Il Trovatore
Partitura 39
Dj Sue: «Creo la mia musica, le apparenze non mi interessano»
martedì 4 agosto 2015
18.14
Dj Sue è produttrice musicale, stilista sonora capace di indirizzare un flusso creativo, che parte dalle sue passioni, attraversa le sue mani e si conclude sul giradischi, luogo delle sue ricerche. Dj Sue è Susanna Capacchione, ha 24 anni e vive a Barletta. Le produzioni musicali di dj Sue, sono ascoltabili cliccando su questo link.
Perché sei diventata dj?
«L'interesse è nato fin dalla adolescenza, parallelamente all'interesse per la produzione musicale, creando musica elettronica e durante i miei dj-set suono techno, funk, trip-hop, non ponendomi limiti musicali».
Da dove nasce la tua passione per la musica?
«Con mio padre. Fin da bambina, strimpellavamo assieme, creando musica col software Cubase».
Usi giradischi e vinili, oppure utilizzi pc e software?
«Utilizzo solo giradischi e vinili, invece col software anche una capra potrebbe imparare. Un dj serio dovrebbe utilizzare vinili e giradischi».
Il primo disco vinile che hai acquistato per il tuo lavoro?
«Il primo vinile l'ho acquistato a Berlino, era una raccolta della etichetta Prologue. A Berlino ho comprato questo ed altri dischi presso '"Hardwax", un famoso negozio di dischi».
Quali sono stati i tuoi inizi da dj?
«All'inizio, mi esercitavo utilizzando la strumentazione di un mio caro amico, Damiano Lamonaca. Provavo presso una delle tante "lamiere", prefabbricati adibiti a sala prove per gruppi locali. Il mio primo dj-set si è svolto presso il GOS (Giovani Open Space), dove ho seguito un corso di produzione musicale, conclusosi col progetto "REC", in cui dj locali hanno suonato e registrato il proprio dj-set».
Cos'è la musica per te?
«Creare e suonare musica è il mio modo di esprimermi. Questo è il mio sogno, ma non voglio diventare famosa. Spero che un giorno, la mia musica venga pubblicata».
Aspetti positivi e negativi del tuo lavoro?
«Mi diverto, ma il lato negativo insorge quando vengo ingaggiata e utilizzata da gente che mi chiede canzoni su richiesta, che detesto. Non sono un juke-box umano, io suono la mia musica. Essere una ragazza, in questo ambito musicale, può essere un'arma a doppio taglio».
Cosa intendi?
«La realtà di Barletta è fatta di omologazione e apparenza, anche nel campo musicale. Vivere e suonare fuori da questa realtà - come faccio io - può causare isolamento, ma continuo a proporre musica diversa».
Come vedono le ragazze una dj del loro stesso sesso?
«Tante ragazze apprezzano che mi sia messa in gioco in un campo lavorativo "maschile"; altre mi apprezzano meno, ma... pazienza!».
Progetti musicali?
«Continuo a produrre e suonare, risparmiando denaro per acquistare strumentazioni per la produzione musicale: drum -machine e synth. Questa strumentazione mi permetterà di evolvere nel campo della produzione. Il futuro musicale è incerto, il settore è inflazionato, c'è tanta concorrenza, ma le persone di valore emergono lo stesso».
Perché sei diventata dj?
«L'interesse è nato fin dalla adolescenza, parallelamente all'interesse per la produzione musicale, creando musica elettronica e durante i miei dj-set suono techno, funk, trip-hop, non ponendomi limiti musicali».
Da dove nasce la tua passione per la musica?
«Con mio padre. Fin da bambina, strimpellavamo assieme, creando musica col software Cubase».
Usi giradischi e vinili, oppure utilizzi pc e software?
«Utilizzo solo giradischi e vinili, invece col software anche una capra potrebbe imparare. Un dj serio dovrebbe utilizzare vinili e giradischi».
Il primo disco vinile che hai acquistato per il tuo lavoro?
«Il primo vinile l'ho acquistato a Berlino, era una raccolta della etichetta Prologue. A Berlino ho comprato questo ed altri dischi presso '"Hardwax", un famoso negozio di dischi».
Quali sono stati i tuoi inizi da dj?
«All'inizio, mi esercitavo utilizzando la strumentazione di un mio caro amico, Damiano Lamonaca. Provavo presso una delle tante "lamiere", prefabbricati adibiti a sala prove per gruppi locali. Il mio primo dj-set si è svolto presso il GOS (Giovani Open Space), dove ho seguito un corso di produzione musicale, conclusosi col progetto "REC", in cui dj locali hanno suonato e registrato il proprio dj-set».
Cos'è la musica per te?
«Creare e suonare musica è il mio modo di esprimermi. Questo è il mio sogno, ma non voglio diventare famosa. Spero che un giorno, la mia musica venga pubblicata».
Aspetti positivi e negativi del tuo lavoro?
«Mi diverto, ma il lato negativo insorge quando vengo ingaggiata e utilizzata da gente che mi chiede canzoni su richiesta, che detesto. Non sono un juke-box umano, io suono la mia musica. Essere una ragazza, in questo ambito musicale, può essere un'arma a doppio taglio».
Cosa intendi?
«La realtà di Barletta è fatta di omologazione e apparenza, anche nel campo musicale. Vivere e suonare fuori da questa realtà - come faccio io - può causare isolamento, ma continuo a proporre musica diversa».
Come vedono le ragazze una dj del loro stesso sesso?
«Tante ragazze apprezzano che mi sia messa in gioco in un campo lavorativo "maschile"; altre mi apprezzano meno, ma... pazienza!».
Progetti musicali?
«Continuo a produrre e suonare, risparmiando denaro per acquistare strumentazioni per la produzione musicale: drum -machine e synth. Questa strumentazione mi permetterà di evolvere nel campo della produzione. Il futuro musicale è incerto, il settore è inflazionato, c'è tanta concorrenza, ma le persone di valore emergono lo stesso».