa stagione aveva conquistato una salvezza sulla quale a inizio febbraio, quando rilevò l'organico con i biancorossi ultimi, in pochi avrebbero scommesso mezzo centesimo. Ma la piazza di Barletta, dotata di gran senso critico e enorme generosità, sa anche ricordare, e questo non mancherà di farlo...
Finite le "scuse", ora bisogna macinare punti
Spesso e volentieri le oneste critiche di tifoseria e addetti ai lavori per gli alterni risultati del Barletta Calcio si erano concentrate sulla figura di Marco Cari: sotto la luce dei riflettori la scarsa capacità del tecnico laziale di cambiare modulo e il poco peso da lui rivestito in sede di campagna acquisti. L'amore non è mai sbocciato, e questo ha spesso "salvato" la squadra da critiche meritate quanto necessarie per destare gli animi dei valorosi componenti della rosa biancorossa, una delle prime del girone per qualità e curriculum. Spesso il "parafulmine"-Cari ha fatto sì che la latitanza di alcuni elementi passasse in secondo piano: ora con il cambio tecnico tutti gli elementi della rosa partiranno alla pari e le gerarchie precedenti saranno annullate. 12 partite, 1080 minuti, per conquistare l'obiettivo-playoff, per il quale lo stesso Tatò ha spiegato di "aver fatto tutto il possibile". La palla, e non la patata come si suol spesso dire, bollente è loro: hanno i mezzi e le qualità per controllarla, l'augurio è che lo sappiano fare con la calma e la determinazione necessarie…
Un calciomercato ""bifronte"…
Negli ultimi giorni di mercato, il patron biancorosso Roberto Tatò è stato indiscusso mattatore per il girone B del campionato di Prima Divisione tra i salotti dell'Ata Hotel Executive. Nella campagna di rafforzamento hanno lasciato Barletta i soli Menicozzo e Caggianelli, poco utilizzati sin qui, e il presidente ha calato il "pokerissimo": dentro Marino, Minieri, Petterini, Romondini e De Liguori. Nelle ore in cui il Barletta dava l'accelerazione fondamentale alla sua campagna di rafforzamento, la squadra impattava in un deludente 2-2 interno contro la Virtus Lanciano: non appare allora azzardato chiedersi se Tatò abbia agito sul mercato già proiettato con la mente a un nuovo allenatore o affidandosi ciecamente a Cari. Se si pensa che Romondini ha già lavorato a Venezia con Di Costanzo, il cui nome era "caldo" già prima del pari contro i frentani, e che il nuovo allenatore biancorosso ha dichiarato di conoscere bene e stimare De Liguori, l'ultimo colpo in entrata sfoderato il 31 gennaio, il pensiero appare più che lecito…
Di Costanzo: benvenuto al Sud
Cuono "Nello" Di Costanzo, classe 1961. Tifosi biancorossi, segnatevi questo nome: sarà lui a guidare la squadra biancorossa almeno fino al termine della stagione, e da sostenitori della causa del Barletta speriamo anche oltre. Sarebbe sintomo di obiettivi raggiunti. Vinta la concorrenza di Andrea Chiappini, Di Costanzo riparte da Eraclio dopo un biennio di inattività. Scorrendo curriculum e palmares del nuovo allenatore di Mazzeo e compagni, notiamo una piacevole chicca: su 9 formazioni allenate in carriera, 6 erano nel meridione e 3 nel centro-Nord. In queste ultime occasioni, tra Venezia, Ascoli e Padova, l'allenatore romano ha ottenuto una promozione in C1 e due esoneri, mentre nelle esperienze al Sud sono arrivate le vittorie dei campionati con Gladiator (serie D) , Juve Stabia (C2) e la gloriosa salvezza di Messina (serie B) nel 2007/2008. Predilige lavorare sotto Roma, stando alle statistiche, Nello, grintoso centrocampista nelle serie minori con Afragolese, Gladiator e Turris da giovane, metodico allenatore amante del 4-4-2 (sulla cui utilità in chiave offensiva ha scritto anche la tesi di laurea) oggi: Barletta è in Puglia, pieno meridione. Benvenuto al sud, mister Di Costanzo…
La "cacciata" dell'allenatore di Ciampino è maturata nelle ore successive al pari di Latina, ma i rapporti tra Cari e la piazza di Barletta si erano deteriorati già in avvio di torneo: dopo le illusorie vittorie contro Frosinone e Prato, le prime crepe si erano viste contro Andria,Virtus Lanciano e Latina (2 punti in 3 partite), per poi vedere scricchiolare le fondamenta del progetto biancorosso con il trittico di sconfitte casalinghe collezionate contro Trapani, Feralpisalò e Foggia in Coppa Italia Lega Pro. Già allora, a inizio novembre, la "testa" di Cari era stata chiesta a furor di popolo, ma allora fu Tatò a difendere a spada tratta l'allenatore ("resterà fino al termine della stagione"). Le vittorie casalinghe contro Pergocrema, Cremonese, Piacenza e Prato avevano surrogato le carenze esterne, dove la vittoria manca dal 16 ottobre, e i due scialbi pareggi contro Virtus Lanciano e Latina, uniti agli allunghi di Siracusa e Trapani, hanno chiuso i giochi sigillando il "matrimonio" Cari-Barletta Calcio con la parola "esonero". Non bisogna però dimenticare quanto di buono fatto da Cari nella piazza di Barletta, dove nella scorsa stagione aveva conquistato una salvezza sulla quale a inizio febbraio, quando rilevò l'organico con i biancorossi ultimi, in pochi avrebbero scommesso mezzo centesimo. Ma la piazza di Barletta, dotata di gran senso critico e enorme generosità, sa anche ricordare, e questo non mancherà di farlo...
