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Soppressione tribunali: il consiglio regionale dice sì al referendum

Introna: «Non è un no cocciuto alla riforma»

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di adesione alla richiesta del referendum abrogativo della legge che prevede la soppressione dei tribunali minori, a seguito della riorganizzazione degli uffici giudiziari. Alla fine sono stati 49 i voti favorevoli, 1 astenuto e 1 voto contrario. Tale proposta aderisce all'analoga iniziativa intrapresa da altre Regioni (Abruzzo, Calabria e Campania). Sono stati eletti dal Consiglio regionale anche i due membri (effettivo e supplente) quali rappresentanti del Consiglio regionale della Puglia delegati per il referendum. Rispettivamente si tratta dei consiglieri Antonio Maniglio e Nino Marmo.

«Non è una provocazione, è un'iniziativa che lancia un SOS al governo nazionale, perché raccolga il malessere, i disagi, le preoccupazioni degli operatori della giustizia e dei cittadini, dopo la soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali - così il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna commenta con soddisfazione l'approvazione in Aula - Ringrazio i colleghi per una decisione che ha un forte significato. Da una parte ci allinea ad altri Consigli regionali italiani che hanno avanzato la stessa proposta, dall'altra richiama l'attenzione del governo nazionale sul provvedimento, che rischia di portare alla paralisi un sistema delicato come quello giudiziario in Italia. Il pronunciamento delle Assemblee regionali, spiega Introna - non vuole alzare un muro contro la politica di contenimento dei costi pubblici in materia, ma sollecita una moratoria, per una riflessione dell'incidenza dei tagli nel corpo della giustizia italiana. Chiediamo di congelare l'esecuzione e di verificare le ricadute, soprattutto sui cittadini, che aspirano legittimamente a una giustizia efficiente, tempestiva e "giusta". Valutare, sede per sede, per definire una decisione governativa consapevole e coerente con gli obiettivi di risparmio che si prefigge».

Non l'annullamento del provvedimento, quindi, ma una sospensione temporanea, "per verificare le conseguenze, valutando anche il rischio di allungare tempi già lunghi dei processi e di appesantire procedure già pesanti. Ritardare ulteriormente la durata dei giudizi in sede civile, rischia di tradursi in un deficit di giustizia inaccettabile in una democrazia evoluta. E c'è anche da considerare i disagi di chi opera (magistrati, cancellieri, avvocati, amministrativi) e dei territori. Quello del Consiglio pugliese - conclude Introna - non è un NO cocciuto alla riforma, siamo pronti a dire SI', purchè la ridistribuzione delle sedi sul territorio risulti meditata, organica e basata sulla valutazione di un quadro costi benefici che non contrasti col funzionamento della giustizia, ma conduca ad un effettivo miglioramento».
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