Il Trovatore
Partitura 24
Las Cuerdas De Lorca, flamenco & poesia
mercoledì 5 dicembre 2012
11.08
Nel 2011, Spiros Maresca e Maria Filograsso, in un caffè del centro storico di Barletta, si sorprendono a parlare di duende, flamenco, Federico Garcia Lorca, Andalusia. Da quel momento, nasce l'idea di realizzare insieme una pièce poetico-musicale in cui la chitarra flamenca avrebbe accompagnato i versi di Lorca. Rimandano però l'idea al successivo incontro. Spiros: "Vado in Spagna, torno e ne riparliamo, promesso!".
Spiros dopo qualche tempo si reca nella capitale dell'Andalusia e del flamenco: Siviglia. Inizia così un percorso approfondito di studio della chitarra flamenca e dell'essenza del "cante". Durante questo viaggio, da cui ha tratto tecnica e compenetrazione del sentimento flamenco, incontra Maria Fe de la Piedra, cantante, all'interno della Fundación Cristina Heeren de Arte Flamenco. Con Maria Fe, in accademia, si instaura subito un rapporto di grande amizia e di intesa artistica.
Infatti, nel luglio del 2012, un anno dopo, Spiros torna in Italia e nello stesso caffè: "E' ancora il tuo poeta preferito Federico García Lorca?", a Maria, la quale intende subito la possibilità di lavorare sul quel progetto pensato un anno prima. Spiros le parla di Maria Fe, ed insieme decidono di contattarla. Nell'agosto dello stesso anno il trio si riunisce in un progetto comune: Las Cuerdas de Lorca.
Dopo giorni di intenso lavoro, il progetto "Las Cuerdas de Lorca" viene presentato per la prima volta, e da allora in poi il loro cammino tra versi e musica è in continua evoluzione.
Perché avete scelto "Las curdas de Lorca"?
Spiros:«Le corde sono l'elemento comune che ci lega: le corde vocali e le corde della chitarra.Ci siamo uniti in un progetto comune per rendere omaggio a Federico Garcia Lorca».
Quali motivazioni vi accomunano?
Spiros:« Mi sono incontrato con Maria Filograsso nel 2011, discutendo del poeta Federico Garcia Lorca. In seguito, sono andato a Siviglia e ho conosciuto Maria Fe nell'Accademia di Flamenco.Tornato a Barletta, ho sviluppato il progetto con Maria Filograsso. Ad agosto Maria Fe è arrivata a Barletta».
Maria Fe, com'è stata la tua esperienza musicale in Puglia?
« E' stata una bellissima esperienza, inoltre ci siamo potuti esibire anche nelle scuole».
Perché avete scelto rispettivamente la chitarra, il flamenco, la poesia per esprimervi?
Maria:«E' imprescindibile parlare di flamenco e Lorca, che ha scritto poesie per il flamenco, ed è stato il poeta assoluto che ha parlato meglio dl sentimento, il "duende" che lega la storia della musica. Questo si evince dai suoi versi. Per me, è stato un innamoramento».
Spiros:«Suono la chitarra fin da bambino. Nel corso degli anni ho scelto lo stile flamenco. Se deve essere la tua vita, la chitarra ha bisogno di cure, non si può studiare in maniera superficiale. La chitarra è la mia sposa».
Maria Fe:« Anni fa, ho iniziato a cantare in Perù, presso l'Accademia di ballo flamenco. In seguito, ho deciso di trasferirmi a Siviglia, per perfezionare il mio stile. A Siviglia, ho conosciuto Spiros».
Quanto conta la dimensione "live"?
Maria:«Per noi tre, è molto importante, dato che proponiamo una performance tradizionale del flamenco, con versi poetici che prendono vita, in maniera teatrale e musicale. Ci sono momenti in cui portiamo lo spettatore verso un'immagine lontana, che rappresenta il poeta e il sentimento gitano. Vorremo trasmettere il sentimento del duende al pubblico».
Spiros:«Il flamenco ha bisogno del pubblico, e suonarlo al di fuori dell'Andalusia, vuol dire ricevere reazioni diverse da un pubblico eterogeneo. Qui, il pubblico non ha conoscenza della tradizione andalusa , ma non è importante».
Quale pubblico vi piace vedere durante un vostro concerto?
Maria Fe:« E' relativo,ogni pubblico ci sorprende. In scena, ciò che succede è irripetibile».
Spiros:«Il pubblico non è uniforme. In questi giorni, abbiamo avuto sorprese inaspettate, con gli alunni del liceo scientifico di Barletta».
Maria:«Catturare l'attenzione del pubblico è la nostra sfida».
Vi sentite apprezzati a Barletta?
Maria:«Barletta è come una mamma, a volte severa, altre volte accogliente. Una parte di pubblico ci segue, altri sono più "provinciali". Ma col tempo, l'identità artistica si apprezza,indipendentemente dal luogo. Ci sono difficoltà, ma anche tante persone che ci seguono».
