Talenti del Sud
«Oggi i sogni sono diminuiti»
Intervista a Gioacchino Giannella, titolare dell’omonima gioielleria
giovedì 7 giugno 2012
Gioacchino Giannella è titolare della gioielleria "Giannella Gioielli", fin dal 1981. Gli inizi non sono stati facili, ma con la determinazione il signor Giannella è arrivato ai risultati di oggi, con la sua gioielleria, situata nel centro di Barletta.
Signor Giannella, perché ha scelto di fare il gioielliere?
E' stata una semplice combinazione. Nel 1973, ho iniziato lavorando come rappresentante di argenteria, per poi aprire il negozio nel 1981.
Gli inizi sono stati difficili?
Quando ho iniziato, le 1973 c'era il colera nel sud Italia, la gente aveva paura ad uscire di casa. Avviare un'attività è sempre difficile, ma bisogna sempre cercare una soluzione per venirne fuori.
Come è cambiato il mondo della gioielleria?
I bei tempi sono finiti. Gli anni 2000 ci hanno portato l'euro e tanti svantaggi.
Qual è la richiesta più strana ricevuta per un gioiello?
Anelli con la testa di sfinge incastonata, dal peso di 100 grammi. Anelli inesistenti sul mercato e fatti fare su misura per i clienti.
Le è mai capitato un cliente con soli 10 euro da spendere?
Certo, dato che oramai vendiamo anche oggetti di acciaio e bronzo. Non vendiamo soltanto oro e gioielli, dobbiamo accontentare tutti. Si è passati dal regalo prezioso, al regalo appariscente.
E' più difficile essere gioiellieri a Barletta, piuttosto che in altre città?
Ormai è difficile ovunque.
Come sono cambiati i clienti, in tutti questi anni?
I clienti di oggi cercano solo l'oggetto firmato, visto in televisione, non cercano la qualità, sebbene ci siano ancora intenditori di oro e gioielli. Noi accontentiamo tutti. Nonostante la gente faccia acquisti su internet, il rapporto "fisico" tra cliente e venditore resta basilare.
Lei si considera un commerciante o un venditore di sogni preziosi?
Ogni regalo è fatto per realizzare un sogno, sebbene oggi i sogni siano diminuiti, a causa della crisi.
Signor Giannella, perché ha scelto di fare il gioielliere?
E' stata una semplice combinazione. Nel 1973, ho iniziato lavorando come rappresentante di argenteria, per poi aprire il negozio nel 1981.
Gli inizi sono stati difficili?
Quando ho iniziato, le 1973 c'era il colera nel sud Italia, la gente aveva paura ad uscire di casa. Avviare un'attività è sempre difficile, ma bisogna sempre cercare una soluzione per venirne fuori.
Come è cambiato il mondo della gioielleria?
I bei tempi sono finiti. Gli anni 2000 ci hanno portato l'euro e tanti svantaggi.
Qual è la richiesta più strana ricevuta per un gioiello?
Anelli con la testa di sfinge incastonata, dal peso di 100 grammi. Anelli inesistenti sul mercato e fatti fare su misura per i clienti.
Le è mai capitato un cliente con soli 10 euro da spendere?
Certo, dato che oramai vendiamo anche oggetti di acciaio e bronzo. Non vendiamo soltanto oro e gioielli, dobbiamo accontentare tutti. Si è passati dal regalo prezioso, al regalo appariscente.
E' più difficile essere gioiellieri a Barletta, piuttosto che in altre città?
Ormai è difficile ovunque.
Come sono cambiati i clienti, in tutti questi anni?
I clienti di oggi cercano solo l'oggetto firmato, visto in televisione, non cercano la qualità, sebbene ci siano ancora intenditori di oro e gioielli. Noi accontentiamo tutti. Nonostante la gente faccia acquisti su internet, il rapporto "fisico" tra cliente e venditore resta basilare.
Lei si considera un commerciante o un venditore di sogni preziosi?
Ogni regalo è fatto per realizzare un sogno, sebbene oggi i sogni siano diminuiti, a causa della crisi.