Santa messa di Pasqua
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Religioni

Una Pasqua che grida coraggio, Don Vito di Barletta: «Abbiate speranza»

«Siamo chiusi nelle nostre case, ma badate non chiudiamoci in noi stessi. Pensate e pregate per quanti sono malati e realmente soli»

L'eco delle campane si propaga. Interrompe quel silenzio austero che contraddistingue oggi le Chiese di ogni città. E pensare che si trattava di una domenica speciale: la Pasqua di Resurrezione. Ieri, i primi banchi sarebbero stati occupati dai bambini pronti a cantare ritornelli gioiosi dopo la morte del Signore. Adesso tutto tace ma presto si ritornerà a far festa.

Molti parroci di Barletta si sono dilettati con dirette social e preghiere whatsapp pur di rimanere in contatto con i propri fedeli. Il Coronavirus ha infatti messo in pausa anche i riti religiosi con il pubblico. Don Vito Carpentiere della Parrocchia Santa Lucia ha posto al centro della navata un cavalletto e il suo tablet per trasmettere in diretta la celebrazione. Lo farà ogni giorno, fino al momento in cui l'emergenza sarà scongiurata. Ha inizio la messa di Pasqua: Don Vito saluta i suoi parrocchiani, tutti i forestieri che hanno lasciato Barletta per lavoro o studio ma soprattutto i più piccoli, perché questa è la "messa dei bambini". Il Vangelo della Resurrezione grida forte: Abbiate speranza. Per questo anche la nostra redazione ha voluto condividere la celebrazione in streaming con i suoi lettori.

Le preghiere dei fedeli sono rivolte:

"A tutti coloro che stanno vivendo la fatica di questo momento, alle persone che stanno soffrendo e sono sole perché sentano accanto a sé la presenza del Signore.
Per tutti coloro che stanno aiutando: i medici, gli infermieri, le forze dell'ordine, la protezione civile, il mondo del volontariato e chi governa il Paese perché non si scoraggino in questo momento.
Se Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita, essa è anche la morte per alcuni fratelli. Profonda è la tristezza di non poter celebrare alcuna messa per le loro esequie e per i cari. Oggi voglio ricordarli".


Quelle preghiere raggiungeranno ciascun destinatario, anche se distante, anche se in reparto in ospedale, per strada a vigilare la città, tra i pacchi da consegnare ai più bisognosi. Quelle preghiere non hanno limiti. «Ogni giorno – spiega Don Vito - per i nostri fedeli pesa il fatto di non poter partecipare alle celebrazioni, allo stesso modo per noi parroci è dura professare la parola del Signore senza il nostro popolo. Sento un vuoto allo stomaco quando ripenso al mercoledì delle Ceneri e al giovedì Santo giorni in cui le nostre Chiese sono vive e piene di gente. Ripenso a quanto sia stato importante per la nostra città rinnovare il "voto" e adempierlo in occasione del venerdì Santo. Adesso guardo al futuro, ai Vangeli che ci aspettano: "Mentre le porte del luogo dove si trovavano i discepoli erano chiuse venne Gesù e disse: Pace a Voi". Anche noi siamo chiusi nelle nostre case, ma badate non chiudiamoci in noi stessi. Pensate e pregate per quanti sono malati e sono realmente soli».

Il Canto del mare segna la conclusione di una Pasqua che chiede coraggio, anche Papa Francesco attraverso la sua omelia lo ha ribadito: «Per molti è stata occasione per riflettere, ma per tanti è tempo di preoccupazione per l'avvenire. Serve coraggio!»
8 fotoLa Santa messa di Pasqua celebrata da Don Vito Carpentiere
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