Politica
«Un progetto per il trasferimento del campo rom mai realizzato»
Il caso del campo rom di Roma solleva vecchie e nuove problematiche. Una nota del consigliere regionale Franco Pastore
Barletta - mercoledì 9 febbraio 2011
Il Consigliere regionale, Franco Pastore (Socialisti nel Sel) ha diffuso la seguente dichiarazione: "Quanto accaduto nel campo rom di Roma, dove quattro bambini sono morti carbonizzati, è raccapricciante. E' evidente che gli sgomberi non sono il modo giusto di affrontare il problema, al contrario spingono quelle persone a soluzioni e sistemazioni al limite della sopravvivenza.
A Barletta esiste da circa 20 anni, un campo nomadi, all'altezza dell'uscita Barberini della statale 16bis, che versa in condizioni difficili da definire. Ci sono baracche realizzate in tutti i materiali che è possibile raccattare per strada, sono fatte di lamiere, cartone, pezzi di compensato, pezze. Queste baracche affondano in un acquitrino, fisso in inverno. Alcuni altri nomadi si accampano, ogni tanto, lungo la litoranea di ponente, in un'area riservata a parcheggio, giusto il tempo di essere mandati via.
In qualche modo in quelle baracche fatte di quanto più infiammabile possa esistere, si riscalderanno, prepareranno da mangiare. Aspettare che accada qualcosa, di grave, tragico, per poi raccapricciarsi non è utile. L'amministrazione comunale ha individuato da tempo, ma solo a parole, una destinazione per quell'accampamento, alle spalle di un nuovo campo sportivo progettato alla periferia della città, in zona Parco degli Ulivi. Ma parole sono state al principio e parole restano tuttora.
Mi auguro che l'amministrazione comunale riesca a portare avanti tale progetto, nel più breve tempo possibile".
A Barletta esiste da circa 20 anni, un campo nomadi, all'altezza dell'uscita Barberini della statale 16bis, che versa in condizioni difficili da definire. Ci sono baracche realizzate in tutti i materiali che è possibile raccattare per strada, sono fatte di lamiere, cartone, pezzi di compensato, pezze. Queste baracche affondano in un acquitrino, fisso in inverno. Alcuni altri nomadi si accampano, ogni tanto, lungo la litoranea di ponente, in un'area riservata a parcheggio, giusto il tempo di essere mandati via.
In qualche modo in quelle baracche fatte di quanto più infiammabile possa esistere, si riscalderanno, prepareranno da mangiare. Aspettare che accada qualcosa, di grave, tragico, per poi raccapricciarsi non è utile. L'amministrazione comunale ha individuato da tempo, ma solo a parole, una destinazione per quell'accampamento, alle spalle di un nuovo campo sportivo progettato alla periferia della città, in zona Parco degli Ulivi. Ma parole sono state al principio e parole restano tuttora.
Mi auguro che l'amministrazione comunale riesca a portare avanti tale progetto, nel più breve tempo possibile".