Il Trovatore
Partitura 30
Scyt ù Seng, rime di sangue
venerdì 9 agosto 2013
9.36
Scyt ù Seng (Sputo sangue) è una crew formata da mc's barlettani, con lo scopo di "sputare sangue" senza mezzi termini, denunciando con l'arma delle rime gli abusi di potere, perbenismo, mancanza di sogni, realtà sociali scomode.
Formazione:
Siffa
Pe Cingk
La Marmotta
Alle domande hanno risposto Siffa e La Marmotta, in un pomeriggio troppo caldo, nei giardini del castello.
Perché avete scelto il nome Scyt ù Seng?
Siffa:«Il nome riassume la realtà senza mezzi termini. Scyt U' Seng è dialetto barlettano , ma la pronuncia ricorda la lingua americana. Prima di noi, non c'è stato nessuno a Barletta che avesse usato il rap per descrivere la cruda realtà, che è il nostro obiettivo»
Marmotta:«Sebbene il nome sia barlettano, noi cantiamo in italiano, per arrivare ad un pubblico vasto».
Perché avete scelto il rap per esprimervi?
Siffa:«Non ho scelto, era inevitabile, vivo l'hip hop da quando avevo 13 anni, quando mi esprimevo col braking e writing. In seguito, ho iniziato a cantare con altri coetanei, che hanno abbandonato tutto. Canto da dieci anni, ho dedicato tutto al rap. Voglio inviare un messaggio alla gente, che vive di superficialità. Il materialismo è nulla, se confrontato a ciò che la vita può riservare. Il rap permette di dire tutto, indipendentemente dalla gente».
Marmotta:«Sono appassionato di rap fin da piccolo. Per fortuna, ho incontrato Ciccio (Siffa) qualche mese fa e ho avuto modo di esprimermi».
Quali sono i problemi dei giovani barlettani e dell'hip hop?
Marmotta:«I problemi sono gli stessi dei ragazzi di Napoli, Roma, ecc. Nell'hip hop, si sono affacciati artisti che parlano di questioni superficiali, solo per far soldi. Non c' è un vero confronto tra questi artisti e i ragazzi».
Siffa:«I ragazzi hanno questo problema, che ho osservato anche nei miei amici: un giovane, arrivato a 20 anni, smette di avere hobby e passioni, sente il bisogno urgente di guadagnare denaro, cercare un lavoro. Lavorando, purtroppo, si abbandonano i sogni, per entrare in un sistema che non ci rappresenta. La gente è stressata, torna a casa e non comunica, il loro unico problema è il denaro».
Queste tematiche sono affrontate nelle vostre rime?
Siffa:«In molte canzoni non parlo di questo disagio, non ci sarebbero molte persone disposte ad ascoltare. Ma nel disco che sta per uscire, parlo di me e di ciò che la vita imprevedibile potrebbe riservare a chiunque, nonostante il denaro».
Chi scrive i testi delle canzoni?
Marmotta:«Ognuno di noi è autore delle canzoni che canta: se canto una strofa, l'ho scritta io, se canta Ciccio (Siffa), è lui ad averla scritta».
Quali temi affrontate nelle vostra canzoni?
Siffa:«Scrivo di temi di denuncia verso la più grande operazione di marketing del mondo: il Cristianesimo. Inoltre parlo degli abusi di potere da parte delle forze dell'ordine, del disagio, della mancanza di sogni, di persone che hanno fatto del lavoro la loro unica ragione di vita».
Marmotta:«Io critico la falsità della gente. E' inutile uscire in camicia, se dentro si vive in ciabatte.Il perbenismo non serve».
Quanto conta la dimensione "live"?
Siffa:«Abbiamo deciso di imporci sul territorio coi nostri live. I videoclip servono solamente per procurarci ingaggi, non ci interessano le pubbliche relazioni. I nostri concerti si prolungano con dj set e dance hall, sebbene i budget siano risicati. Durante i concerti, i nostri cavalli di battaglia sono: "Barletta" e "Wannà", dovreste vedere come reagisce il pubblico».
Siete stimati a Barletta, ci sono anche detrattori?
Marmotta:«I detrattori ci sono, sono la nostra forza. Se su venti persone, cinque mi contestano, io avrò qualcosa da scrivere nel mio nuovo pezzo».
Cosa vorreste dire ai vostri detrattori?
Siffa:«Mi dispiace per loro, più ci odiano, più sentiranno parlare di noi. Fortunatamente, tanta gente si rispecchia nei nostri pezzi. Ma se è un rapper a criticarmi in modo costruttivo, lo accetterò. In un mondo in cui non c'è più niente, resta la musica».
Più importante della musica è....?
Siffa:«La famiglia e le donne».
Marmotta:«Le donne».
Cosa ci sarà nel vostro futuro musicale?
Marmotta:«Continueremo in questo modo, con un mixtape scaricabile in free down-load»
Siffa:«Forse lo intitoleremo "Scyt ù Seng – Volume I". Abbiamo iniziato a registrare ad agosto 2012, uscirà a settembre. Inoltre, stiamo lavorando a un disco tutto nostro. Scrivo testi ogni giorno, ho tante canzoni da poter incidere due dischi. Spero che il nostro messaggio non sia frainteso».
