Quell’ultimo pino in via Vittorio Veneto: la storia giornalistica dal 1992
Un racconto d'archivio a cura del giornalista Nino Vinella
Scrivo da testimone giornalistico dei fatti, che arrivano al salvataggio di quell'ultimo pino ma che partono, nell'anno 1992, dai lavori di realizzazione del sottopasso dove oggi transitano gli automobilisti in via Alvisi. In quell'anno, io ed il collega Giuliano Rotunno nella Redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, ci siamo ampiamente occupati di queste opere, annessi e connessi compresi.
Eccone un resoconto breve a testimoniare quanto fu fatto da chi ne aveva potere politico (c'era la cosiddetta Prima Repubblica…) ma soprattutto sensibilità tecnica quanto professionale nella direzione lavori.
(Cronaca di Barletta venerdì 10 gennaio 1992)"Strage di alberi ieri mattina nel cantiere dove si lavora per lo sfondamento del sottopassaggio di via Alvisi. Ne sono stati abbattuti dalla ruspa quasi una decina, probabilmente per dare fra non molto disco verde alla prosecuzione dello scavo che ora si sta espandendo dall'altro lato di via Vittorio Veneto per la costruzione della prima rampa prevista dove le squadre di operai hanno intensificato dall'inzio dell'anno l'attività. Si poteva fare a meno di tagliare gli alberi? Forse proprio nella logica delle opere da realizzare. Ma adesso la gente si aspetta (quanto meno) che le piante tolte di mezzo dalla ruspa vengano sostituite con altri alberi nel contesto di un'intera zona ormai diventata molto povera di verde, appunto per impedire ulteriori depauperamenti al patrimonio arboreo cittadino già tanto compromesso dalla realizzazione di grossi lavori come il sottopasso Alvisi".
(Cronaca di Barletta 31 ottobre 1992).E ancora: "Risolverà uno dei nodi nella circolazione veicolare? Svincolo di via Alvisi completato entro dicembre. Il tentativo di salvare due pini secolari adiacenti la carreggiata. "C'è da risolvere anche qualche problema, come salvare due pini secolari, che comportano il restringimento considerevole di una carreggiata. Nella mia relazione al Comune ho esposto come salvare entrambi, anche se ritengo che, un pino debba essere abbattuto, perché oltre ad invadere troppo la carreggiata, non è perpendicolare e quindi crea ostacolo al passaggio dei camion e comunque pericolo, perché a lungo andare potrebbe cadere"
In seguito pubblicavamo questo articolo: "Nei pressi del sottovia due pini in pericolo in via Vittorio Veneto".
(Cronaca di Barletta mercoledì 11 novembre 1992)"Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce". Il proverbio sembra calzare a pennello per il caso dei due colossali pini (nella foto di Calvaresi) in pericolo su via Vittorio Veneto all'altezza della nuova strada sul sottopasso di via Alvisi ormai pronto per l'apertura. Più che in pericolo, qualcuno sembra averli già condannati: ma non adesso, con gli operai alle prese con l'asfalto. Piuttosto da quando il progetto era solo sulla carta, e c'era chi poteva fare in modo di salvare i due alberi adeguando il disegno della futura carreggiata all'effettivo stato dei luoghi come visibile ora. Ora bisognerà attendere il verdetto, e vedere soprattutto chi avrà il coraggio di pronunciarlo ed in quali termini. Infatti i "colpevolisti" affermano che ormai è tardi per l'assoluzione, considerato che quella coppia di pini ingombra la strada (e giù le ormai consuete lacrime di coccodrillo versate in occasioni di uguale circostanza). Gli "innocentisti" invece vorrebbero che ci si sforzasse, da parte di progettisti e direzione lavori, in una prova di fantasia supplementare: non pensando alla strada ma, che ci volete fare, proprio a quegli alberi come se fossero davvero gli ultimi esistenti, e quindi da proteggere al massimo. Una recente disposizione di legge impone ai Comuni di piantare un nuovo albero per ogni bambino che nasce nel loro territorio. Perché in fondo sono loro, le nuove generazioni, ad aver bisogno più di noi dell'ossigeno degli alberi: ma fra vent'anni quanti ne sopravviveranno? Meglio allora difendere gli alberi che ci sono, ed hanno una loro storia da raccontare nel panorama della città ed in tutto l'ambiente circostante, piuttosto di mettersi a posto la coscienza promettendo (sapendo già di non poter mantenere) che saranno piantanti i nuovi…"
Per concludere:
(Cronaca di Barletta venerdì 27 novembre 1992)"In dirittura d'arrivo. Pronto tra un mese lo svincolo di via Vittorio Veneto. "Analoghe preoccupazioni sulla sicurezza dei conducenti di auto e motoveicoli restano alla base del mancato taglio di almeno uno dei maestosi pini che troneggiano sul viadotto all'angolo di una villa privata. La direzione dei lavori ha sottoposto al Comune uno studio alternativo che riguarda il salvataggio di un albero su due perché mantenerli entrambi significherebbe ridurre parecchio lo specchio utile alla carreggiata col rischio di creare i presupposti per incidenti stradali. S'impone dunque un… sacrificio a metà?
Nino Vinella, giornalista