Finite le "scuse", ora bisogna macinare punti
Spesso e volentieri le oneste critiche di tifoseria e addetti ai lavori per gli alterni risultati del Barletta Calcio si erano concentrate sulla figura di Marco Cari: sotto la luce dei riflettori la scarsa capacità del tecnico laziale di cambiare modulo e il poco peso da lui rivestito in sede di campagna acquisti. L'amore non è mai sbocciato, e questo ha spesso "salvato" la squadra da critiche meritate quanto necessarie per destare gli animi dei valorosi componenti della rosa biancorossa, una delle prime del girone per qualità e curriculum. Spesso il "parafulmine"-Cari ha fatto sì che la latitanza di alcuni elementi passasse in secondo piano: ora con il cambio tecnico tutti gli elementi della rosa partiranno alla pari e le gerarchie precedenti saranno annullate. 12 partite, 1080 minuti, per conquistare l'obiettivo-playoff, per il quale lo stesso Tatò ha spiegato di "aver fatto tutto il possibile". La palla, e non la patata come si suol spesso dire, bollente è loro: hanno i mezzi e le qualità per controllarla, l'augurio è che lo sappiano fare con la calma e la determinazione necessarie…
Un calciomercato ""bifronte"…
Negli ultimi giorni di mercato, il patron biancorosso Roberto Tatò è stato indiscusso mattatore per il girone B del campionato di Prima Divisione tra i salotti dell'Ata Hotel Executive. Nella campagna di rafforzamento hanno lasciato Barletta i soli Menicozzo e Caggianelli, poco utilizzati sin qui, e il presidente ha calato il "pokerissimo": dentro Marino, Minieri, Petterini, Romondini e De Liguori. Nelle ore in cui il Barletta dava l'accelerazione fondamentale alla sua campagna di rafforzamento, la squadra impattava in un deludente 2-2 interno contro la Virtus Lanciano: non appare allora azzardato chiedersi se Tatò abbia agito sul mercato già proiettato con la mente a un nuovo allenatore o affidandosi ciecamente a Cari. Se si pensa che Romondini ha già lavorato a Venezia con Di Costanzo, il cui nome era "caldo" già prima del pari contro i frentani, e che il nuovo allenatore biancorosso ha dichiarato di conoscere bene e stimare De Liguori, l'ultimo colpo in entrata sfoderato il 31 gennaio, il pensiero appare più che lecito…
Di Costanzo: benvenuto al Sud
Cuono "Nello" Di Costanzo, classe 1961. Tifosi biancorossi, segnatevi questo nome: sarà lui a guidare la squadra biancorossa almeno fino al termine della stagione, e da sostenitori della causa del Barletta speriamo anche oltre. Sarebbe sintomo di obiettivi raggiunti. Vinta la concorrenza di Andrea Chiappini, Di Costanzo riparte da Eraclio dopo un biennio di inattività. Scorrendo curriculum e palmares del nuovo allenatore di Mazzeo e compagni, notiamo una piacevole chicca: su 9 formazioni allenate in carriera, 6 erano nel meridione e 3 nel centro-Nord. In queste ultime occasioni, tra Venezia, Ascoli e Padova, l'allenatore romano ha ottenuto una promozione in C1 e due esoneri, mentre nelle esperienze al Sud sono arrivate le vittorie dei campionati con Gladiator (serie D) , Juve Stabia (C2) e la gloriosa salvezza di Messina (serie B) nel 2007/2008. Predilige lavorare sotto Roma, stando alle statistiche, Nello, grintoso centrocampista nelle serie minori con Afragolese, Gladiator e Turris da giovane, metodico allenatore amante del 4-4-2 (sulla cui utilità in chiave offensiva ha scritto anche la tesi di laurea) oggi: Barletta è in Puglia, pieno meridione. Benvenuto al sud, mister Di Costanzo…