La città
Sui bronzi di Piazza Caduti si prenda posizione
Il ripristino non ha significato storico
Barletta - domenica 14 settembre 2014
La Commissione per le celebrazioni della Prima Guerra mondiale, gruppo gratuito che non viene pagato dal Comune, lo dico a scanso di sterili commenti che girano anche sui social network, si occuperà principalmente del Ripristino dei bronzi sulla stele di Piazza Caduti.
Come noto i bronzi in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale furono rimossi durante la Seconda per volere del regime fascista per fare delle munizioni, "donati alla Patria" si dirà. Ma la storia, soprattutto le motivazioni storiche non vanno taciute o cancellate. L'opinione già espressa in precedenza sulla correttezza di cancellare una cicatrice della nostra storia locale, non vuol essere un ostacolo ai lavori della suddetta Commissione, ma intende riaprire un dibattito decennale di riflessione e ragionamento democratico condiviso. Proprio per questo, sarebbe giusto ascoltare le motivazioni dei singoli componenti della stessa (generale Gaetano Nanula, già vice comandante della Guardia di Finanza, Pasquale Pedico, studioso di storia locale, Antonietta Magliocca della sezione di Barletta della Società di Storia Patria, Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, Costantino Foschini, giornalista impegnato in inchieste storiche sulle vicende storiche di Barletta, Michele Grimaldi, responsabile della sezione di Barletta dell'Archivio di Stato di Bari, Renato Russo, editore e storico, e Giuseppe Doronzo, storico UNUCI), finora rese note solo da un comunicato del Sindaco. "Ricucire il filo della memoria" è importante, ma non necessariamente in questo modo.
L'anno scorso ai microfoni di Barlettaviva, in un'intervista riguardante le celebrazioni del 70° anniversario dell'eccidio dei vigili, il prof. Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Memoria e della Resistenza del Comune di Barletta e ora membro della Commissione in questione, non si era detto molto favorevole al ripristino dei bronzi. Anzi ha citato una fonte di autorità come Mons. Giuseppe Damato, storico locale e non certo antifascista: «E' l'unica mia condivisione del pensiero che era stato espresso da don Peppuccio Damato […] Don Peppuccio diceva: "Io quei bronzi non li rimetterei"». L'assenza dei bronzi sia un modo per spiegare meglio l'insensatezza di quella guerra e del regime fascista. Magari anche altri componenti la pensano diversamente.
Si potrebbe ripristinare la memoria dei bronzi, con delle ricostruzioni in basso nell'aiuola intorno, ma ai tecnici e al Comitato la soluzione migliore. Si agisce sempre per il bene di qualcosa: sull'estetica dell'eventuale ripristino d'accordo tutti, ma sul significato storico…
Come noto i bronzi in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale furono rimossi durante la Seconda per volere del regime fascista per fare delle munizioni, "donati alla Patria" si dirà. Ma la storia, soprattutto le motivazioni storiche non vanno taciute o cancellate. L'opinione già espressa in precedenza sulla correttezza di cancellare una cicatrice della nostra storia locale, non vuol essere un ostacolo ai lavori della suddetta Commissione, ma intende riaprire un dibattito decennale di riflessione e ragionamento democratico condiviso. Proprio per questo, sarebbe giusto ascoltare le motivazioni dei singoli componenti della stessa (generale Gaetano Nanula, già vice comandante della Guardia di Finanza, Pasquale Pedico, studioso di storia locale, Antonietta Magliocca della sezione di Barletta della Società di Storia Patria, Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, Costantino Foschini, giornalista impegnato in inchieste storiche sulle vicende storiche di Barletta, Michele Grimaldi, responsabile della sezione di Barletta dell'Archivio di Stato di Bari, Renato Russo, editore e storico, e Giuseppe Doronzo, storico UNUCI), finora rese note solo da un comunicato del Sindaco. "Ricucire il filo della memoria" è importante, ma non necessariamente in questo modo.
L'anno scorso ai microfoni di Barlettaviva, in un'intervista riguardante le celebrazioni del 70° anniversario dell'eccidio dei vigili, il prof. Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Memoria e della Resistenza del Comune di Barletta e ora membro della Commissione in questione, non si era detto molto favorevole al ripristino dei bronzi. Anzi ha citato una fonte di autorità come Mons. Giuseppe Damato, storico locale e non certo antifascista: «E' l'unica mia condivisione del pensiero che era stato espresso da don Peppuccio Damato […] Don Peppuccio diceva: "Io quei bronzi non li rimetterei"». L'assenza dei bronzi sia un modo per spiegare meglio l'insensatezza di quella guerra e del regime fascista. Magari anche altri componenti la pensano diversamente.
Si potrebbe ripristinare la memoria dei bronzi, con delle ricostruzioni in basso nell'aiuola intorno, ma ai tecnici e al Comitato la soluzione migliore. Si agisce sempre per il bene di qualcosa: sull'estetica dell'eventuale ripristino d'accordo tutti, ma sul significato storico…