Politica
Tegole e tufo sulla testa del sindaco Maffei
La pericolosa imperturbabilità del numero 1 di Barletta. Quali le responsabilità? Di chi la colpa?
Barletta - giovedì 24 novembre 2011
18.35
Scosse telluriche giudiziarie di ogni grado si susseguono rumorose a Barletta intimidendo solo la maggior parte dei cittadini ingenui di questa città disordinata ed ineffabile. Sono oramai abbonamenti cadenzati, pizzini di carta bollata destinati ad uso numismatico di future memorie da dedicare ai nipotini anch'essi politici o futuribili dirigenti. Non intimidiscono i destinatari che, ricevendoli dalla Procura di Trani, finalmente si liberano da un ansia da avviso di garanzia che non arrivava per altre scenografie amministrative e per l'ultima della lottizzazione de "Il Borgo" di Montaltino. "Finalmente il pm Savasta si occupa di noi", raccontano alle proprie coscienze definitivamente distratte, dirigenti e funzionari dell'ufficio tecnico del comune di Barletta. Chissà se sin dal 4 agosto del 2009, serata consiliare dedicata alla concessione edilizia in argomento, avessero configurato la possibilità di un'indagine su quanto frettolosamente e in numero esiguo votato. Forse no o forse sì. Dopotutto il rischio di avvisi di garanzia valeva la candela in gioco. Una lottizzazione favolosa di 400.000 mq e 186 villettine. Una prelibatezza politica che sarebbe passata inosservata in un torrido agosto barlettano. Certo il voto non fu plebiscitario, quella tarda sera da brindisi. I consiglieri presenti erano appena 14, quelli defilati, ossia assenti, 27. Tredici, come storia araldica della città di Fieramosca vuole, furono i consenzienti: il sindaco Nicola Maffei, Caracciolo, Di Leo, Cannito, Dilillo, Del Vecchio Vincenzo, Corcella, Maffione Giuseppe, Marzocca, Ventura, Paparella (lo stesso implicato nella vicenda crollo di Via Roma), Lamberti e Carpagnano (il fratello architetto è legale rappresentante della Srl barlettana "Il Borgo").
Ma prima di questa storia di probabile correntezza "amministrativa", un altro consiglio comunale decise la demolizione ed elevazione di un palazzo in via Roma che ha causato il più grande degli inspiegabili lutti della città. Poi, più leggeri nel significato, sono arrivate le inchieste sul teatro Curci, implicata una elegantissima dirigente, poi il bluff dell'antenna telefonica, la cui elevazione fu disdetta in campagna elettorale e riesumata con una scabrosa elevazione. C'è dell'altro. Una via chiamata dei Muratori che l'ufficio tecnico stava o sta tentando di cancellare, la querelle con la biblioteca dei ragazzi e altre cause giudiziarie che l'Amministrazione sta perdendo. Tra queste vicende oscure, più oscura di tutte è l'assurdo slalom del Primo cittadino che non intende aprire nessun provvedimento disciplinare. Non c'è responsabilità, solo casualità nelle tragedie edili e più semplicemente amministrative che avvolgono questa straziata città resa bugiarda. Cadono tufi, uccidono. Si elevano tegole improprie arricchendo e deturpando paesaggi, ma il sottile, imperturbabile Mr. Maffei comunica semplicemente che rimette ogni decisione nelle mani della magistratura. I suoi dirigenti sono gli stessi dell'ex sindaco Salerno: intoccabili, politicamente intoccabili. Ma i lutti parlano per Maffei. Non può con un manipolo di consiglieri accondiscendenti e fedelissimi (otto di area Caracciolo, due del PSI, l'errante Lanotte, due della Federazione di sinistra, Doronzo e Caporusso...non pervenuti i due dell'Idv) arginare la domanda di verità della città.
Camminando in cerca di approfondimenti, ieri sera in via Renato Coletta, sul caso Montaltino, incrocio il Consigliere regionale, nonché socialista Presidente del Consiglio di Barletta Pastore che poggia con un amico un passo rilassato. Parliamo del crollo, della ruspa maledetta, del caso di Montaltino, di una città che non ha mai responsabilità nominali. Dei provvedimenti necessari, improcrastinabili, responsabili, diretti che il Sindaco Maffei ha il dovere di intraprendere. "Non ha le palle", recita arrabbiato il canuto politico socialista. Nella sua colorita affermazione non ha perplessità. Le pupille, anzi, si infuocano e sorprende sia me che l'accompagnatore che protegge il capo dalla fredda serata con un colbacco canadese. Franco Pastore incalza: "Maffei non ha le palle". Mi allontano pensando chissà perché a protesi politiche.
Ma prima di questa storia di probabile correntezza "amministrativa", un altro consiglio comunale decise la demolizione ed elevazione di un palazzo in via Roma che ha causato il più grande degli inspiegabili lutti della città. Poi, più leggeri nel significato, sono arrivate le inchieste sul teatro Curci, implicata una elegantissima dirigente, poi il bluff dell'antenna telefonica, la cui elevazione fu disdetta in campagna elettorale e riesumata con una scabrosa elevazione. C'è dell'altro. Una via chiamata dei Muratori che l'ufficio tecnico stava o sta tentando di cancellare, la querelle con la biblioteca dei ragazzi e altre cause giudiziarie che l'Amministrazione sta perdendo. Tra queste vicende oscure, più oscura di tutte è l'assurdo slalom del Primo cittadino che non intende aprire nessun provvedimento disciplinare. Non c'è responsabilità, solo casualità nelle tragedie edili e più semplicemente amministrative che avvolgono questa straziata città resa bugiarda. Cadono tufi, uccidono. Si elevano tegole improprie arricchendo e deturpando paesaggi, ma il sottile, imperturbabile Mr. Maffei comunica semplicemente che rimette ogni decisione nelle mani della magistratura. I suoi dirigenti sono gli stessi dell'ex sindaco Salerno: intoccabili, politicamente intoccabili. Ma i lutti parlano per Maffei. Non può con un manipolo di consiglieri accondiscendenti e fedelissimi (otto di area Caracciolo, due del PSI, l'errante Lanotte, due della Federazione di sinistra, Doronzo e Caporusso...non pervenuti i due dell'Idv) arginare la domanda di verità della città.
Camminando in cerca di approfondimenti, ieri sera in via Renato Coletta, sul caso Montaltino, incrocio il Consigliere regionale, nonché socialista Presidente del Consiglio di Barletta Pastore che poggia con un amico un passo rilassato. Parliamo del crollo, della ruspa maledetta, del caso di Montaltino, di una città che non ha mai responsabilità nominali. Dei provvedimenti necessari, improcrastinabili, responsabili, diretti che il Sindaco Maffei ha il dovere di intraprendere. "Non ha le palle", recita arrabbiato il canuto politico socialista. Nella sua colorita affermazione non ha perplessità. Le pupille, anzi, si infuocano e sorprende sia me che l'accompagnatore che protegge il capo dalla fredda serata con un colbacco canadese. Franco Pastore incalza: "Maffei non ha le palle". Mi allontano pensando chissà perché a protesi politiche.