Un dirigente ai dirigenti
Parere autorevole del dott. Nicola Corvasce sull'affaire "ferie dei dirigenti". «Molte perplessità»
Sull'affaire ferie dei dirigenti (che sembra un giorno di parole, ma è anche un gioco di cavilli e tecnicismi, nonchè di incoerenze politiche e umane), tante sono state le voci che si sono ricorse, a titolo più o meno autorevole per poter dare un giudizio compiuto. Oggi le pagine di Barlettalife accolgono un nuovo parere, sulla cui autorevolezza non vi sono dubbi di ogni sorta. Le dichiarazioni sono quelle del dott. Nicola Corvasce, attualmente dirigente del Servizio Legislativo della Giunta Regionale (Area Presidenza e relazioni istituzionali).
Gentile direttore,
da alcuni giorni impazza sul sito Barlettalife.it e non solo un "dibattito" (chiamiamolo così) che ha per oggetto la monetizzazione delle ferie non godute da parte di alcuni dirigenti del Comune di Barletta.
Ho letto dichiarazioni di ogni genere, che ho dovuto filtrare da polemiche politiche e livori personali, per poter capire qualcosa. Dopo, come se si trattasse di una cosa che mi riguarda personalmente (a proposito, ma perché, forse come cittadino non mi riguarda?) ho letto gli atti disponibili sul sito e anche qui non ho trovato un aiuto sostanziale. Infatti la Determinazione Dirigenziale n. 1429/2012 mi è apparsa subito poco motivata per una materia così delicata. Il parere dell'Avvocatura si sofferma a lungo su una problematica scontata, quale l'irretroattività del decreto governativo (d'altronde, se fosse stato retroattivo, la questione non sarebbe neanche sorta), mentre appare carente rispetto al ventaglio delle problematiche che a mio parere andavano ugualmente affrontate e che invece non sono state prese in considerazione. Molte perplessità desta inoltre la tesi basata sull'autonomia di ciascun rapporto contrattuale, elemento sul quale rinvio ad alcune considerazioni più avanti. Il verbale dei Revisori poi, nella sua essenzialità, non aiuta assolutamente.
Particolarmente interessante è poi l'articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 24 ottobre scorso, che riporta la tesi, circostanziata e molto ben motivata, dell'avv. Cafiero, la quale ribadisce principi basilari da ritenersi ormai acquisiti, vale a dire:
- le ferie sono un diritto insopprimibile del lavoratore, ma anche un suo dovere, finalizzato al mantenimento di un buono stato di salute, ma anche alla produttività del lavoro;
- non esiste un diritto alla monetizzazione delle ferie non godute, ma al contrario un espresso divieto che il Decreto n. 95/2012 semplicemente conferma, essendo già presente da molto prima nell'ordinamento.
Questo intervento non esclude tuttavia che ci possa essere un'eccezione, ma che questa debba essere limitata a casi del tutto straordinari e contraddistinti da caratteristiche per l'appunto di eccezionalità, che deve essere documentata.
Il punto alla fine è proprio questo.
Allora sono andato sul sito dell'ARAN e ho cercato all'interno degli orientamenti applicativi dell'Agenzia. Credo che ci siano alcuni pareri su casi concreti assimilabili al nostro, anche ben motivati, che possono essere una guida estremamente utile per arrivare ad una soluzione. In allegato [in coda all'articolo ndr] ne invio uno che mi sembra particolarmente centrato rispetto al problema specifico verificatosi al Comune di Barletta.
Alla luce della ricerca che ho effettuato e che ciascuno può ripercorrere, non risulterà una sorpresa se dico che avrei affrontato il problema seguendo un percorso logico, metodologico e tecnico-amministrativo completamente diverso, anche sulla base di atti e fatti specifici che non possono non essere elementi di analisi, non solo in fase istruttoria per prendere una decisione, ma anche in eventuali contenziosi. Per esempio, avrei preso in esame in particolare:
- l'arco temporale nel quale si sono maturate le ferie (poi non godute);
- l'eventuale sussistenza, in tale arco temporale, di un solo periodo contrattuale o di uno o più rinnovi, nonché la natura delle clausole contrattuali;
- le modalità attuate e le procedure seguite per la richiesta delle ferie;
- le motivazioni degli eventuali dinieghi reiterati alla fruizione delle ferie oppure, in caso di auto-autorizzazione da parte dei dirigenti, le ragioni della mancata fruizione.
