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Cronaca

Stop alle Sante messe, Don Claudio: «La fede contro la paura»

Don Claudio: «Andremo incontro alle richieste dei parrocchiani attraverso la diretta streaming della S. Messa sui canali social»

Anche le Sante messe con la partecipazione dei fedeli sono da oggi sospese in tutta la regione. La comunicazione ufficiale arriva direttamente dai Vescovi della diocesi di Puglia attraverso comunicato stampa (In allegato). Una decisione che cambierà ulteriormente il volto delle vite di tutti, ancora per un po'. Abbiamo rivolto alcune domande a Don Claudio della Parrocchia del Buon Pastore di Barletta che ieri ha celebrato l'ultima celebrazione prima del sopracitato provvedimento. Una messa domenicale diversa dal momento che i presenti, pochi rispetto al solito, erano tutti correttamente lontani l'uno dall'altro. Una messa domenicale diversa senza il segno di pace e l'acquasantiera piena.

Da oggi tutto cambia anche per le comunità cristiane. Le celebrazioni potranno essere espletate solo a porte chiuse, senza i suoi fedeli. Come intendete restare in contatto?
«Penso che in questo momento di diffuso timore per la nostra gente, fatte salve le prescrizioni pratiche emanate dal governo, la preghiera e la supplica al Signore, costituiscano un'occasione opportuna ed un aiuto spirituale e morale per affrontare l'emergenza, ridimensionando la paura e rinnovando la fiducia in Dio e nella intercessione della Vergine e dei Santi. Per restare in contatto più stretto coi fedeli poi, abbiamo pensato di approfittare di tutto il bene che gli strumenti virtuali possono metterci a disposizione. Infatti pur dovendo celebrare l'Eucarestia a porte chiuse, andiamo incontro alle richieste dei parrocchiani attraverso la diretta streaming della S. Messa sui canali social della parrocchia. Anche il Santo Padre ci ha dato questo esempio a partire da stamane. Il tutto per favorire visibilmente una comunanza di cuori seppure a distanza fisica».

Molti gruppi parrocchiali hanno un corrispettivo gruppo virtuale di messaggistica istantanea. So che viene da voi tutti utilizzato anche per la diffusione del Vangelo.
«Esatto. Vi è l'usanza da parte dei sacerdoti o dei referenti dei gruppi, di inviare il brano evangelico che la Liturgia quotidiana propone per la Celebrazione Eucaristica. Un uso per rendere capillare la diffusione della Parola di Dio e la sua meditazione personale. Un seme gettato senza pretese.
Per un cristiano, specie in questo tempo di Quaresima, la preghiera insieme agli atti di misericordia ed al vero digiuno sono strumenti per ritornare al Signore con tutto il cuore. E paradossalmente penso che questa esperienza ahimè dolorosa e faticosa dal punto di vista pratico-esteriore possa almeno spronarci ad una crescita umana e spirituale-interiore».

Quale messaggio sente di rivolgere ai cittadini di Barletta in questo particolare momento storico?
«Direi francamente: prendiamoci cura gli uni degli altri, aiutandoci e spronandoci a prendere sul serio le disposizioni governative e, per parte ecclesiale, i decreti ecclesiastici. Come sacerdote poi, incoraggio tutti a non lasciarci prendere dalla paura e a confidare, ora più che mai, nell'aiuto di Dio. Ai fedeli ricordo che il vangelo domenicale di ieri, ci invitava a fidarci della luce del Signore Gesù, sempre! Nell'ora della gioia e in quella della prova. Con grande prossimità e vicinanza alla nostra gente, prego che nessuno si lasci prendere dal panico. Infine una alla comunità cattolica barlettana, voglio ricordare che i nostri avi, in situazioni come queste han sperimentato la salvifica presenza del Signore per la fede in Lui riposta. Infatti da un episodio epidemico dei primi del XVI sec. nasce la Processione Eucaristico Penitenziale del Venerdì santo, come anche quella del S. Legno della Croce. In situazioni di grave bisogno, la comunità ha avvertito il particolare patrocinio di Maria Santissima (da noi venerata col titolo "dello Sterpeto") e del protettore San Ruggero. A volte con fare sicuro e poco umile, si rilegano queste esperienze a credulonerie collettive dal gusto superstizioso. Premesso tutto quello che ci siamo detti, forse è bene come Chiesa non solo ripetere quello che è di competenza civile ma anche ricuperare con umile semplicità la genuina memoria di questi eventi "di fede" che troppe volte si sono svuotati di autentica devozione e si sono rivestiti di solo folclore. A volte si può anche non condividere, ma il nostro specifico come Chiesa è quello della "fede" e della "carità" a partire dalla fede e non in alternativa a questa».
Comunicato stampa CEPDocumento di Microsoft Word
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