La città
Via dei Muratori, ancora una volta vittima della burocrazia
Una lettera dell'imprenditore Aldo Musti
Barletta - lunedì 4 aprile 2016
Comunicato Stampa
«Come si chiamano gli abitanti della Cina? Chiede un bambino all'altro. E quello, prontamente, risponde: "cinesi"! No! Sbagliato! Ribatte, perfido, il primo, "io volevo sapere i nomi di ognuno di loro! Questa divertente storiella mi è tornata in mente per una recente vicenda personale, dove però non c'è nulla da ridire, perché rappresenta la cartina di tornasole della trasparenza della nostra Amministrazione comunale. Ve la racconto brevemente» scrive Aldo Musti, imprenditore di via dei Muratori.
«Un paio di anni fa, scrissi al Presidente della Repubblica, dolendomi del fatto che per vedere soddisfatto il mio diritto ad accedere ad alcuni atti del Comune ero stato costretto a rivolgermi al T.A.R. per sette volte. Se il T.A.R., ogni volta, accoglieva i miei ricorsi, voleva dire che le carte che avevo richieste, il Comune me le avrebbe dovuto dare subito, senza costringermi a rivolgermi ogni volta ad un giudice. Pure io che non sono un raffinato giurista, riuscivo a comprenderlo senza troppe difficoltà. Sta di fatto che, poco tempo dopo la mia lettera al Capo dello Stato, alti dirigenti della Presidenza della Repubblica Italiana trovavano il tempo e la cortesia di rispondere ad un semplice cittadino, come il sottoscritto, informandolo di aver sottoposto la questione all'Amministrazione comunale.
Essendo trascorsi diversi mesi, chiedevo all'Ente civico di poter accedere agli atti adottati in relazione ai solleciti del Quirinale. Per tutta risposta, ricevo una nota del competente dirigente comunale con cui lo stesso mi dice che l'ufficio è a mia completa disposizione, ma che per poter vedere le carte devo prima "…predisporre un elenco dettagliato della documentazione…" che voglio vedere. Ma come? Se le carte non le ho mai viste, come faccio a predisporre un elenco e per di più dettagliato delle stesse? Prima me le fate vedere e poi vi faccio l'elenco di quelle che voglio in copia. E tutto questo lo metto nero su bianco al dirigente comunale. E sapete qual è stata la risposta? Nessuna. A questo punto, avrei dovuto rivolgermi al T.A.R. per l'ottava volta, solo per sapere il motivo per cui ero stato costretto a rivolgermi le precedenti sette volte!
Ora, se ogni dirigente risponde del suo operato al Sindaco che lo ha nominato e che, godendo della sua fiducia, lo mantiene nell'incarico, sembra giusto concludere che il Sindaco debba rispondere "politicamente" ai cittadini (anche ad uno solo di essi) dell'operato di quel dirigente, rimanendo responsabile per culpa in eligendo o per culpa in vigilando. Se il dirigente ritiene di poter assumere un atteggiamento come quello sopra descritto, questo evidentemente accade perché nessuno sente il dovere civico di inarcare un sopracciglio (almeno). Se il Comune si comporta così solo con me, è evidentemente assai grave. Se invece si comporta così con tutti allora è peggio».
«Un paio di anni fa, scrissi al Presidente della Repubblica, dolendomi del fatto che per vedere soddisfatto il mio diritto ad accedere ad alcuni atti del Comune ero stato costretto a rivolgermi al T.A.R. per sette volte. Se il T.A.R., ogni volta, accoglieva i miei ricorsi, voleva dire che le carte che avevo richieste, il Comune me le avrebbe dovuto dare subito, senza costringermi a rivolgermi ogni volta ad un giudice. Pure io che non sono un raffinato giurista, riuscivo a comprenderlo senza troppe difficoltà. Sta di fatto che, poco tempo dopo la mia lettera al Capo dello Stato, alti dirigenti della Presidenza della Repubblica Italiana trovavano il tempo e la cortesia di rispondere ad un semplice cittadino, come il sottoscritto, informandolo di aver sottoposto la questione all'Amministrazione comunale.
Essendo trascorsi diversi mesi, chiedevo all'Ente civico di poter accedere agli atti adottati in relazione ai solleciti del Quirinale. Per tutta risposta, ricevo una nota del competente dirigente comunale con cui lo stesso mi dice che l'ufficio è a mia completa disposizione, ma che per poter vedere le carte devo prima "…predisporre un elenco dettagliato della documentazione…" che voglio vedere. Ma come? Se le carte non le ho mai viste, come faccio a predisporre un elenco e per di più dettagliato delle stesse? Prima me le fate vedere e poi vi faccio l'elenco di quelle che voglio in copia. E tutto questo lo metto nero su bianco al dirigente comunale. E sapete qual è stata la risposta? Nessuna. A questo punto, avrei dovuto rivolgermi al T.A.R. per l'ottava volta, solo per sapere il motivo per cui ero stato costretto a rivolgermi le precedenti sette volte!
Ora, se ogni dirigente risponde del suo operato al Sindaco che lo ha nominato e che, godendo della sua fiducia, lo mantiene nell'incarico, sembra giusto concludere che il Sindaco debba rispondere "politicamente" ai cittadini (anche ad uno solo di essi) dell'operato di quel dirigente, rimanendo responsabile per culpa in eligendo o per culpa in vigilando. Se il dirigente ritiene di poter assumere un atteggiamento come quello sopra descritto, questo evidentemente accade perché nessuno sente il dovere civico di inarcare un sopracciglio (almeno). Se il Comune si comporta così solo con me, è evidentemente assai grave. Se invece si comporta così con tutti allora è peggio».