La città
Spostamento degli elettrodotti: «Ultimo atto. Finalmente!»
Quarto ricorda i meriti di «Un gruppo di cittadini "folli" e un grande sindaco»
Barletta - venerdì 5 dicembre 2014
«A storia conclusa, ognuno, soprattutto i politici di mestiere, vuole vantare un proprio ruolo determinante, specialmente se si comincia a sentir odore di elezioni». Interviene così il prof. Ruggiero Quarto, commentando il recente obiettivo raggiunto del sotterramento di tutti l'elettrodotto nel territorio cittadino. «Ritenendo ciò cosa stucchevole, non voglio entrare nel merito, né voglio sollevare una disputa tra meritevoli. Di certo, se è stato raggiunto un così straordinario risultato ecologista, lo si deve a molte concause virtuose e ad un clima di condivisione della problematica. Voglia il cielo che sia così anche per tutti gli altri gravosi problemi ambientali che affliggono Barletta!
Però, penso sia doveroso da parte mia ricordare la costituzione, circa un ventennio addietro, di un comitato, formato da qualche politico, alcuni ambientalisti e certune famiglie le cui abitazioni ricadevano sotto i potenti elettrodotti. Tutte persone meravigliose, non malate di protagonismo. Il "Comitato per lo spostamento degli elettrodotti" si riuniva settimanalmente ed elaborava idee ed iniziative, per sensibilizzare la gente ed incidere politicamente. Erano momenti in cui l'elettrosmog era ritenuto un'invenzione di ecologisti folli. Erano comparsi da poco preoccupanti studi svedesi e statunitensi e l'OMS cominciava timidamente ad occuparsi della questione. Ma l'intuizione, preoccupazione, sensibilità civica di questo gruppo di persone, permise a Barletta di essere all'avanguardia sul problema.
Il comitato in questione ha operato attivamente per molti anni, entrando nelle case di molte famiglie coinvolte dal subdolo inquinamento elettromagnetico, di fatto permesso dalle normative vigenti, molto tolleranti. Infatti, per superare i limiti occorre quasi toccare i fili dell'alta tensione! Non voglio fare l'elenco dei nomi, ma come non ricordare le splendide famiglie Croce e Totaro? Mi ricordo allorquando Fabio e Mingo di "Striscia la notizia", chiamati dal comitato, entrarono in casa Croce, circa quindici anni fa, per evidenziare l'assurda presenza appesa nel cielo, appena sopra le loro teste. Come dimenticare le esemplari famiglie Doronzo di via Rossini, con i compianti Domenico e Franco, molto prematuramente scomparsi, con la loro spiccata sensibilità al problema?
Come non citare, uno per tutti, il presidente del comitato Beppe Filannino? Lo chiamavamo Beppe "Elettrodotto", per distinguerlo da un suo omonimo. Instancabile, tenace, onesto. Esempio vivente di virtù civica, del bene che non fa rumore. Come tacere, infine, Ciccio Salerno, sindaco nel momento clou del problema, quando si impostò la soluzione dello spostamento? La questione elettrodotti cittadini, portata in Consiglio Comunale intorno all'anno 2000, sotto la spinta del comitato, fu da lui bollata con un epiteto sconveniente, qui non riportabile, ma rimasto a verbale. Ma egli, dopo alcuni incontri con il comitato, capì la preoccupazione della gente e, visionando la letteratura allarmante sul problema, anche da medico, cominciò a prendere sul serio lo spostamento. E qui sta la grandezza di un Politico con la P maiuscola, come lui era! Mettersi in sintonia con i cittadini, ascoltarli, preoccuparsi della loro salute e, finanche, dei loro timori.
Un gruppo di cittadini "folli" e un sindaco della gente proiettato al futuro. È questa la grande Politica! Non accontentarsi di una Città in cui tutto è immobile, con problemi che languono e vengono circondati da potenti muri di gomma, ma sognare una Città bella, vivibile e dinamica, in cui i problemi si risolvono, anche se con tempi lunghi. Una Città in cui i protagonisti sono i cittadini, magari anche riuniti in comitati e associazioni, e i politici sono gli esecutori onesti e competenti della volontà dei cittadini.
Purtroppo, spesso - conclude Quarto - prevale la politica spicciola dell'ordinaria amministrazione quotidiana, del tirare a campare, del protagonismo di mestieranti».
Però, penso sia doveroso da parte mia ricordare la costituzione, circa un ventennio addietro, di un comitato, formato da qualche politico, alcuni ambientalisti e certune famiglie le cui abitazioni ricadevano sotto i potenti elettrodotti. Tutte persone meravigliose, non malate di protagonismo. Il "Comitato per lo spostamento degli elettrodotti" si riuniva settimanalmente ed elaborava idee ed iniziative, per sensibilizzare la gente ed incidere politicamente. Erano momenti in cui l'elettrosmog era ritenuto un'invenzione di ecologisti folli. Erano comparsi da poco preoccupanti studi svedesi e statunitensi e l'OMS cominciava timidamente ad occuparsi della questione. Ma l'intuizione, preoccupazione, sensibilità civica di questo gruppo di persone, permise a Barletta di essere all'avanguardia sul problema.
Il comitato in questione ha operato attivamente per molti anni, entrando nelle case di molte famiglie coinvolte dal subdolo inquinamento elettromagnetico, di fatto permesso dalle normative vigenti, molto tolleranti. Infatti, per superare i limiti occorre quasi toccare i fili dell'alta tensione! Non voglio fare l'elenco dei nomi, ma come non ricordare le splendide famiglie Croce e Totaro? Mi ricordo allorquando Fabio e Mingo di "Striscia la notizia", chiamati dal comitato, entrarono in casa Croce, circa quindici anni fa, per evidenziare l'assurda presenza appesa nel cielo, appena sopra le loro teste. Come dimenticare le esemplari famiglie Doronzo di via Rossini, con i compianti Domenico e Franco, molto prematuramente scomparsi, con la loro spiccata sensibilità al problema?
Come non citare, uno per tutti, il presidente del comitato Beppe Filannino? Lo chiamavamo Beppe "Elettrodotto", per distinguerlo da un suo omonimo. Instancabile, tenace, onesto. Esempio vivente di virtù civica, del bene che non fa rumore. Come tacere, infine, Ciccio Salerno, sindaco nel momento clou del problema, quando si impostò la soluzione dello spostamento? La questione elettrodotti cittadini, portata in Consiglio Comunale intorno all'anno 2000, sotto la spinta del comitato, fu da lui bollata con un epiteto sconveniente, qui non riportabile, ma rimasto a verbale. Ma egli, dopo alcuni incontri con il comitato, capì la preoccupazione della gente e, visionando la letteratura allarmante sul problema, anche da medico, cominciò a prendere sul serio lo spostamento. E qui sta la grandezza di un Politico con la P maiuscola, come lui era! Mettersi in sintonia con i cittadini, ascoltarli, preoccuparsi della loro salute e, finanche, dei loro timori.
Un gruppo di cittadini "folli" e un sindaco della gente proiettato al futuro. È questa la grande Politica! Non accontentarsi di una Città in cui tutto è immobile, con problemi che languono e vengono circondati da potenti muri di gomma, ma sognare una Città bella, vivibile e dinamica, in cui i problemi si risolvono, anche se con tempi lunghi. Una Città in cui i protagonisti sono i cittadini, magari anche riuniti in comitati e associazioni, e i politici sono gli esecutori onesti e competenti della volontà dei cittadini.
Purtroppo, spesso - conclude Quarto - prevale la politica spicciola dell'ordinaria amministrazione quotidiana, del tirare a campare, del protagonismo di mestieranti».