Cara Barletta ti scrivo
Fiumi di alcool e violenza post serate, a Barletta è emergenza sociale
«Genitori, pubblica amministrazione, forze armate, mondo della scuola, Chiesa, uniamoci. Facciamolo per noi ragazzi!»
giovedì 9 gennaio 2020
«Sono stanco di vedere serate piene di minorenni che si sballano come fossero uomini e donne vissute. Sono stanco di vedere ragazzini che consumano fiumi di alcool nonostante le leggi vietino la vendita e la somministrazione di sostanze alcoliche ai minori.
Sono stanco perché nella nostra città tali serate sono all'ordine del giorno e sono frequentate quasi esclusivamente da minori, visti ormai come fonte di guadagno dagli organizzatori. Sono stanco di vedere i ragazzi nel post serata che rimettono, stanno male e a volte collassano per l'eccessiva quantità di alcool assunta. Sono stanco di sapere che a queste serate ci sono numerosi atti di violenza, a volte a mano armata scaturiti per futili motivi. Sono stanco perché queste non sono le situazioni adatte a far divertire bene noi ragazzi. Sono stanco perché questa è una vera e propria emergenza sociale: facciamo qualcosa, prima che sia troppo tardi. Genitori, pubblica amministrazione, forze armate, mondo della scuola, Chiesa, uniamoci. Facciamolo per i ragazzi!»
Paolo, educatore di 21 anni
Sono stanco perché nella nostra città tali serate sono all'ordine del giorno e sono frequentate quasi esclusivamente da minori, visti ormai come fonte di guadagno dagli organizzatori. Sono stanco di vedere i ragazzi nel post serata che rimettono, stanno male e a volte collassano per l'eccessiva quantità di alcool assunta. Sono stanco di sapere che a queste serate ci sono numerosi atti di violenza, a volte a mano armata scaturiti per futili motivi. Sono stanco perché queste non sono le situazioni adatte a far divertire bene noi ragazzi. Sono stanco perché questa è una vera e propria emergenza sociale: facciamo qualcosa, prima che sia troppo tardi. Genitori, pubblica amministrazione, forze armate, mondo della scuola, Chiesa, uniamoci. Facciamolo per i ragazzi!»
Paolo, educatore di 21 anni