Scuola e Lavoro
Scuola, da oggi alle superiori lezioni al 50% in aula
Il Coordinamento Presidenti Consiglio d’Istituto: «Attenzione alla creazione delle "classi pollaio"»
Barletta - lunedì 1 febbraio 2021
10.02 Comunicato Stampa
Secondo l'ultima ordinanza firmata nei giorni scorsi dal governatore Michele Emiliano, da oggi, lunedì 1° febbraio e sino a sabato 6, in Puglia riprendono le lezioni in aula anche nelle scuole superiori ma con il limite del 50% di presenza di studenti e con la possibilità per le famiglie di chiedere la Didattica a Distanza.
Ogni scuola ha così organizzato l'orario delle lezioni, alternando Did e insegnamenti in presenza. Il Coordinamento Presidenti del Consiglio d'Istituto della Regione Puglia ha ritenuto rivolgere questo appello, per dare voce alle comunità scolastiche, in merito ai dubbi e le incertezze sull'avvio dell'anno scolastico 2021/22, le cui iscrizioni sono giunte al termine.
«Seppur consapevoli delle difficoltà che accompagnano ogni decisione, a livello nazionale e locale, confidiamo in un operato attento e mirato a salvaguardare l'interesse degli alunni a svolgere le attività didattiche seguendo un percorso scolastico efficace e costruttivo, una permanenza all'interno dei locali scolastici che tuteli la serenità e la salute di chi vi studia o vi lavora e che sia adeguata alla giovane età dei ragazzi.
La principale richiesta è quella di sollecitare un aumento degli organici delle scuole allo scopo di avere un maggior numero di classi (con non più di 20 alunni ciascuna) in modo da scongiurare accorpamenti, e la conseguente creazione delle «classi pollaio». Tale sollecitazione non nasce solo dalla crisi emergenziale sanitaria Covid-19 di questo particolare momento storico , ma anche dal fatto che «tutte le scuole, nessuna esclusa, soffrono da tempo un deficit di organico».
Il fenomeno delle classi pollaio, infatti, comporta non poche difficoltà per i docenti e per gli alunni. Infatti, l'insegnamento in classi molto numerose non consente di attuare a pieno le strategie dell'individualizzazione e della personalizzazione fondamentali per garantire il successo formativo dei discenti ed assicurare le attenzioni didattiche necessarie a chi presenta maggiori difficoltà. L'apprendimento degli alunni, di conseguenza, risente di tutte queste difficoltà ed in più si ritrovano ad apprendere spesso in condizioni poco confortevoli, in aule piccole e rumorose, in cui l'attenzione per il singolo non di rado deve essere sacrificata per consentire il regolare proseguimento dell'attività didattica.
Oltre che per scongiurare la formazione di classi pollaio, il numero massimo di alunni per classe viene stabilito anche per un criterio di sicurezza, come nel caso di terremoti ed incendi. Un'elevata concentrazione di ragazzi in una stessa aula, infatti, sarebbe d'impedimento a un regolare deflusso dalla stessa ed aumenterebbe il rischio di incidenti in caso di crolli.
Attualmente, sulla base del DPR n. 81/09, centrato su una severa razionalizzazione delle risorse, il numero di alunni per classe previsto è fino a 27 per le classi iniziali di scuola elementare, fino 28 per quelle delle secondarie di primo grado e fino a 30 per il secondo grado. Inoltre, è consentito aggiungere un ulteriore 10%, arrivando ad oltre 30 alunni.
Il provvedimento attualmente in discussione, atteso da tutta la popolazione scolastica e dalle famiglie è molto rilevante, perché potrebbe comportare significativi miglioramenti nella scuola italiana. La norma di riferimento è sempre il DPR 81/09 che consente una riduzione del numero di alunni per classe, restando però nel limite dell'organico assegnato alla scuola. Ciò significa che non verrà assegnato personale aggiuntivo per la formazione di nuove classi meno numerose, ma che gli studenti dovranno essere distribuiti nelle altre classi, le quali diverranno numerose?
La paura più grande riguarda anche il rischio che un incremento del numero di alunni possa veicolare verso la creazione di classi speciali, destinate agli alunni con disabilità certificata o DSA, poiché, l'incremento della popolazione in aula avrebbe maggiore ricaduta sugli apprendimenti generali. Per non parlare del fatto che la velata ipotesi di creazione di tali classi, distruggerebbe l'inclusione tanto voluta, quanto necessaria a tutti, per una crescita consapevole.