Quale sarà il vostro futuro musicale?
Spiros:«Vorremmo portare questo progetto in altre regioni, in primavera e in estate. Continueremo così, come piace a noi».
Spiros dopo qualche tempo si reca nella capitale dell'Andalusia e del flamenco: Siviglia. Inizia così un percorso approfondito di studio della chitarra flamenca e dell'essenza del "cante". Durante questo viaggio, da cui ha tratto tecnica e compenetrazione del sentimento flamenco, incontra Maria Fe de la Piedra, cantante, all'interno della Fundación Cristina Heeren de Arte Flamenco. Con Maria Fe, in accademia, si instaura subito un rapporto di grande amizia e di intesa artistica.
Infatti, nel luglio del 2012, un anno dopo, Spiros torna in Italia e nello stesso caffè: "E' ancora il tuo poeta preferito Federico García Lorca?", a Maria, la quale intende subito la possibilità di lavorare sul quel progetto pensato un anno prima. Spiros le parla di Maria Fe, ed insieme decidono di contattarla. Nell'agosto dello stesso anno il trio si riunisce in un progetto comune: Las Cuerdas de Lorca.
Dopo giorni di intenso lavoro, il progetto "Las Cuerdas de Lorca" viene presentato per la prima volta, e da allora in poi il loro cammino tra versi e musica è in continua evoluzione.
Perché avete scelto "Las curdas de Lorca"?
Spiros:«Le corde sono l'elemento comune che ci lega: le corde vocali e le corde della chitarra.Ci siamo uniti in un progetto comune per rendere omaggio a Federico Garcia Lorca».
Quali motivazioni vi accomunano?
Spiros:« Mi sono incontrato con Maria Filograsso nel 2011, discutendo del poeta Federico Garcia Lorca. In seguito, sono andato a Siviglia e ho conosciuto Maria Fe nell'Accademia di Flamenco.Tornato a Barletta, ho sviluppato il progetto con Maria Filograsso. Ad agosto Maria Fe è arrivata a Barletta».
Maria Fe, com'è stata la tua esperienza musicale in Puglia?
« E' stata una bellissima esperienza, inoltre ci siamo potuti esibire anche nelle scuole».
Perché avete scelto rispettivamente la chitarra, il flamenco, la poesia per esprimervi?
Maria:«E' imprescindibile parlare di flamenco e Lorca, che ha scritto poesie per il flamenco, ed è stato il poeta assoluto che ha parlato meglio dl sentimento, il "duende" che lega la storia della musica. Questo si evince dai suoi versi. Per me, è stato un innamoramento».
Spiros:«Suono la chitarra fin da bambino. Nel corso degli anni ho scelto lo stile flamenco. Se deve essere la tua vita, la chitarra ha bisogno di cure, non si può studiare in maniera superficiale. La chitarra è la mia sposa».
Maria Fe:« Anni fa, ho iniziato a cantare in Perù, presso l'Accademia di ballo flamenco. In seguito, ho deciso di trasferirmi a Siviglia, per perfezionare il mio stile. A Siviglia, ho conosciuto Spiros».
Quanto conta la dimensione "live"?
Maria:«Per noi tre, è molto importante, dato che proponiamo una performance tradizionale del flamenco, con versi poetici che prendono vita, in maniera teatrale e musicale. Ci sono momenti in cui portiamo lo spettatore verso un'immagine lontana, che rappresenta il poeta e il sentimento gitano. Vorremo trasmettere il sentimento del duende al pubblico».
Spiros:«Il flamenco ha bisogno del pubblico, e suonarlo al di fuori dell'Andalusia, vuol dire ricevere reazioni diverse da un pubblico eterogeneo. Qui, il pubblico non ha conoscenza della tradizione andalusa , ma non è importante».
Quale pubblico vi piace vedere durante un vostro concerto?
Maria Fe:« E' relativo,ogni pubblico ci sorprende. In scena, ciò che succede è irripetibile».
Spiros:«Il pubblico non è uniforme. In questi giorni, abbiamo avuto sorprese inaspettate, con gli alunni del liceo scientifico di Barletta».
Maria:«Catturare l'attenzione del pubblico è la nostra sfida».
Vi sentite apprezzati a Barletta?
Maria:«Barletta è come una mamma, a volte severa, altre volte accogliente. Una parte di pubblico ci segue, altri sono più "provinciali". Ma col tempo, l'identità artistica si apprezza,indipendentemente dal luogo. Ci sono difficoltà, ma anche tante persone che ci seguono».
Quale sarà il vostro futuro musicale?
Spiros:«Vorremmo portare questo progetto in altre regioni, in primavera e in estate. Continueremo così, come piace a noi».