Cara Barletta ti scrivo
Un secolo fa: i barlettani alla Marcia su Roma
L'intervento del cittadino Nino Vinella in memoria del 28 ottobre 1922
venerdì 28 ottobre 2022
«Fonte assolutamente certa e indiscutibile "La storia della rivoluzione fascista 1919-1922" (di G.A. Chiurco, Vallecchi editore, 1929) fornitaci dal Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani, cav. Michele Grimaldi, dove, in due pagine affollate di nomi elencati in ordine sparso non alfabetico e di titoli sulle 2600 complessive nel particolare volume di quell'anno cruciale fra i cinque complessivi, si possono leggere i 196 nomi e cognomi di coloro i quali parteciparono all'avvenimento di cui quest'anno si ricorda il centenario.
Tutti elencati quale titolo di appartenenza sotto la menzione di "squadristi" (termine oggi censurato da lessico di cronaca nera… a indicare protagonisti di fatti delittuosi a sfondo politico) e con i rispettivi gradi se militari o da semplici cittadini, tutti coloro i quali affluirono nella Capitale in quella fatale giornata che segnava praticamente l'inizio del ventennio di Benito Mussolini alla guida dell'Italia». Spiega Vinella: «L'iscrizione in questo lunghissimo (e scrupolosamente annotato) elenco di partecipanti da Barletta alla marcia su Roma aveva molteplici significati. Innanzitutto per il prestigio di esservi menzionati come in una sorta di libro d'oro a futura memoria quale segno distintivo per essere stati i cosiddetti "fascisti della prima ora" candidabili in seguito a ricoprire ruoli di strategica importanza nel territorio di una città (non ancora) capoluogo di Provincia ma che vi ambiva a diventarlo nonostante Bari remasse contro.
Oltre a tantissimi nella gente comune di varia estrazione sociale e lavorativa, spiccano i fedelissimi di regime a rappresentare poi istituzionalmente la municipalità come l'avvocato Pietro Reichlin, per esempio, divenuto poi Podestà nel 1929-1930 e poi riconfermato fino al 1932. Oppure l'ingegner Arturo Boccassini, apprezzato ideatore progettista di innumerevoli opere pubbliche tuttora visibili nell'impianto urbanistico-architettonico cittadino.
Fare storicamente (e politicamente in persona) parte attiva della marcia su Roma corrispondeva ad un diffuso sentimento - con analogo fermento - nella popolazione di Barletta, ed in particolare in quel ceto anche militare che aveva vissuto nel clima patriottico della Grande Guerra».
Prosegue sempre Vinella: «Si spiega così la nascita nel 1921 del "Fascio Democratico Sociale" con numerosi iscritti (quasi 600, compreso il generale Francesco Torre, prestigiosa figura di militare a cui si deve, fra l'altro, la mobilitazione per il Monumento ai Caduti eretto nell'attuale omonima piazza) come movimento politico capace di intercettare il malcontento di quegli strati della popolazione a cui non piacevano tumulti né disordini vari, malcontento che poi esplose pochi mesi dopo con la caduta dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco, quello stesso avvocato Eugenio Violante che poi partecipò, come riportato nel famoso elenco, alla marcia su Roma.
Al ritorno dalla marcia su Roma, col mutamento dello scenario nazionale e la svolta verso l'inizio del ventennio fascista, Barletta si ritrovò rappresentata da una nuova classe politico-amministrativa nella quale si resero protagonisti che alcuni fra i partecipanti alla giornata del 28 ottobre 1922. Fra questi, i già citati Francesco Torre e Arturo Boccassini, Giuseppe Lamacchia (di cui al refrain popolare "Barletta Provincia, Lamacchia Podestà"…), Guido Spadavecchia, Pietro Reichlin, Michele Picardi, Giulio De Martino Norante, Eugenio Violante.
Tutte personalità di grandi contenuti professionali e civici. Ecco i "primi cittadini" a Barletta dalla marcia su Roma fino alla caduta del regime fascista: 1922 Antonio Violante, socialista; 1926-1927 Vito Antonio Lattanzio, Regio Commissario; 1927-1928 Vincenzo Gallo, Regio Commissario; 1928-1929 Vito Antonio Lattanzio, Regio Commissario; 1929-1930 Pietro Reichlin, Podestà; 1930 Camillo Esperti, Podestà; 1930-1932 Pietro Reichlin, Podestà; 1932-1934 Giuseppe Lamacchia, Podestà; 1934 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 1934-1937 Guido Spadavecchia, Podestà; 1937-1938 Michele Picardi, Podestà; 1939 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 1940-1941 Eugenio Violante, Podestà; 1941 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 20 settembre 1941-15 ottobre 1943, Luciano De Martino Norante, Podestà».