A tutti gli studenti ed, in particolare, agli alunni più fragili, non deve essere leso il diritto allo studio e il diritto alla salute, ma, deve essere garantito loro quanto necessario, a tutela del loro diritto ad avere una formazione adeguata, per sé stessi e per il futuro del nostro Paese».
Ogni scuola ha così organizzato l'orario delle lezioni, alternando Did e insegnamenti in presenza. Il Coordinamento Presidenti del Consiglio d'Istituto della Regione Puglia ha ritenuto rivolgere questo appello, per dare voce alle comunità scolastiche, in merito ai dubbi e le incertezze sull'avvio dell'anno scolastico 2021/22, le cui iscrizioni sono giunte al termine.
«Seppur consapevoli delle difficoltà che accompagnano ogni decisione, a livello nazionale e locale, confidiamo in un operato attento e mirato a salvaguardare l'interesse degli alunni a svolgere le attività didattiche seguendo un percorso scolastico efficace e costruttivo, una permanenza all'interno dei locali scolastici che tuteli la serenità e la salute di chi vi studia o vi lavora e che sia adeguata alla giovane età dei ragazzi.
La principale richiesta è quella di sollecitare un aumento degli organici delle scuole allo scopo di avere un maggior numero di classi (con non più di 20 alunni ciascuna) in modo da scongiurare accorpamenti, e la conseguente creazione delle «classi pollaio». Tale sollecitazione non nasce solo dalla crisi emergenziale sanitaria Covid-19 di questo particolare momento storico , ma anche dal fatto che «tutte le scuole, nessuna esclusa, soffrono da tempo un deficit di organico».
Il fenomeno delle classi pollaio, infatti, comporta non poche difficoltà per i docenti e per gli alunni. Infatti, l'insegnamento in classi molto numerose non consente di attuare a pieno le strategie dell'individualizzazione e della personalizzazione fondamentali per garantire il successo formativo dei discenti ed assicurare le attenzioni didattiche necessarie a chi presenta maggiori difficoltà. L'apprendimento degli alunni, di conseguenza, risente di tutte queste difficoltà ed in più si ritrovano ad apprendere spesso in condizioni poco confortevoli, in aule piccole e rumorose, in cui l'attenzione per il singolo non di rado deve essere sacrificata per consentire il regolare proseguimento dell'attività didattica.
Oltre che per scongiurare la formazione di classi pollaio, il numero massimo di alunni per classe viene stabilito anche per un criterio di sicurezza, come nel caso di terremoti ed incendi. Un'elevata concentrazione di ragazzi in una stessa aula, infatti, sarebbe d'impedimento a un regolare deflusso dalla stessa ed aumenterebbe il rischio di incidenti in caso di crolli.
Attualmente, sulla base del DPR n. 81/09, centrato su una severa razionalizzazione delle risorse, il numero di alunni per classe previsto è fino a 27 per le classi iniziali di scuola elementare, fino 28 per quelle delle secondarie di primo grado e fino a 30 per il secondo grado. Inoltre, è consentito aggiungere un ulteriore 10%, arrivando ad oltre 30 alunni.
Il provvedimento attualmente in discussione, atteso da tutta la popolazione scolastica e dalle famiglie è molto rilevante, perché potrebbe comportare significativi miglioramenti nella scuola italiana. La norma di riferimento è sempre il DPR 81/09 che consente una riduzione del numero di alunni per classe, restando però nel limite dell'organico assegnato alla scuola. Ciò significa che non verrà assegnato personale aggiuntivo per la formazione di nuove classi meno numerose, ma che gli studenti dovranno essere distribuiti nelle altre classi, le quali diverranno numerose?
La paura più grande riguarda anche il rischio che un incremento del numero di alunni possa veicolare verso la creazione di classi speciali, destinate agli alunni con disabilità certificata o DSA, poiché, l'incremento della popolazione in aula avrebbe maggiore ricaduta sugli apprendimenti generali. Per non parlare del fatto che la velata ipotesi di creazione di tali classi, distruggerebbe l'inclusione tanto voluta, quanto necessaria a tutti, per una crescita consapevole.
A tutti gli studenti ed, in particolare, agli alunni più fragili, non deve essere leso il diritto allo studio e il diritto alla salute, ma, deve essere garantito loro quanto necessario, a tutela del loro diritto ad avere una formazione adeguata, per sé stessi e per il futuro del nostro Paese».