Voggiez
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Voggiez e il rap, la dedizione del "ragazzo d'oro" di Barletta

Il talentuoso rapper barlettano: «Il rap non ha età»

Genere che indubbiamente spopola negli ultimi tempi, soprattutto tra i più giovani, è il rap – con la sua variante, "trap" - una tendenza che com'è risaputo proviene dagli ambienti nordamericani underground di cui descrive la volontà dei diversi rapper di emergere a tutti i costi, senza dimenticare però da dove si è partiti. A tal proposito, artista molto promettente è Donato Daleno, in arte "Voggiez", un ragazzo quasi diciottenne formatosi nella scena barlettana a colpi di freestyle e punchlines già dall'età di 13 anni, quando ha inciso in maniera del tutto autonoma il suo primo album, intitolato "Jay Mixtape" e reperibile sulla piattaforma SoundCloud.

Perché proprio "Voggiez" come tuo nome d'arte?
«Il mio primo nome d'arte era "Vuoto", ma dovendo partecipare a diversi contest ho dovuto abbreviarlo in "VO", ispirandomi a rapper americani come Notorious Big conosciuto anche come "Biggie". Poi mi è bastato aggiungere l'ultima lettera dell'alfabeto a "Voggie"».

Perché hai scelto il rap per esprimerti a livello artistico?
«Mai nessuno mi ha posto questa domanda, perché molti danno per scontato questo aspetto, ritenendo che io faccia rap solo perché mi piace ascoltarlo. Da piccolo sono entrato in contatto con tanti generi musicali, dalla techno fino al metal. Ho conosciuto l'hip-hop grazie a Fabri Fibra e canticchiando alcune sue canzoni ho deciso di prendere carta e penna e dire la mia».

Oltre a Fabri Fibra, quali altri artisti influenzano il tuo modo di fare rap?
«Premetto che il rap si è evoluto, come tutti sappiamo, con l'arrivo spregiudicato della trap sulla scena, molto di moda negli Stati Uniti e giunta in Italia solo negli ultimi anni. Gli artisti della old school italiana che più mi hanno formato sono Bassi Maestro, Rancore – con i suoi due album "Elettrico" ed "Acustico" e Mecna, per il suo modo di fare pezzi sentimentali mai banali. Della vecchia guardia americana vorrei citare i Black Moon, i Wu-Tang Clan e poi come non parlare di Eminem, 50 Cent e Dr. Dre. Della nuova generazione, sicuramente Schoolboy Q, Kendrick Lamar, Travis Scott e Macklemore col suo ultimo disco. Il mio rapper preferito è Drake che mi ha formato dal punto di vista del sound e mi ha dato spunti per alcuni miei pezzi».

Vari sono i cantanti rap che fanno parlare di sé a livello nazionale e che si impongono come modelli da seguire per tutti gli esordienti con cui condividono il modo di mettere in rima la cruda realtà con tutte le problematiche che ne conseguono. Voggiez, in particolare, ha ribadito di ritenersi un mash-up di Lazza, Salmo e Samuel Heron. Esattamente come loro, il giovane musicista proviene dal freestyle fatto tra amici, alla continua ricerca di nuove sfide in rima.

Quali sono le tematiche che affronti nei tuoi brani?
«Non ho tematiche specifiche, ma molto dipende da cosa sento dentro di me durante la giornata, il modo in cui la vivo e ciò che mi accade. Nella scrittura di un testo, spesso mi lascio trasportare dal sound del beat che per me costituisce l'esatta metà del messaggio che si vuole trasmettere attraverso il pezzo. Mi piace molto "giocare" con la metrica ed alternare incastri a punchlines o extrabeat».

Tra tutti i tuoi lavori, quale hai più a cuore?
«Certamente ho a cuore ogni mio progetto, passato e futuro, ma se dovessi scegliere tra tutti i miei brani, di sicuro "Look into my eyes" è il mio preferito, perché è quello in cui metto a nudo ciò che sono, è uno dei pochi pezzi sentimentali che ho composto, prendendo spunto da una base di Wiz Khalifa che, a mio parere, si sposava perfettamente col testo. Al secondo posto delle mie preferenze c'è "In Heaven" contenuto in "South Station Vol. 2". Infine vorrei menzionare anche "Okay", un featuring prodotto con Jassim, un componente della crew di cui faccio parte».

Quanto ritieni importante la dimensione del "live"?
«Sto impiegando tutto me stesso per affermarmi con le mie sole forze. Non ho ancora una grande fanbase ma mi sorprende girare, a volte, per la città e notare che molti ragazzi mi riconoscano e mi facciano i complimenti. Il live per me è importante e mi sento appagato quando durante una serata, mi accorgo che c'è gente che canti i miei pezzi e vada a ritmo col beat. Subito penso che, passo dopo passo, io stia riuscendo a realizzare il mio sogno».

A che livello credi sia la scena rap barlettana?
«Siamo ad un buon livello, se consideriamo che la Puglia nel ranking del freestyle, è seconda solo a Milano e Roma, due ambienti musicali ricchi di talenti ed artisti già affermati. Molti, purtroppo anche a Barletta non prendono sul serio il rap e personalmente ritengo questo genere, unito alla trap e all'hip-hop, la mia seconda ragazza».

Donato, come lui stesso ha sottolineato, fa parte della "South Station", una crew che da dodici membri ne conta ora quattro – Big Scream, Jassim, Klone e lo stesso Voggiez - tutti ragazzi che hanno voglia di farsi conoscere per il loro modo di scrivere partendo dall'ambiente urbano che frequentano. «Nella crew prevale il senso fraterno, essendo noi quattro cresciuti insieme a livello artistico e personale. A questo proposito abbiamo fatto una promessa: il primo di noi che riuscirà a raggiungere la vetta, aiuterà gli altri a fare lo stesso» ha poi affermato il giovane talentuoso.

Quali progetti hai in cantiere per l'immediato futuro?
«Il lavoro più prossimo alla pubblicazione - uscirà il 18 febbraio - è il videoclip di "Carrillon", brano composto con Big Scream e di cui vado molto fiero. Avrà una base molto drak trap, con sound graffiato e "sporco". Da solista pubblicherò "Tombstone Freestyle", titolo con riferimenti alla mossa del famoso wrestler "The Undertaker". Poi ho un altro EP in cantiere, con nomi grossi della scena rap italiana. Farò anche un'altra collaborazione con Jassim, nel suo EP "Purple Boy Freestyle Set" e per finire, con la crew produrremo il "South Station Mixtape Vol. 3"».

Dialogando con Voggiez, subito si comprende quanto la musica incida nella sua vita privata ed artistica ed ascoltando il tono appassionato in cui ne parla, si percepisce la forza di volontà che caratterizza ogni suo lavoro. Artista a tutto tondo – autoproduce anche le copertine per i suoi pezzi - alla domanda in cui gli è stato chiesto dove possa trovarsi tra un paio d'anni, ha risposto che potrebbe essere a Milano ma che se non dovesse riuscire a "sfondare", ci proverebbe fino alla fine perché «il rap non ha età».

Per tutti coloro i quali volessero sostenerlo o fossero solo curiosi di ascoltare uno dei suoi pezzi, Voggiez possiede una pagina Instagram e con la "South Station" gestisce un canale YouTube.
Social Video2 minutiVoggiez - Look Into My Eyes
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