Territorio
Sì alle centrali a biomasse BT
Comitato favorevole all’istallazione delle centrali. «Ci sono tanti cittadini favorevoli all'installazione delle centrali a biomasse»
Barletta - lunedì 27 settembre 2010
Per quanti non lo sapessero, a portare avanti il discorso sulle centrali a biomasse non c'è solo il Comitato del "NO alle centrali a biomasse", sfavorevole a questi impianti, ma anche il comitato opposto, cioè "Sì alle centrali a biomasse BT".
Di questo gruppo, visualizzabile su facebook, fanno parte tanti barlettani e residenti nella sesta provincia favorevoli all'installazione delle centrali a biomasse, consapevoli dell'importanza di tali impianti nella lotta ai cambiamenti climatici e nella riduzione dell'uso delle fonti fossili. Scrivono il fondatore del gruppo facebook SI ALLE CENTRALI A BIOMASSE NELLA B.A.T., Salvatore Papa, e uno degli amministratori dello stesso gruppo, Andrea Lazzari: «Nessun mezzo di informazione ha preso in considerazione il nostro gruppo a differenza del comitato del NO che ha avuto perfino un servizio sulla gazzetta del mezzogiorno. Evidentemente in questo paese se non fai manifestazioni che bloccano le strade e che causano problemi ai cittadini, non sei preso in considerazione».
«Le autorità comunali,- continuano- essendo Organi al servizio dei cittadini e non di una Parte, dovrebbero affrontare il problema di possibili insediamenti produttivi con serenità e senza preconcetti ideologici, soprattutto al cospetto di una disoccupazione ed una mancanza di iniziative imprenditoriali drammatiche per una Città come Barletta. Riteniamo pertanto che sia in atto la criminalizzazione di una fonte energetica sicura e compatibile con il nostro territorio».
Infine Papa e Lazzari portano ad una riflessione: «Il petrolio proviene dal Medio Oriente, dalla Nigeria e dal Venezuela, il gas dalla Russia, il carbone dalla Cina, perchè l'olio vegetale non può provenire dalla Malesia o dall'Indonesia ? Dovremmo forse respingere le banane e l'ananas perchè non crescono a Barletta? La libera circolazione delle merci è un principio sancito dalla Comunità Europea, che ha anche stabilito i criteri di sostenibilità dei biocarburanti, riconducibili esclusivamente alla tipologia di terreni utilizzati per le coltivazioni e non alla provenienza delle materie prime. Inoltre il Porto di Barletta, a vocazione strettamente commerciale, ne gioverebbe molto in termini economici.
Poi non comprendiamo perchè per i cosmetici e i prodotti alimentari (nutella in primis) si può utilizzare olio di palma (persino nei nostri taralli industriali venduti nei supermercati !) proveniente dal sud-est asiatico, mentre per produrre energia si invoca la cosiddetta filiera corta. Un'assoluta amenità!»
Comunque, per tutti coloro che vogliono analizzare tali tematiche, possono collegarsi al gruppo face book http://www.facebook.com/group.php?gid=321341471756 , in cui è possibile trovare tutti gli approfondimenti ed il materiale tecnico raccolto in 10 mesi.
Di questo gruppo, visualizzabile su facebook, fanno parte tanti barlettani e residenti nella sesta provincia favorevoli all'installazione delle centrali a biomasse, consapevoli dell'importanza di tali impianti nella lotta ai cambiamenti climatici e nella riduzione dell'uso delle fonti fossili. Scrivono il fondatore del gruppo facebook SI ALLE CENTRALI A BIOMASSE NELLA B.A.T., Salvatore Papa, e uno degli amministratori dello stesso gruppo, Andrea Lazzari: «Nessun mezzo di informazione ha preso in considerazione il nostro gruppo a differenza del comitato del NO che ha avuto perfino un servizio sulla gazzetta del mezzogiorno. Evidentemente in questo paese se non fai manifestazioni che bloccano le strade e che causano problemi ai cittadini, non sei preso in considerazione».
«Le autorità comunali,- continuano- essendo Organi al servizio dei cittadini e non di una Parte, dovrebbero affrontare il problema di possibili insediamenti produttivi con serenità e senza preconcetti ideologici, soprattutto al cospetto di una disoccupazione ed una mancanza di iniziative imprenditoriali drammatiche per una Città come Barletta. Riteniamo pertanto che sia in atto la criminalizzazione di una fonte energetica sicura e compatibile con il nostro territorio».
Infine Papa e Lazzari portano ad una riflessione: «Il petrolio proviene dal Medio Oriente, dalla Nigeria e dal Venezuela, il gas dalla Russia, il carbone dalla Cina, perchè l'olio vegetale non può provenire dalla Malesia o dall'Indonesia ? Dovremmo forse respingere le banane e l'ananas perchè non crescono a Barletta? La libera circolazione delle merci è un principio sancito dalla Comunità Europea, che ha anche stabilito i criteri di sostenibilità dei biocarburanti, riconducibili esclusivamente alla tipologia di terreni utilizzati per le coltivazioni e non alla provenienza delle materie prime. Inoltre il Porto di Barletta, a vocazione strettamente commerciale, ne gioverebbe molto in termini economici.
Poi non comprendiamo perchè per i cosmetici e i prodotti alimentari (nutella in primis) si può utilizzare olio di palma (persino nei nostri taralli industriali venduti nei supermercati !) proveniente dal sud-est asiatico, mentre per produrre energia si invoca la cosiddetta filiera corta. Un'assoluta amenità!»
Comunque, per tutti coloro che vogliono analizzare tali tematiche, possono collegarsi al gruppo face book http://www.facebook.com/group.php?gid=321341471756 , in cui è possibile trovare tutti gli approfondimenti ed il materiale tecnico raccolto in 10 mesi.