Politica
Tutti i nodi del Pd barlettano anche con D’Alema
(Dis)chiude la campagna del PD. Tra i tanti sorrisi manca l’ultimo…
Barletta - sabato 23 febbraio 2013
Quale sarà l'ultima ilarità di questa campagna elettorale? D'Alema la sigilla con il consueto fervore del leader. Acuto, ironico, come è suo solito, la "volpe del Tavoliere" interviene alla Sala consiliare. Ma la giovialità dell'autorevole leader non ha dissipato le arcane nebbie che oscurano il futuro del PD locale. Gioverà ancora ripeterci sui problemi aperti. Rimangono tali, nonostante il trascorrere dei mesi. D'Alema (come già Boccia, Blasi, Patruno ecc.) rinvia la discussione su Barletta al post voto per le Politiche. Era facile prevederlo. C'è stato un passaggio, una vera e propria richiesta del Presidente D'Alema: si è appellato alla coesione, al comportarsi "come se" ciascuno fosse candidato. Non si può non riflettere sull'affermazione audace e intrigante di D'Alema. C'è la consapevolezza, in lui più che nei dirigenti locali, della crisi che sta attraversando il territorio di Barletta. Ormai è chiarissimo l'atteggiamento del PD e dei suoi dirigenti sulle conseguenze della caduta "notarile" dell'amministrazione Maffei. Per strada, a noi di Barlettalife, dopo la fine del discorso di D'Alema, in molti (simpatizzanti e militanti di lungo corso) hanno trasmesso la disperazione per la deriva del Partito democratico. A parte i sorrisi, gli abbracci e le foto ricordo.
Ripartiamo dai documenti. Decisioni vergate su carta intestata del Partito. La madre di tutte le decisioni è la sospensione degli 8 consiglieri comunali del PD dimissionari in quel 27 ottobre. La lettura di quel documento, che vi proponiamo in pdf, è illuminante. Per conoscere le contraddizioni, la doppiezza, l'ipocrisia di un gruppo dirigente che oggi, ancora una volta, chiede fiducia e consensi ai cittadini barlettani. In quella sospensione, in quel documento firmato dalla Commissione di garanzia provinciale del partito, c'è una decisione importante: nessun incarico di partito o istituzionale può essere svolto dai destinatari di quel provvedimento. Eppure sembra ritornata una armonia pelosa nel PD. Oggi, nella sala del Consiglio comunale, la sala dell'assemblea del popolo, la stessa sala snobbata dai congiurati in favore dello studio di un Notaio, le frizioni sembravano accantonate. Raccolti attorno al lìder Maximo, i vari PD sembrano aver siglato una tregua. Ma quale è l'analisi sulla città? Quali poteri forti si nascondono dietro le leadership calanti ed emergenti? Si interroghino i vari PD. Si interroghino le diverse correnti, aree, sensibilità. E abbiano il coraggio di affrontare una città che vuole verità. Che non ha più voglia di deleghe in bianco.
Una rabbia sorda attraversa l'Italia, ha ragione D'Alema. Ma una rabbia disperata attraversa Barletta. Una rabbia senza parole, una rabbia che cerca ogni rivolo, ogni spazio, ogni anfratto per esprimersi. Attraverso i social network, o nei commenti ai nostri articoli. Domenica e lunedì qualcuno voterà con la pancia. Qualcun altro con la testa. A Barletta nessuno, nessuno potrà dire di aver votato col cuore. Si rimettano in connessione, i nostri politici, con le tonalità emotive di una città al declino. Prima che sia troppo tardi. Per loro (questo ci importa assai poco), ma soprattutto per i cittadini.
Ripartiamo dai documenti. Decisioni vergate su carta intestata del Partito. La madre di tutte le decisioni è la sospensione degli 8 consiglieri comunali del PD dimissionari in quel 27 ottobre. La lettura di quel documento, che vi proponiamo in pdf, è illuminante. Per conoscere le contraddizioni, la doppiezza, l'ipocrisia di un gruppo dirigente che oggi, ancora una volta, chiede fiducia e consensi ai cittadini barlettani. In quella sospensione, in quel documento firmato dalla Commissione di garanzia provinciale del partito, c'è una decisione importante: nessun incarico di partito o istituzionale può essere svolto dai destinatari di quel provvedimento. Eppure sembra ritornata una armonia pelosa nel PD. Oggi, nella sala del Consiglio comunale, la sala dell'assemblea del popolo, la stessa sala snobbata dai congiurati in favore dello studio di un Notaio, le frizioni sembravano accantonate. Raccolti attorno al lìder Maximo, i vari PD sembrano aver siglato una tregua. Ma quale è l'analisi sulla città? Quali poteri forti si nascondono dietro le leadership calanti ed emergenti? Si interroghino i vari PD. Si interroghino le diverse correnti, aree, sensibilità. E abbiano il coraggio di affrontare una città che vuole verità. Che non ha più voglia di deleghe in bianco.
Una rabbia sorda attraversa l'Italia, ha ragione D'Alema. Ma una rabbia disperata attraversa Barletta. Una rabbia senza parole, una rabbia che cerca ogni rivolo, ogni spazio, ogni anfratto per esprimersi. Attraverso i social network, o nei commenti ai nostri articoli. Domenica e lunedì qualcuno voterà con la pancia. Qualcun altro con la testa. A Barletta nessuno, nessuno potrà dire di aver votato col cuore. Si rimettano in connessione, i nostri politici, con le tonalità emotive di una città al declino. Prima che sia troppo tardi. Per loro (questo ci importa assai poco), ma soprattutto per i cittadini.