A proposito dei punti precedenti 1. e 2. valgono fondamentalmente due considerazioni:
- non sembra essere pienamente sostenibile in assoluto che un rapporto negoziale, una volta concluso, debba portare automaticamente alla risoluzione di tutte le pendenze, soprattutto se se ne apre un altro riguardante le medesime attività, senza un solo minuto di interruzione e per un periodo di validità ampiamente sufficiente a compensare l'arretrato con un "piano di smaltimento" delle ferie. Inoltre, se così fosse, allora si dovrebbe dare seguito all'azzeramento di tutte le pendenze (liquidazione, eventuali arretrati ecc.) e non solo di quelle afferenti ai congedi;
- essendo evidente che il cumulo di ferie non godute si è determinato in diversi anni, è utile sapere se in questo lungo periodo c'è stato almeno un rinnovo del contratto. Non sarebbe cosa di poco conto, perché, se così fosse, il Comune di Barletta già in occasione di quel rinnovo, secondo la tesi dell'Avvocatura basata sull'autonomia di ogni rapporto negoziale, avrebbe dovuto chiudere ogni pendenza con i dirigenti contrattualizzati, in materia di ferie e non solo. Il fatto che l'Ente datore di lavoro non sia intervenuto, consentendo la continuazione del cumulo (sempre, ripeto, nel caso di un rinnovo precedente), vorrebbe dire che Esso stesso ha considerato di fatto il rapporto in continuità, per cui non si capisce perché proprio ora, come sostiene l'Avvocatura, l'ultimo rinnovo dovrebbe portare all'azzeramento delle pendenze e senza alcuna possibilità di compensazione, anche ove questa sia possibile.
Per quanto attiene invece ai punti 3. e 4. è sostanziale sapere se sono state prodotte delle istanze di autorizzazione e, in questo caso, quali sono le motivazioni del diniego. Queste ultime, stante il lungo periodo e la quantità consistente cumulata, dovrebbero essere necessariamente formalizzate, gravi e inequivocabili, tali da giustificare la negazione di un diritto da parte del Comune e il non assolvimento di un dovere da parte del lavoratore. Questo principio vale per tutti, dirigenti compresi, anche nel caso in cui essi, qualora in posizione apicale, non abbiano avuto bisogno di essere autorizzati da nessuno, potendo disporre autonomamente della facoltà di fruire o non fruire del congedo. In quest'ultimo caso, la risposta è già nel parere dell'ARAN (ampiamente supportato) allegato alla presente che, escludendo la possibilità di una monetizzazione, dice testualmente "salvo che non sia dimostrata la ricorrenza di eccezionali ed obiettive necessità aziendali ostative alla fruizione delle stesse".
Qui il cerchio si chiude, perché è in quest'ultimo principio che, per quanto ho potuto approfondire, sembrano convergere legge, giurisprudenza e pareri. Quindi la monetizzazione sarebbe possibile solo in casi del tutto eccezionali, ove l'eccezionalità, che ha determinato il mancato godimento, sia stata realmente ostativa alla fruizione delle ferie e abbia oggi un riscontro formale in atti. Per essere ancora più chiari con un esempio, la semplice mancata fruizione da parte del dirigente, auto-pianificata e non corredata da alcun altro atto, oppure la presenza di dinieghi o auto-giustificazioni basati su semplici "motivi di servizio" non potrebbero in alcun caso integrare l'ipotesi delle "eccezionali ed obiettive necessità aziendali". E comunque, quand'anche ricorresse quest'ultimo caso, resterebbe sempre aperta la questione della possibilità di una compensazione.
Soltanto alla fine di questo percorso e alla luce degli elementi che ho cercato di descrivere, stranamente non presi in considerazione da nessuno, avrei preso una decisione, quale che fosse, con molte possibilità di evitare un eventuale contenzioso o, se del caso, di potervi resistere agevolmente, ma al tempo stesso con la certezza di non incorrere nelle sanzioni della Corte dei Conti. Se c'è ancora tempo e possibilità di intervenire, consiglio modestamente di non trascurare le considerazioni di questa nota. Magari confutarle punto per punto con valide argomentazioni, ma non ignorarle.
Mi fermo qui ed evito di addentrarmi in complicazioni ulteriori (atti contabili connessi, modalità di approvvigionamento dei fondi necessari ecc.) che possono certamente essere oggetto di discussione, ma in altre sedi e con altre finalità.
Concludo augurandomi che questa mia comunicazione, che non ha la pretesa della verità o dell'esaustività, possa essere interpretata nel verso giusto, che non è quello di esprimere alcun giudizio sull'operato né dei politici né dei colleghi del Comune di Barletta, bensì quello di dare una mano, per quanto mi è possibile, ad una città alla quale comunque appartengo, ma dalla quale per tanti motivi mi separano ormai distanze siderali che nulla hanno a che vedere con il fatto di lavorare per un'altra Amministrazione e in un'altra città.
Ringrazio per l'ospitalità, augurando buon lavoro.
Nicola Corvasce