Formazione:
Siffa
Pe Cingk
La Marmotta
Alle domande hanno risposto Siffa e La Marmotta, in un pomeriggio troppo caldo, nei giardini del castello.
Perché avete scelto il nome Scyt ù Seng?
Siffa:«Il nome riassume la realtà senza mezzi termini. Scyt U' Seng è dialetto barlettano , ma la pronuncia ricorda la lingua americana. Prima di noi, non c'è stato nessuno a Barletta che avesse usato il rap per descrivere la cruda realtà, che è il nostro obiettivo»
Marmotta:«Sebbene il nome sia barlettano, noi cantiamo in italiano, per arrivare ad un pubblico vasto».
Perché avete scelto il rap per esprimervi?
Siffa:«Non ho scelto, era inevitabile, vivo l'hip hop da quando avevo 13 anni, quando mi esprimevo col braking e writing. In seguito, ho iniziato a cantare con altri coetanei, che hanno abbandonato tutto. Canto da dieci anni, ho dedicato tutto al rap. Voglio inviare un messaggio alla gente, che vive di superficialità. Il materialismo è nulla, se confrontato a ciò che la vita può riservare. Il rap permette di dire tutto, indipendentemente dalla gente».
Marmotta:«Sono appassionato di rap fin da piccolo. Per fortuna, ho incontrato Ciccio (Siffa) qualche mese fa e ho avuto modo di esprimermi».
Quali sono i problemi dei giovani barlettani e dell'hip hop?
Marmotta:«I problemi sono gli stessi dei ragazzi di Napoli, Roma, ecc. Nell'hip hop, si sono affacciati artisti che parlano di questioni superficiali, solo per far soldi. Non c' è un vero confronto tra questi artisti e i ragazzi».
Siffa:«I ragazzi hanno questo problema, che ho osservato anche nei miei amici: un giovane, arrivato a 20 anni, smette di avere hobby e passioni, sente il bisogno urgente di guadagnare denaro, cercare un lavoro. Lavorando, purtroppo, si abbandonano i sogni, per entrare in un sistema che non ci rappresenta. La gente è stressata, torna a casa e non comunica, il loro unico problema è il denaro».
Queste tematiche sono affrontate nelle vostre rime?
Siffa:«In molte canzoni non parlo di questo disagio, non ci sarebbero molte persone disposte ad ascoltare. Ma nel disco che sta per uscire, parlo di me e di ciò che la vita imprevedibile potrebbe riservare a chiunque, nonostante il denaro».
Chi scrive i testi delle canzoni?
Marmotta:«Ognuno di noi è autore delle canzoni che canta: se canto una strofa, l'ho scritta io, se canta Ciccio (Siffa), è lui ad averla scritta».
Quali temi affrontate nelle vostra canzoni?
Siffa:«Scrivo di temi di denuncia verso la più grande operazione di marketing del mondo: il Cristianesimo. Inoltre parlo degli abusi di potere da parte delle forze dell'ordine, del disagio, della mancanza di sogni, di persone che hanno fatto del lavoro la loro unica ragione di vita».
Marmotta:«Io critico la falsità della gente. E' inutile uscire in camicia, se dentro si vive in ciabatte.Il perbenismo non serve».
Quanto conta la dimensione "live"?
Siffa:«Abbiamo deciso di imporci sul territorio coi nostri live. I videoclip servono solamente per procurarci ingaggi, non ci interessano le pubbliche relazioni. I nostri concerti si prolungano con dj set e dance hall, sebbene i budget siano risicati. Durante i concerti, i nostri cavalli di battaglia sono: "Barletta" e "Wannà", dovreste vedere come reagisce il pubblico».
Siete stimati a Barletta, ci sono anche detrattori?
Marmotta:«I detrattori ci sono, sono la nostra forza. Se su venti persone, cinque mi contestano, io avrò qualcosa da scrivere nel mio nuovo pezzo».
Cosa vorreste dire ai vostri detrattori?
Siffa:«Mi dispiace per loro, più ci odiano, più sentiranno parlare di noi. Fortunatamente, tanta gente si rispecchia nei nostri pezzi. Ma se è un rapper a criticarmi in modo costruttivo, lo accetterò. In un mondo in cui non c'è più niente, resta la musica».
Più importante della musica è....?
Siffa:«La famiglia e le donne».
Marmotta:«Le donne».
Cosa ci sarà nel vostro futuro musicale?
Marmotta:«Continueremo in questo modo, con un mixtape scaricabile in free down-load»
Siffa:«Forse lo intitoleremo "Scyt ù Seng – Volume I". Abbiamo iniziato a registrare ad agosto 2012, uscirà a settembre. Inoltre, stiamo lavorando a un disco tutto nostro. Scrivo testi ogni giorno, ho tante canzoni da poter incidere due dischi. Spero che il nostro messaggio non sia frainteso».