Tutti elencati quale titolo di appartenenza sotto la menzione di "squadristi" (termine oggi censurato da lessico di cronaca nera… a indicare protagonisti di fatti delittuosi a sfondo politico) e con i rispettivi gradi se militari o da semplici cittadini, tutti coloro i quali affluirono nella Capitale in quella fatale giornata che segnava praticamente l'inizio del ventennio di Benito Mussolini alla guida dell'Italia». Spiega Vinella: «L'iscrizione in questo lunghissimo (e scrupolosamente annotato) elenco di partecipanti da Barletta alla marcia su Roma aveva molteplici significati. Innanzitutto per il prestigio di esservi menzionati come in una sorta di libro d'oro a futura memoria quale segno distintivo per essere stati i cosiddetti "fascisti della prima ora" candidabili in seguito a ricoprire ruoli di strategica importanza nel territorio di una città (non ancora) capoluogo di Provincia ma che vi ambiva a diventarlo nonostante Bari remasse contro.
Oltre a tantissimi nella gente comune di varia estrazione sociale e lavorativa, spiccano i fedelissimi di regime a rappresentare poi istituzionalmente la municipalità come l'avvocato Pietro Reichlin, per esempio, divenuto poi Podestà nel 1929-1930 e poi riconfermato fino al 1932. Oppure l'ingegner Arturo Boccassini, apprezzato ideatore progettista di innumerevoli opere pubbliche tuttora visibili nell'impianto urbanistico-architettonico cittadino.
Fare storicamente (e politicamente in persona) parte attiva della marcia su Roma corrispondeva ad un diffuso sentimento - con analogo fermento - nella popolazione di Barletta, ed in particolare in quel ceto anche militare che aveva vissuto nel clima patriottico della Grande Guerra».
Prosegue sempre Vinella: «Si spiega così la nascita nel 1921 del "Fascio Democratico Sociale" con numerosi iscritti (quasi 600, compreso il generale Francesco Torre, prestigiosa figura di militare a cui si deve, fra l'altro, la mobilitazione per il Monumento ai Caduti eretto nell'attuale omonima piazza) come movimento politico capace di intercettare il malcontento di quegli strati della popolazione a cui non piacevano tumulti né disordini vari, malcontento che poi esplose pochi mesi dopo con la caduta dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco, quello stesso avvocato Eugenio Violante che poi partecipò, come riportato nel famoso elenco, alla marcia su Roma.
Al ritorno dalla marcia su Roma, col mutamento dello scenario nazionale e la svolta verso l'inizio del ventennio fascista, Barletta si ritrovò rappresentata da una nuova classe politico-amministrativa nella quale si resero protagonisti che alcuni fra i partecipanti alla giornata del 28 ottobre 1922. Fra questi, i già citati Francesco Torre e Arturo Boccassini, Giuseppe Lamacchia (di cui al refrain popolare "Barletta Provincia, Lamacchia Podestà"…), Guido Spadavecchia, Pietro Reichlin, Michele Picardi, Giulio De Martino Norante, Eugenio Violante.
Tutte personalità di grandi contenuti professionali e civici. Ecco i "primi cittadini" a Barletta dalla marcia su Roma fino alla caduta del regime fascista: 1922 Antonio Violante, socialista; 1926-1927 Vito Antonio Lattanzio, Regio Commissario; 1927-1928 Vincenzo Gallo, Regio Commissario; 1928-1929 Vito Antonio Lattanzio, Regio Commissario; 1929-1930 Pietro Reichlin, Podestà; 1930 Camillo Esperti, Podestà; 1930-1932 Pietro Reichlin, Podestà; 1932-1934 Giuseppe Lamacchia, Podestà; 1934 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 1934-1937 Guido Spadavecchia, Podestà; 1937-1938 Michele Picardi, Podestà; 1939 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 1940-1941 Eugenio Violante, Podestà; 1941 Luciano De Martino Norante, Regio Commissario; 20 settembre 1941-15 ottobre 1943, Luciano De Martino Norante, Podestà».