Cara Barletta ti scrivo
Il mare di Barletta: contaminato anche dai coriandoli di plastica
L'appello del subacqueo ambientalista Binetti è rivolto alle chiese, locali pubblici, e alla amministrazione comunale
mercoledì 16 ottobre 2019
9.55
«Parliamo di coriandoli... la maggior parte di chiese e locali pubblici utilizzano i cosiddetti spara coriandoli, risultano particolarmente inquinanti intasando chiusini e caditoie stradali, creando un danno all'ambiente. Inoltre con le piogge, grandi quantità di tali parti di plastica finiscono in mare attraverso gli scarichi, o sospinti dal vento, andando a contaminare l'ambiente marino, sino ad alterarne la catena alimentare.
Solitamente questi coriandoli vengono sparati durante matrimoni, feste, e ricorrenze, si considera poi che "al termine delle cerimonie non si provvede alla immediata rimozione dei materiali che rimanendo abbandonati al suolo concorrono a deturpare il decoro urbano delle pubbliche vie". Quindi un conto è se vi finiscono coriandoli di carta che sono fatti di materiale naturale e hanno tempi di biodegradabilità che vanno (in base alla tipologia) da 2 a 6 settimane; un conto è se vi finiscono coriandoli di plastica che derivano da petrolio e metano e che hanno un tempo di degradazione naturale che va (in base alla tipologia di sostanze combinate) mediamente da 50 a 500 anni. In questo modo, si trasforma in un ennesimo insulto alla natura che ci circonda e al mare, soprattutto, dove ormai la plastica è dovunque. Il mio appello in primis da cittadino e da subacqueo ambientalista è rivolto alle chiese, locali pubblici, e alla amministrazione comunale di poter prendere provvedimenti seri e garantire al nostro mare una particolare attenzione».
Un abbraccio dal profondo blu Antonio Binetti
Solitamente questi coriandoli vengono sparati durante matrimoni, feste, e ricorrenze, si considera poi che "al termine delle cerimonie non si provvede alla immediata rimozione dei materiali che rimanendo abbandonati al suolo concorrono a deturpare il decoro urbano delle pubbliche vie". Quindi un conto è se vi finiscono coriandoli di carta che sono fatti di materiale naturale e hanno tempi di biodegradabilità che vanno (in base alla tipologia) da 2 a 6 settimane; un conto è se vi finiscono coriandoli di plastica che derivano da petrolio e metano e che hanno un tempo di degradazione naturale che va (in base alla tipologia di sostanze combinate) mediamente da 50 a 500 anni. In questo modo, si trasforma in un ennesimo insulto alla natura che ci circonda e al mare, soprattutto, dove ormai la plastica è dovunque. Il mio appello in primis da cittadino e da subacqueo ambientalista è rivolto alle chiese, locali pubblici, e alla amministrazione comunale di poter prendere provvedimenti seri e garantire al nostro mare una particolare attenzione».
Un abbraccio dal profondo blu Antonio Binetti