
Eventi
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ospite de "La Democrazia delle Parole"
La tutela dei diritti tra progresso della persona e sviluppo economico. Altissima l'affluenza, numerosissime le domande e i temi trattati
Barletta - sabato 12 novembre 2011
12.11
Brucia il tema della tutela dei diritti dei lavoratori: è un argomento scottante in questo periodo di crisi politica ed economica. E' dal lavoro, dalla sua tutela e garanzia che bisogna ricominciare, il punto di riferimento da cui deve ripartire il dibattito politico. Il confine che separa l'idea di sviluppo da quella di progresso è sempre più confuso. Lo "sviluppo" è agognato da chi produce beni, il "progresso" lo vuole chi lavora ed è, ahimè, spesso sfruttato.
Numerose sono le domande che tutti noi ci poniamo guardando i telegiornali e leggendo i quotidiani. Sceglierne qualcuna in particolare da porre a Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, non è stata impresa facile. A conferma di ciò sono stati tanti i barlettani che hanno partecipato, venerdì 11 novembre, all'incontro organizzato dalla Democrazia delle Parole con Susanna Camusso: talmente tanti che è stato necessario porre degli schermi video anche all'esterno della Sala Rossa del Castello per permettere a tutti di assistere all'interessante dibattito. L'incontro è stato intitolato "La tutela dei diritti tra progresso della persona e sviluppo economico" ed è di questo che Susanna Camusso ha parlato, dopo una breve chiacchierata con la stampa, con il magistrato Francesco Messina e Dario Rivera Magos, presidente dell'associazione, rispondendo anche ai molteplici e diversi quesiti dei cittadini. Domande inevitabili e che sorgono spontanee dopo anni in cui è stata negata la crisi mentre nella nostra città e in tutta Italia... i maglifici clandestini sorgono negli scantinati!
L' idea principale espressa dal Segretario Generale della Cgil è chiara e da tutti condivisa: "Bisogna ricominciare a credere che il lavoro è identitario". Dobbiamo considerarci in primo luogo dei lavoratori, non solo dei consumatori che pagano le tasse. I diritti di cittadinanza non possono prescindere dal diritto al lavoro. Tutelare i lavoratori, investire sulla sicurezza, sul welfare e sullo sviluppo territoriale non viene considerato un investimento ma un costo. "Bisognerebbe capire che le politiche sociali non sono di assistenza ma, appunto, di sviluppo" ha aggiunto Susanna Camusso. I diritti vengono considerati come dei costi e questo è inconcepibile. Prima di pensare di eliminare o toccare l'art. 18 bisognerebbe riflettere sul modello di Paese che vogliamo. L'art. 18 è un simbolo, ha una funzione deterrente.
Questi anni sono stati critici. Si sono fatti alcuni passi avanti, soprattutto per quanto riguarda la condizione della donna, ma si è anche costruita un'idea di benessere incompatibile con le risorse che avremo a disposizione. Adesso basta! Per avanzare verso il progresso bisognerebbe avere in mente l'idea di "collettività" ed agire insieme. "Adesso basta!" lo ha gridato ieri anche tutta la Sardegna, che si è fermata per lo Sciopero Generale proclamato da CGIL, CISL e UIL regionali con 50mila persone che hanno partecipato alla manifestazione popolare nella città di Cagliari. E' questo uno dei tanti messaggi che ha lasciato Susanna Camusso affermando: "Per ripartire dalla collettività bisogna sostituire l'IO con il NOI. Il cambiamento c'è, non è facile. Ora c'è una strada più aperta di qualche giorno fa, dobbiamo decidere NOI come farla piuttosto che farla decidere ad altri".
Numerose sono le domande che tutti noi ci poniamo guardando i telegiornali e leggendo i quotidiani. Sceglierne qualcuna in particolare da porre a Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, non è stata impresa facile. A conferma di ciò sono stati tanti i barlettani che hanno partecipato, venerdì 11 novembre, all'incontro organizzato dalla Democrazia delle Parole con Susanna Camusso: talmente tanti che è stato necessario porre degli schermi video anche all'esterno della Sala Rossa del Castello per permettere a tutti di assistere all'interessante dibattito. L'incontro è stato intitolato "La tutela dei diritti tra progresso della persona e sviluppo economico" ed è di questo che Susanna Camusso ha parlato, dopo una breve chiacchierata con la stampa, con il magistrato Francesco Messina e Dario Rivera Magos, presidente dell'associazione, rispondendo anche ai molteplici e diversi quesiti dei cittadini. Domande inevitabili e che sorgono spontanee dopo anni in cui è stata negata la crisi mentre nella nostra città e in tutta Italia... i maglifici clandestini sorgono negli scantinati!
L' idea principale espressa dal Segretario Generale della Cgil è chiara e da tutti condivisa: "Bisogna ricominciare a credere che il lavoro è identitario". Dobbiamo considerarci in primo luogo dei lavoratori, non solo dei consumatori che pagano le tasse. I diritti di cittadinanza non possono prescindere dal diritto al lavoro. Tutelare i lavoratori, investire sulla sicurezza, sul welfare e sullo sviluppo territoriale non viene considerato un investimento ma un costo. "Bisognerebbe capire che le politiche sociali non sono di assistenza ma, appunto, di sviluppo" ha aggiunto Susanna Camusso. I diritti vengono considerati come dei costi e questo è inconcepibile. Prima di pensare di eliminare o toccare l'art. 18 bisognerebbe riflettere sul modello di Paese che vogliamo. L'art. 18 è un simbolo, ha una funzione deterrente.
Questi anni sono stati critici. Si sono fatti alcuni passi avanti, soprattutto per quanto riguarda la condizione della donna, ma si è anche costruita un'idea di benessere incompatibile con le risorse che avremo a disposizione. Adesso basta! Per avanzare verso il progresso bisognerebbe avere in mente l'idea di "collettività" ed agire insieme. "Adesso basta!" lo ha gridato ieri anche tutta la Sardegna, che si è fermata per lo Sciopero Generale proclamato da CGIL, CISL e UIL regionali con 50mila persone che hanno partecipato alla manifestazione popolare nella città di Cagliari. E' questo uno dei tanti messaggi che ha lasciato Susanna Camusso affermando: "Per ripartire dalla collettività bisogna sostituire l'IO con il NOI. Il cambiamento c'è, non è facile. Ora c'è una strada più aperta di qualche giorno fa, dobbiamo decidere NOI come farla piuttosto che farla decidere ad altri".