Anna Rizzi Francabandiera
Anna Rizzi Francabandiera
La città

Scommegna aggredita, la Francabandiera: «È ora di dire basta»

Intervento del vice-sindaco in seguito all'aggressione avvenuta alla dirigente

Riceviamo e pubblichiamo, l'intervento del vice-sindaco di Barletta Annetta Rizzi Francabandiera in seguito agli spiacevoli eventi avvenuti nei giorni scorsi nel settore servizi sociali, ed in particolar modo l'aggressione ricevuta dalla dirigente del settore dott.ssa Santa Scommegna.

«A distanza di un anno dalla mia nomina di assessore alle Politiche Sociali e di Vicesindaco ritengo che la passione con cui ho operato sino ad oggi, non mi ha mai abbandonato nonostante gli innumerevoli e incresciosi episodi che si sono avvicendati in questo ultimo periodo. È un lavoro che comporta per tutti coloro che operano nel settore delle politiche sociali pesanti sacrifici in termini anche personali perché è in atto un ulteriore ridimensionamento dell'ufficio, che a partire dai primi giorni di agosto vedrà una unità in meno di assistenti sociali ed un'altra nel gennaio del 2015.

Nonostante tutto, si continua a lavorare alacremente per rispondere con serietà e professionalità alle fitte richieste di aiuto che quotidianamente giungono ai servizi sociali. Siamo perfettamente consapevoli che la crisi economica ha devastato la gente, le famiglie e cittadini che non avrebbero mai pensato di rivolgersi alle istituzioni. Ma le pretese devono essere rispettose del vigente disciplinare che il Comune ha adottato. L'ultimo episodio di aggressione ai danni della dirigente del mio settore - dott.ssa Santa Scommegna - la dice lunga sul clima che si è creato e deve far riflettere tutti, facendo dire all'unisono "ora basta": il limite è stato oltrepassato.

La città deve sapere che chi non ha diritto non può vantare nessun sussidio, quando non si hanno i requisiti previsti è perfettamente inutile minacciare, la legalità deve emergere, l'eccessiva tendenza di assistenzialismo, di chiedere aiuti pubblici, anche quando non ci sono le condizioni o non si vuole cogliere un percorso d'integrazione sociale proposto dagli assistenti sociali, ha di fatto creato sacche di illegalità diffusa, incancrenita, credo che da qualsiasi cittadino onesto non più essere tollerata. Un anno fa qualcuno mi chiedeva che Barletta avrei voluto, a quella domanda io continuerò sempre a rispondere nello stesso modo.

Vorrei una città solidale, una città in cui ognuno si faccia carico dell'altro, dove vengono stanati i furbi, i prepotenti, i denigratori delle istituzioni, una città delle persone che con dignità fanno il loro dovere per rendere esigibili i diritti di cui hanno bisogno. Sconfiggere l'illegalità significa esporsi, non tutelare questo o quello perché portatore di voti, quel voto è sporco, è infangato e non educativo, perché danneggia l'immagine di chi si è messo al servizio della città senza chiedere nulla in cambio. Il diniego del privilegio o la contestazione fanno forse inconsapevolmente scatenare una veemenza incontrollabile e mai da giustificare.

Alla dirigente Scommegna va tutta la mia solidarietà, non solo nel mio ruolo istituzionale, ma personale, come amica e donna. Alle forze dell'ordine, invece, un sentito ringraziamento perché se la loro presenza non fosse stata costante ogni volta che si sono verificati simili, spiacevoli episodi, la situazione avrebbe potuto degenerare. Inviterei pertanto a riflettere su questi sgradevoli episodi che certamente non qualificano Barletta. Non ho sentito la città, i partiti, i sindacati, la società civile indignarsi e allora mi chiedo: il silenzio in questo caso è una forma di rispetto o di approvazione per quanto è successo?»
«Intendo esprimere - sottolinea il consigliere regionale Filippo Caracciolo - la più ferma condanna per un episodio che lascia sgomenti. Piena condanna per l'accaduto ma anche un invito ad aumentare controllo e sicurezza degli uffici pubblici presso il Comune di Barletta per tutelare l'incolumità dei lavoratori che prestano il loro servizio. Alla dirigente vittima dell'aggressione va tutta la mia solidarietà e vicinanza insieme all'augurio di poter presto riprendere a svolgere le proprie funzioni lavorative con la dovuta serenità».
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